giovedì 30 maggio 2024

MEMENTO...!!

 



Lo Stato ha un paio di modi per reperire le risorse che servono al suo funzionamento: le tasse e i tagli alla spesa pubblica.


Le tasse risultano antipatiche, soprattutto se non sei un lavoratore dipendente (a cui vengono sottratte direttamente dalla busta paga) e devi pagartele da solo, quindi vedi uscire quei soldi dal tuo conto in banca.


Le tasse sono antipatiche perché quelli che le pagano mantengono anche i (tanti) furbi che non le pagano. E più sono i furbi e più le tasse sono alte. E non è vero che il problema siano i cosiddetti “grandi evasori”, perché il grosso dell’evasione è nella piccola e media impresa: il barista che non fa lo scontrino, il tassista con il POS “rotto”.


I tagli sono meno antipatici, perché all’inizio non li vedi, a meno che tu non sia un docente che ha uno stipendio più basso della paghetta di un suo studente, un infermiere che deve fare turni massacranti perché nell’ospedale manca il personale, un chirurgo che deve assumere sostanze stupefacenti per non addormentarsi con i ferri in mano.


I tagli sono meno antipatici, ma quando iniziano ad essere visibili è già troppo tardi.


I tagli si vedono quando un tuo caro muore prima di riuscire a fare delle analisi che in una clinica privata avrebbe ottenuto in mezza giornata e che avrebbero potuto salvargli la vita.


I tagli si vedono quando il figlio del “ricco”, che può permettersi le migliori scuole e università, va avanti, si laurea e fa carriera, mentre il figlio del “povero”, anche se più dotato, deve faticare dieci volte tanto per non raggiungere gli stessi risultati del primo. 


I tagli si vedono quando qualcuno muore guidando uno scooter perché sull’asfalto c’era una voragine da mesi.


I tagli si vedono quando una donna viene stuprata in pieno centro, perché i lampioni sono spenti e non ci sono abbastanza agenti a presidiare le strade.


I tagli si vedono quando una persona, dopo aver lavorato una vita, deve andare ad elemosinare il pasto alla mensa Caritas perché con la pensione che prende non può permettersi neanche quello. 


Ecco, la prossima volta che un politico, per fomentare le folle, definisce le tasse “pizzo di Stato”, ricordate dove andrà a prendere i soldi per far funzionare (male…) lo Stato.


(Fabio Salamida)

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