Dopo tre anni passati a Padova, nel 1934 Renato Caccioppoli ritorna nella sua Napoli, richiamato per coprire la cattedra di teoria dei gruppi. Ha trent’anni.
“È divenuto il Caccioppoli che i napoletani impareranno a conoscere, la cui immagine si fisserà per sempre nella memoria della città. Un corpo di una magrezza scheletrica, sguardo beffardo e a volte nauseato, appena velato dall’alcol, bevuto a volontà. Profondo ed enigmatico, ma anche spiritoso e affabulatore. Straordinariamente elegante, sorprendentemente infantile: o’ Professore è diventato o’ Genio.”
Su di lui si sono raccontanti numerosi aneddoti, tra i quali, il più famoso, quello del gallo a guinzaglio.
“Attorno a lui si muovono camicie nere, risuonano volgari slogan, vengono emanate disposizioni assurde. Eppure, quando sembra che tutto dovrebbe indurlo a estraniarsi, a non farsi toccare dagli orrori che lo circondano, all’improvviso si risveglia in lui un richiamo irresistibile, un guizzo vitale e infantile che lo riporta a gesti che, più di ribellione, appaiono surreali, addirittura futuristi. È il caso del gallo al guinzaglio.
Una direttiva del regime proibisce agli uomini di passeggiare con cani piccoli perché sintomo di atteggiamenti poco virili, in contrato con l’esaltazione del maschio fascista. Solo qualche anno primo Curzio Malaparte ha scritto, con un tale esagerato entusiasmo per il Duce da sfiorare il dileggio: «Spunta il sole/ canta il gallo/ o Mussolini monta a cavallo…» Ed ecco Renato che una mattina percorre come al solito via Chiaia, ma camminando con passo lento e cadenzato perché al guinzaglio tiene proprio un gallo.”
Questo episodio, che si muove sul confine sottile che separa la leggenda dalla verità, ha riscontro in una cartella clinica.
“Il medico informa che «fin dall’infanzia il malato ha presentato note di carattere neuropatico con tendenza all’eccentricità, alla melanconia, alla contraddizione. È tormentato da una estenuante insonnia e ha un vero stato depressivo dal quale cerca di evadere bevendo vini e liquori. Trascorre la notte tra caffè e osterie stordendosi con stranezze ed esibizioni di eccentricità. Ha la tendenza a sbalordire con atteggiamenti strani e impertinenti. Si compiaci di stupire. Una volta si presentò nella pubblica via con un gallo».”
Storie Scientifiche
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