E' giunto il momento di parlare seriamente di Pierfrancesco Favino.
Sono anni, ormai, che il bravissimo attore italiano è vittima di dileggio. A cominciare dalla battuta del 2007 in Boris in cui Massimiliano Bruno esclama: "[...] Una volta ce stavano i ruoli per gli attori, adesso li fa tutti Favino". Da allora è un profluvio di meme e battute sul fatto che oramai lui sia l'unico attore italiano che recita in tutti i film che vengono prodotti in Italia. E fin quando si tratta di sfottò ci può anche stare. Ma da un po' di tempo a questa parte dalla derisione si è passati alle critiche nei suoi confronti, in cui si sostiene che non sia un buon attore, allora forse c'è un problema. Critiche che piovono continuamente anche su questa pagina!
Il fatto che Favino reciti in tantissimi film per certi versi è vero. Se si da' un'occhiata alla sua filmografia il suo nome si ritrova in almeno un paio di film l'anno, e sono ormai numerosissimi i personaggi - tra l'altro molto diversi fra di loro - cui ha dato vita. Sì, ma li ha recitati tutti in maniera impeccabile.
La sua interpretazione di Tommaso Buscetta ne "Il traditore" di Marco Bellocchio è straordinaria (tra i vari premi ha vinto un Nastro d'Argento e un David di Donatello come miglior attore protagonista).
In "Hammamet" di Gianni Amelio, da' vita ad un Craxi più vero del vero. Tant'è che qualcuno ha parlato di "reincarnazione", più che di recitazione. E di nuovo tantissimi premi tra cui David di Donatello e Nastro d'Argento.
In "Nostalgia" di Mario Martone, parla in un dialetto napoletano IMPECCABILE. E questa è una cosa di cui non sono capaci tutti gli attori, neanche i più grandi ed intoccabili (tipo Vittorio Gassman. Nel film "Questi fantasmi", tratto da una commedia di Eduardo De Filippo, recita in un napoletano molto strampalato e molto meno veritiero ed efficace di quello di Favino).
Il suo lavoro attoriale è di matrice Strasberghiana, in cui si abbandona anima e corpo al personaggio che interpreta, secondo la lezione dei grandi attori statunitensi (gli Hoffman, De Niro, Pacino, maestri del mimetismo).
Aggiungiamo poi che egli sa muoversi anche nel registro comico (vedi il recente "Corro da te"), e che è uno dei pochissimi attori italiani ad aver recitato ad Hollywood, e possiamo capire che tutte le critiche nei suoi confronti sono frutto di una non chiara antipatia ed un pregiudizio nei suoi confronti senza alcun fondamento (se non quello di matrice medio-italiota).
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