Zerocalcare: ascoltaci, o Dio della Febbre
L'Espresso l'ha definito come uno degli «intellettuali italiani» più importanti di questi anni. A me piacciono tantissimo i suoi disegni, e lo adoro come autore.
Gianmaria Tammaro
Ogni volta che Zerocalcare sforna qualcosa sul suo blog è una festa. Tipo quelle di paese, dove tutti sono felici, sorridono e si schiantano dalle risate. Non è importante il tema – nell’ultima, lunghissima striscia a fumetti è stato il Dio, innominato ed innominabile, della febbre – quanto piuttosto il modo con cui ne parla, e l’affronta. Sempre ridendoci su. Un’ironia talmente sottile da far male – giuro: si ride così tanto che certe volte mi viene il mal di pancia o mi ficco un dito negli occhi per strofinare via le lacrime.
Zerocalcare è un fenomeno. Lo ami anche se non ti piacciono i fumetti – dopo Ortolani, è probabilmente il mio autore italiano preferito (vado per luoghi comuni, lo so. Ho gusti semplici, che vi devo dire). È nato ad Arezzo, ha origini francesi ed abita a Roma, zona Rebibbia – dove ha ambientato il suo ultimo libro, la zombie story Dodici. Ha un punto debole: i plumcakes. Le poche volte che l’ho incontrato dal vivo, tutte al Comicon di Napoli e tutte mentre era preso a disegnare, ne era circondato. Il suo spirito guida è un Armadillo – da cui, come sapranno i suoi accanitissimi fan, ha tratto anche il titolo del suo primo libro, La Profezia dell’Armadillo. Su cui si baserà un film diretto da Valerio Mastrandrea (anche in questo caso, il nuntio vobis è stato dato da Zerocalcare sul suo blog).
L’Espresso l’ha definito come uno degli intellettuali di punta della scena contemporanea italiana. Personalmente, lo reputo un ragazzo del suo tempo: coi piedi per terra, le sue esperienze e il suo talento. Non parla di cose assurde; le cose assurde, come tanti altri, le ha vissute su pelle. La sua capacità è saperle rendere divertenti – quasi consolanti. Non in modo becero o melenso. Ma sinceramente, spontaneamente: quasi con ingenuità. Che non è quella dei bambini, infantile e non voluta; è quella delle persone buone (oneste?) che tendono a dire sempre quello che pensano pure se con qualche difficoltà.
P.s. Mi sono permesso di ritagliare parte de Il Dio della Febbre e di usarla come immagine di copertina. Una scena veramente significativa, specie per chi è serial dipendente (e odia, un pochino, Grey’s Anatomy).
http://www.fanpage.it/zerocalcare-ascoltaci-o-dio-della-febbre/#ixzz2ugjpPCrT
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