Paul Dirac è stato uno dei fisici teorici più rinomati di sempre, ma la sua figura è avvolta da un velo di fascino, dovuto soprattutto al suo carattere particolare. L’espressione “l’uomo più strano” è una citazione del fisico danese Niels Bohr dopo il loro incontro a Copenaghen. Tra i due si formò un legame dapprima professionale e poi umano. Un aneddoto (tra i tanti) riguarda proprio il genio inglese e il fisico danese.
La scrittura di Dirac era famosa per la sua chiarezza e semplicità. Quando Bohr stava scrivendo un articolo scientifico, che presentava molte esitazioni e incertezze, si fermò e disse “Non so più come andare avanti”. Allora Dirac rispose “Mi è stato insegnato a scuola che non dovresti mai iniziare una frase senza conoscerne la fine.”
Il suo modo di vivere nella società era il riflesso del suo modo, logicamente preciso e ineccepibile, di pensare. Una cena un commensale gli rivolse la parola dicendo “bella serata, vero?”. Dirac si alzò, andò a verificare le condizioni meteorologiche alla finestra e ritornando al tavolo rispose un laconico “Si”.
Essendo un fisico teorico, Dirac amava teorizzare i problemi della vita quotidiana. Una volta, ad una festa a Copenaghen, propose una teoria in base alla quale c’era una certa distanza in cui il volto di una donna appariva al meglio. A distanza infinita non si può vedere nulla, mentre a distanza d=0 l’ovale del viso è deformato a cause della piccola apertura dell’occhio umano più molte altre imperfezioni. Gamow (un fisico russo), interrompendo chiese quanto vicino avesse mai visto il volto di una donna. Dirac, tenendo i palmi delle mani distanti circa a un metro, esclamò “Circa così vicino!”.
Apatico e taciturno era inoltre impacciato col genere femminile. Quando nel 1929 viaggiò insieme ad Heisenberg su di un transatlantico per il Giappone, vide il suo compagno di viaggio che flirtava e ballava costantemente con delle ragazze; “Perché balli?” chiese Dirac. “Quando ci sono ragazze carine è sempre un piacere” fu la risposta che ricevette. Dopo alcuni attimi di riflessione Dirac rispose “Ma Heisenberg, come fai a sapere in anticipo che le ragazze sono carine?”
Ostentò un quasi disprezzo verso la filosofia, la letteratura e la poesia. Di quest’ultima disse che se la scienza è il tentativo di dire in parole comprensibili cose che la gente non conosceva prima, la poesia è dire qualcosa che tutti sanno già con parole che nessuno può capire.
Era, inoltre, refrattario ad ogni fede religiosa o credenza nel trascendente commentò dicendo di non riuscire a capire perché si disquisisse sulla religione; gli scienziati debbono essere onesti e devono ammettere che la religione è un miscuglio di false asserzioni senza alcun fondamento nella realtà. Diceva però che Dio aveva usato una matematica straordinaria per creare il mondo, tanto che, con simpatica ironia, il fisico austriaco Wolfgang Pauli sintetizzò così il credo del bizzarro scienziato: “Dio non esiste e Dirac è il suo profeta”.
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