Cristopher è fratello di Jonathan, uno dei grandi accusatori di Rodolfo Fiesoli, testimone anche nel video delle Iene, ma è anche al centro di un caso che riguarda i servizi sociali di Vicchio, perché per anni nessun assistente sociale si era accorto che il ragazzo era stato affidato, dentro al Forteto, a genitori diversi da quelli indicati dal Tribunale dei Minori. Il ragazzo, una volta aggredito e sbattuto a terra, è riuscito a fuggire e a nascondersi nel bosco, dove ha potuto contattare un amico e i carabinieri tramite il cellulare e farsi venire a recuperare.
Il Corriere della Sera ricostruisce quindi la vicenda:
http://www.blitzquotidiano.it/cronaca-italia/forteto-cristopher-bimonte-le-iene-1545886/?Al Pronto Soccorso di Borgo San Lorenzo, Cristopher si è visto riconoscere cinque giorni di prognosi per traumi al volto e a una spalla. E ha sporto denuncia ai carabinieri. Sui fatti interviene Stefano Mugnai, presidente della commissione regionale d’inchiesta sul caso Forteto, che dà anche notizia dell’episodio: «Ci viene riferito che dopo la messa in onda su Italia1 della prima parte del servizio delle Iene sugli abusi al Forteto, uno dei giovani oggi maggiorenne ma ex bambino affidato alla comunità, fratello di un denunciante, è stato atteso al suo ritorno al Forteto dopo una serata trascorsa insieme a vittime del Forteto proprio a guardare il servizio delle Iene e picchiato fino a finire al pronto soccorso di Borgo San Lorenzo».«Si tratta di un’escalation di atti intimidatori verso chi con dolore e coraggio ha denunciato trent’anni di violenze e soprusi – dichiara – Nelle settimane scorse, infatti, una delle vittime ha trovato per nove volte le gomme dell’auto squarciate. Lo scorso sabato 13 aprile poi, all’indomani del rinvio a giudizio di Rodolfo Fiesoli e di 21 dei suoi ‘pretoriani’, nell’abitazione del presidente dell’Associazione Vittime del Forteto sono stati tagliati i fili del telefono». «È il segno di come la tensione stia montando nei momenti in cui si rende più palese la drammatica realtà che per decenni si è consumata all’interno di quella comunità a danno di decine di minori – prosegue – A chi è stato vittima di questa ennesima aggressione fisica rinnoviamo la nostra solidarietà, auspicando, in vista del processo che si aprirà il 4 ottobre prossimo, di non dover più aggiungere altre pagine simili a questa storia».
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