"Canto l'armi e l'eroe, che primo dai lidi di Troia, profugo per fato, giunse in Italia alle spiagge di Lavinio, vessato alquanto attraverso terre e in aperto mare da ira divina".
Mentre il viaggio di Ulisse si concentra sul ritorno, quello di Enea è un percorso di fondazione proiettato verso l'ignoto.
La guerra nell'Iliade è una lotta distruttiva, mentre nell'Eneide è un tentativo di costruire una nuova città e una nuova civiltà. L'Iliade si conclude con la sconfitta troiana, l'Eneide si conclude con la vittoria del troiano Enea, che compensa il suo popolo per la perdita della loro patria.
Enea, un esule proveniente dalla città di Troia, intraprende un viaggio verso il Lazio con l'obiettivo di fondare una nuova città.
La sua missione è quella di portare in Italia i Penati, dando così vita a una stirpe nobile e coraggiosa.
Una profezia predice che questo nuovo popolo sarà ammirato da tutti i popoli.
Nonostante l'opposizione di Giunone (Era), Enea parte con una flotta di venti navi.
La dea è furiosa per tre ragioni:
in primo luogo, ha perso una gara di bellezza contro la madre di Enea;
in secondo luogo, la profezia predice la distruzione di Cartagine, la sua città preferita;
infine, è adirata perché Ganimede è stato scelto come coppiere al posto di Ebe, la figlia di Giunone.
Inizia così una storia, o meglio un'avventura, che è anche un viaggio emotivamente coinvolgente e intellettualmente stimolante, in cui vengono esplorati temi universali come l'amore, il dovere e la lotta per la propria identità.
Giuseppe Di Crosta.
Mitologia greca
Nessun commento:
Posta un commento