Giovanni Falcone “censurato” perché tabagista
-Redazione-"Ho accettato ieri le sue sigarette perché era un pacchetto già aperto. Ma una stecca o anche qualche pacchetto intero non li avrei accettati perché avrebbero significato che lei intendeva umiliarmi".
Così Tommaso Buscetta, in uno degli interrogatori con Giovanni Falcone, come riportato anche nel libro "Cose di Cosa Nostra". A prescindere dall'importanza dell'esempio presetato, che ben chiarisce la mentalità di un "uomo d'onore", dalla stessa frase si evince chiaramente, ce ne fosse stato mai bisogno, come il magistrato ammazzato a Capaci fosse un fumatore.
A nessuno, a fronte della grandezza del giudice, è mai interessato che possedesse o meno il vizio del fumo: un'irrilevanza che, ora, però, fa montare le polemiche. E il motivo è semplice, quasi meschino. Nella gigantografia che ormai da tempo campeggia presso il Palazzo di Giustizia di Milano, rappresentante Falcone assieme al collega Paolo Borsellino, qualcuno ha pensato bene di ritoccare l'immagine.
Un colpo di photoshop ed ecco che la "sconveniente" sigaretta che Falcone stringeva tra il medio e l'indice della mano destra al momento dello scatto è sparita. Forse frutto di troppo zelo, forse di desiderio di compiacere a tutti i costi, impossibile saperlo.
Certo è che nell'originale della fotografia, Falcone, quella sigaretta, la stringeva. Come in molte altre foto. E ora resta il niente, a dimostrazione di come, in Italia, vi sia ancora chi preferisce soffermarsi sui dettagli e soppesare i vizi, anziché alzare gli occhi guardare in faccia i propri eroi.
http://www.articolotre.com/2014/03/giovanni-falcone-censurato-perche-tabagista/
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