ONORE AL MERITO
LE DECORAZIONI ONORIFICHE NELL'ANTICA ROMA
Per chi si era contraddistinto sul campo di battaglia con azioni di particolare coraggio e valore, erano previsti dei riconoscimenti ob virtutem, al valore. Le falere erano dei dischi bronzei dal diametro di circa 10 centimetri, che venivano indossati con orgoglio su di una imbragatura di cuoio al di sopra dell’armatura, la superficie poteva risultare liscia o presentare in rilievo figure di animali, divinità o figure fantastiche. I torques i collari ritorti indossati dalle personalità di alto rango celtiche e sciite, prima ambito trofeo di guerra, con il tempo diventarono una onorificenza ufficiale, i romani usavano indossarli solitamente non al collo, ma appesi con dei lacci di cuoio alle armature. Altro riconoscimento di merito era rappresentato dalle armillae, bracciali di origine sabina e celtica, che i soldati portavano al polso con grande orgoglio , nonostante il bracciale nella vita civile fosse di uso esclusivamente femminile.
Ancora più ambite erano le corone onorifiche. La muralis veniva assegnata a chi per primo avesse raggiunto la sommità delle mura nemiche; la castrensis a chi per primo fosse penetrato nell’accampamento dei nemici; la navalis al primo ad abbordare la nave ostile e la civica a chi avesse salvato la vita ad un cittadino romano. Ma il massimo simbolo al valore militare era la corona obsidionalis, destinata a chi aveva salvato una guarnigione assediata o circondata dai nemici. Questa corona era formata da erbe e fiori selvatici strappati da luogo dove si era svolto l’assedio.
Passioni e divertimenti nella Roma antica
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