Lavori TAV in Mugello: Idra scrive a Matteo Renzi e a Dario Nardella
Consegnata stamani anche all'assessore all'Ambiente del Comune di Firenze Caterina Biti, nel contesto degli "Stati Generali dell'Ambiente", convocati presso il giardino dell'Orticoltura
Idra scrive al premier Matteo Renzi, sindaco di Firenze fino a poche settimane or sono, e al vice sindaco reggente Dario Nardella, proponendo loro di considerare con grande attenzione i contenuti della sentenza con cui la Corte d’Appello di Firenze ha rideterminato pene e sanzioni a carico degli esecutori dei lavori per l’Alta velocità ferroviaria fra Firenze e Bologna, le motivazioni che la sostengono (non appena saranno pubblicate), e il messaggio etico-politico che ne promana. La lettera, inviata ai destinatari per posta elettronica certificata, è stata consegnata stamani anche all'assessore all'Ambiente del Comune di Firenze Caterina Biti, nel contesto degli "Stati Generali dell'Ambiente", convocati presso il giardino dell'Orticoltura, dove Idra è intervenuta a segnalare che il progetto di sottoattraversamento e di stazione Foster a Firenze poco ha a che vedere con la tutela ecologica della città, con la trasparenza, con le esigenze dell'erario.
Secondo Idra, parte civile anche in questa fase del procedimento, “la sentenza conferma due evidenze significative, delle quali converrà tener conto pensando al progetto di stazione sotterranea e doppio sottoattraversamento AV di Firenze.
La prima. I materiali da scavo non sono terra innocente e necessariamente innocua. Al contrario, risultano suscettibili di provocare supplementi importanti di inquinamento. I processi di estrazione, trasferimento e allocazione delle terre da scavo vanno dunque attentamente monitorati e controllati.
La seconda. L’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Firenze sulle strumentazioni, le tecnologie e i materiali da impiegare per la realizzazione del doppio sottoattraversamento di Firenze rivela, ancor prima dell’avvio degli scavi, la presenza di una preoccupante inclinazione – da parte delle ditte impegnate nei lavori - a un’attenzione insufficiente alle esigenze di tutela dell’ambiente, della salute e della sicurezza”.
“Per quanto presumibilmente in sofferenza – aggiunge Idra - tenuto conto degli organici e delle dotazioni disponibili, e considerata la mole dei controlli necessari a fronteggiare in maniera efficace e con capacità di prevenzione l’indotto criminoso sovente associato nel nostro Paese alla realizzazione delle cosiddette “grandi opere”, ARPAT, Polizia Giudiziaria e Procura hanno potuto quanto meno porre l’autorità giudiziaria di Firenze in condizione di restituire visibilità a una quantità di reati ambientali, molti dei quali andati purtroppo prescritti”.
Secondo il presidente di Idra, Girolamo Dell’Olio, “non sarebbe saggio continuare a promuovere la TAV in una città d’arte come Firenze in condizioni di valutazione di impatto ambientale insufficiente, di affidamento degli appalti secondo criteri potenzialmente dannosi al buon governo della cosa pubblica, di gestione incerta delle metodologie di scavo, di qualità dubbia dei materiali da costruzione, di solidità finanziaria incerta delle ditte aggiudicatarie dei lavori, in un contesto di crisi economica di fondo”. “A risolvere la quale – conclude l’associazione ecologista fiorentina - non aiutano certo investimenti colossali di capitale pubblico capaci di produrre lavoro scarso e precario e scenari di perdurante rischio ambientale”.
Idra esprime gratitudine a tutti i soggetti istituzionali attivi nell’inchiesta conclusasi con la recente sentenza della Corte d’Appello, ai legali di parte civile, e in particolare allo Studio legale Luciani, che ha continuato ad assistere l’associazione fiorentina anche in questo quarto passaggio di giudizio.
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