Come ho spesso detto, di tante lingue antiche conosciamo pochissimo perché manca materiale scritto. Questo significa che sono per noi totalmente ignote?
Dipende, a volte.
Anche senza testi scritti, spesso delle parole di lingue perdute sopravvivono all'interno di lingue nuove (sostrato) e questo ci permette di ricostruire qualcosina attraverso la complessissima disciplina della linguistica comparativa. Solitamente sono nomi propri, di luoghi, di animali o di oggetti di uso comune.
Naturalmente, più testi abbiamo, più possiamo comprendere una lingua, non sempre però un elevato numero significa anche una elevata qualità del materiale.
Facciamo qualche esempio:
- il latino: conto spannometrico del solo CIL 180.000 iscrizioni. Insomma, conosciamo praticamente ogni cosa.
- Greco: inteso nella sola variante ionico-attica di Atene, circa 21.000. Non so se sia stato fatto un conto totale
- l'etrusco: 13.000 iscrizioni, quasi tutte di materiale funebre/amministrativo. Lo conosciamo abbastanza bene, ci manca un po' di lessico.
Invece, ora andiamo a vedere e a deprimerci con alcune lingue poco conosciute. Quante iscrizioni abbiamo trovato?
- Dacomisio: 1
- Trace: 4 (20 frammenti)
- Illirico: 0, ma se consideriamo il Mesappico come illirico saliamo a 500, quasi tutte funerarie
- Liburnico: 0
- Pisidico: circa 30 incomplete
- Tartessico: 95, ma di difficile interpretazione
- Isaurico: qualche iscrizione funebre
- Palaico: alcune iscrizioni funebri
- Kalasmico: 1 (copia ittita)
- Peonico: 1 ?
- Paleosardo: 1?
- Èlimio: 0-1
- Indoeuropeo: 0
- Dalmatico/veglioto: 0
Insomma, capite bene che lavoro monumentale hanno fatto e stanno facendo ancora i linguisti di tutto il mondo per ricostruire le lingue perdute.
Penste che molte di queste lingue le conosciamo solo per fonti di terzi, ossia popolo vicini che si sono interessati e ne hanno trascritto alcune cose.
English:
A little analysis on some ancient languages:
As I have often said, we know very little about many ancient languages because there is a lack of written material. Does this mean that they are totally unknown to us?
It depends, sometimes.
Even without written texts, words from lost languages often survive within new languages (substrate) and this allows us to reconstruct a little something through the very complex discipline of comparative linguistics. They are usually proper names, names of places, animals or commonly used objects.
Naturally, the more texts we have, the more we can understand a language, but a high number does not always mean a high quality of the material.
Let's take some examples:
- Latin: spannometric account of the CIL alone 180,000 registrations. In short, we know practically everything.
- Greek: understood only in the Ionic-Attic variant of Athens, approximately 21,000. I don't know if a total count was done
- Etruscan: 13,000 inscriptions, almost all of funerary/administrative material. We know it quite well, we lack a bit of vocabulary.
Instead, now let's go see and mope over some little-known languages. How many inscriptions did we find?
- Dacomisian: 1
- Trace: 4 (20 fragments)
- Illyrian: 0, but if we consider the Mesappian as Illyrian we go up to 500, almost all funerary
- Liburnian: 0
- Pisidian: approximately 30 incomplete
- Tartessic: 95, but difficult to interpret
- Isaurian: some funerary inscriptions
- Palaico: some funerary inscriptions
- Kalasmic: 1 (Hittite copy)
- Peonic: 1 ?
- Paleosardo: 1?
- Elimio: 0-1
- Indo-European: 0
- Dalmatic/vegliote: 0
In short, you understand well what monumental work linguists around the world have done and are still doing to reconstruct lost languages.
Svagoweb
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