Precipita la situazione in Spagna dove la disoccupazione è arrivata a superare il 27% della popolazione attiva. Adesso le manifestazioni di piazza sono degenerate in rivolta e il Parlamento sotto assedio. Intanto in Grecia si muore di fame. Letteralmente.
(Rossana Prezioso) – In Spagna si registrano nuovi record per i disoccupati che nel solo primo trimestre di quest’anno raggiungono la percentuale del 27,2%, cifra già di per sè altissima, ma che diventa sconvolgente se raffrontata al dato di solo tre mesi fa, cioè 26,2%. In altre parole un aumento dell’1% in soli tre mesi portando il numero totale dei disoccupati a oltre 6 milioni. A perdere terreno, ancora, sono i giovani sotto i 25 anni, con un livello assurdo che arriva a 57% di disoccupati, livello che la porta ad essere la prima in Europa, surclassando anche la Grecia. E proprio ad Atene, intanto, si registrano notizie drammatiche, che fanno scivolare il paese (ancora in Europa) nelle classifiche del terzo mondo non solo per la sopravvivenza in sè, ma anche per i diritti civili. Infatti, dopo aver dato il via libera alla consumazione dei cibi oltre la data di scadenza, dopo aver bloccato i pagamenti dei farmaci agli ospedali, che si sono trovati costretti a dirottare i pazienti alle farmacie private (per chi può), adesso il governo greco si trova costretto ad arrivare a misure che erano condannate già nell’Inghilterra del secondo ‘800: il carcere per i debitori. Il vice ministro alla Giustizia Kostas Karagkounis durante un’audizione in Parlamento, ha avanzato l’idea di una reclusione fino a un anno per chi ha debiti con lo Stato superiori ai 5mila euro, dando già anche l’ubicazione del futuro campo di detenzione, nella provincia di Attica. La misura prevede la reclusione anche in caso di “salto del pagamento di una rata dopo aver stabilito la liquidazione del debito in più riprese”. In realtà a Madrid non sono ancora arrivati a livelli simili, ma la paura di misure estreme si sta diffondendo velocemente. Più velocemente della disoccupazione stessa. Conseguenza ovvia, disordini in piazza, tanto da spingere il Parlamento a cancellare la sessione di ieri e a chiamare in aiuto 1.400 agenti a protezione dell’edificio, minacciato anche da tentativi di incendio da parte di numerosi manifestanti che sono riusciti a superare il cordone di sicurezza (http://www.trend-online.com/prp/crisi-spagna-assalto-parlamento/).
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