venerdì 2 agosto 2024

Covid, il virus accelera l'invecchiamento. «Colpisce un genere più dell'altro». Cosa è emerso dallo studio dell'università italiana

 


Covid, il virus invecchia le persone con maggiore velocità. "Colpisce un genere più degli altri"

Covid, il virus accelera l'invecchiamento. «Colpisce un genere più dell'altro». Cosa è emerso dallo studio dell'università italiana


Il Covid-19 riesce ad accelerare l'invecchiamento biologico, lasciando traccia di sé a lungo termine, e lo fa attraverso le infiammazioni e lo stress ossidativo sia nelle persone che hanno sintomi, sia negli asintomatici. Il fenomeno, più frequente negli uomini, è stato rilevato dalla ricerca pubblicata sul Journal of Molecular Sciences e coordinata dall'Università di Padova, con il suo gruppo interdisciplinare Medicina del lavoro dell'azienda ospedale.

I ricercatori hanno considerato il marcatore biologico oggi più attendibile per valutare l'età, ossia la metilazione del Dna (DnamAge) che indica i gruppi chimici che agendo in determinati punti del Dna possono bloccare o attivare l'espressione di un gene.

Il post contagio 

«A un anno dal contagio si è riscontrato un invecchiamento biologico accelerato nelle cellule dell'espettorato rispetto ai leucociti del sangue e alle cellule nasali. Questa evidenza suggerisce un tessuto polmonare particolarmente vulnerabile anche in soggetti contagiati da Covid-19 con poca o nulla sintomatologia», osserva la coordinatrice della ricerca Sofia Pavanello, del dipartimento di Scienze cardio-toraco-vascolari e sanità pubblica dell'Università di Padova.

Maschi più vecchi

I dati indicano che «questo invecchiamento biologico si associa maggiormente al genere maschile» e un altro risultato importante, prosegue la ricercatrice, è che «a parità di contagio e sintomi, chi presenta glicemia alta e alti livelli di Ldl (colesterolo cattivo) ha un maggior rischio di invecchiare più velocemente». Lo studio è stato condotto su 76 operatori sanitari dell'azienda ospedaliera contagiati nella prima ondata e poco o per nulla sintomatici: un campione considerato come rappresentativo, rileva l'università in una nota, visto il limitato contagio nella struttura ospedaliera (144 su 8.240 operatori sanitari).

È emerso così che a un anno dall'infezione si sono rilevate una riduzione della capacità respiratoria e della frequenza cardiaca media e che il 30% del campione «ha sperimentato sintomi persistenti come difficoltà respiratoria (dispnea) e problemi cognitivi (problemi di concentrazione, memoria e ansia)".

https://www.leggo.it/covid/covid_invecchiamento_genere_studio_oggi_30_7_2024-8271439.html

Mucci71

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