“La tutela del suolo agricolo deve trovare carattere prioritario per la programmazione del territorio: troppo spesso si parla di discariche, pozzi di petrolio e macroinfrastrutture, mentre il tema della difesa dell’agricoltura e della considerazione della sua strategicità è molte volte sottaciuto”.
A dirlo sono il presidente e il vicepresidente di Coldiretti Novara-Vco, Paolo Rovellotti eFederico Boieri, al termine del consiglio della federazione interprovinciale che, venerdì sera, ha posto grande attenzione sul tema: “”Proprio in questi giorni, si dibatte sulla possibile realizzazione di una nuova discarica destinata a raccogliere materiali con amianto a Barengo. L’agricoltura non è d’accordo e chiede tutela per un territorio che va difeso e su cui insistono eccellenze produttive agroalimentari, dal riso ai cereali, sino ad una filiera zootecnica che produce carni e formaggi rinomati”.
Nelle province di Novara e Vco la sottrazione di suolo agricolo ha già privato il territorio di terreni considerati fra i migliori sia in termini di produttività che di localizzazione: terreni fertili e di pianura, che sono facilmente accessibili ed hanno caratteristiche ottimali: “Bene ha fatto, dunque, il consiglio comunale di Barengo ad esprimersi contrariamente alla nuova discarica: per parte nostra, muoviamo considerazioni di carattere economico e sociale, il territorio rappresenta un fattore di sviluppo e non si possono assumere decisioni senza tener conto di chi ci abita e di chi ci opera”La crescente crescita del “made in Novara-Vco” agroalimentare, fatto di unicità produttive che reclamano il giusto spazio territoriale di coltivazione, rischia di essere minacciata o ridimensionata dalla difficoltà sempre maggiore nel preservare le ideali condizioni per lo “spazio rurale” del territorio.
Il vicepresidente Boieri si dice preoccupato per il futuro dell’area di Barengo e delle vicine colline: una zona dove le colture di riso, cereali e vite si incontrano nel raggio di pochi passi. Tre eccellenze del tessuto agroalimentare locale: “Ritengo che la zona delle Colline Novaresi abbia già pagato un caro prezzo dal punto di vista ambientale vista la presenza di due discariche attive da parecchi anni (Ghemme e appunto Barengo) che distano tra loro pochi chilometri. Sono temi che preoccupano sia la popolazione, di prevalente estrazione rurale, sia le attività agricole. Negli anni scorsi si è investito molto per portare ad alti livelli di riconoscimento le produzioni agroalimentari del territorio e le imprese agricole si sono impegnate per rispondere a questa sfida con investimenti consistenti. Non vogliamo che tutto questo sia vanificato”.
“Coldiretti condivide le preoccupazioni di un comprensorio che ha fondamentale valore per il contesto agroalimentare, oltrechè socioeconomico”. Una zona, di conseguenza, che “è e deve restare il più possibile incontaminata, nel nome del rispetto dell’integrità del suolo rurale che è strategica sotto il profilo ambientale ed economico”. Le imprese agricole – concludono Rovellotti e Boieri – “chiedono chiarezza e si oppongono ad uno sfruttamento prevaricante di un territorio noto per produzioni agroalimentari di qualità, dai vini, al riso, alla filiera del latte, all’allevamento di suini con cui vengono prodotti i salumi tipici: l’agricoltura chiede di essere coinvolta in ogni fase programmatica che interessa il territorio: e vogliamo che le istanze di chi qui opera e vive siano considerate nella loro giusta importanza”.
Nelle province di Novara e Vco la sottrazione di suolo agricolo ha già privato il territorio di terreni considerati fra i migliori sia in termini di produttività che di localizzazione: terreni fertili e di pianura, che sono facilmente accessibili ed hanno caratteristiche ottimali: “Bene ha fatto, dunque, il consiglio comunale di Barengo ad esprimersi contrariamente alla nuova discarica: per parte nostra, muoviamo considerazioni di carattere economico e sociale, il territorio rappresenta un fattore di sviluppo e non si possono assumere decisioni senza tener conto di chi ci abita e di chi ci opera”La crescente crescita del “made in Novara-Vco” agroalimentare, fatto di unicità produttive che reclamano il giusto spazio territoriale di coltivazione, rischia di essere minacciata o ridimensionata dalla difficoltà sempre maggiore nel preservare le ideali condizioni per lo “spazio rurale” del territorio.
Il vicepresidente Boieri si dice preoccupato per il futuro dell’area di Barengo e delle vicine colline: una zona dove le colture di riso, cereali e vite si incontrano nel raggio di pochi passi. Tre eccellenze del tessuto agroalimentare locale: “Ritengo che la zona delle Colline Novaresi abbia già pagato un caro prezzo dal punto di vista ambientale vista la presenza di due discariche attive da parecchi anni (Ghemme e appunto Barengo) che distano tra loro pochi chilometri. Sono temi che preoccupano sia la popolazione, di prevalente estrazione rurale, sia le attività agricole. Negli anni scorsi si è investito molto per portare ad alti livelli di riconoscimento le produzioni agroalimentari del territorio e le imprese agricole si sono impegnate per rispondere a questa sfida con investimenti consistenti. Non vogliamo che tutto questo sia vanificato”.
“Coldiretti condivide le preoccupazioni di un comprensorio che ha fondamentale valore per il contesto agroalimentare, oltrechè socioeconomico”. Una zona, di conseguenza, che “è e deve restare il più possibile incontaminata, nel nome del rispetto dell’integrità del suolo rurale che è strategica sotto il profilo ambientale ed economico”. Le imprese agricole – concludono Rovellotti e Boieri – “chiedono chiarezza e si oppongono ad uno sfruttamento prevaricante di un territorio noto per produzioni agroalimentari di qualità, dai vini, al riso, alla filiera del latte, all’allevamento di suini con cui vengono prodotti i salumi tipici: l’agricoltura chiede di essere coinvolta in ogni fase programmatica che interessa il territorio: e vogliamo che le istanze di chi qui opera e vive siano considerate nella loro giusta importanza”.
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