La destra nega i diritti, tutti, senza fare distinzioni tra civili e sociali. Arriva perfino a minare quelli sanciti dalla Costituzione. Come il diritto alla salute.
Oggi siamo ospiti su L'Espresso, grazie a Leonardo Cecchi, per parlare di quello che sta accadendo in Umbria, dove per privatizzare la sanità non è servita una delibera, è bastato non far funzionare più la sanità pubblica.
Per la prima volta è il governo della Regione in mano ad una destra senza il centro, che sta scientificamente smontando, pezzo per pezzo, il servizio sanitario pubblico. Tutti d’accordo, Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia, tanto da esplicitarlo perfino nel programma elettorale.
L’Umbria è stata per anni regione benchmark, addirittura nel 2018 la più virtuosa d’Italia. Oggi, invece, ci ritroviamo con i conti fuori controllo, un buco di bilancio milionario, migliaia di prestazioni non erogate, lo smantellamento di interi servizi, il blocco delle assunzioni, la carenze di medici, infermieri e tecnici, l’azzeramento della medicina territoriale e della continuità assistenziale.
Il compito delle forze democratiche, riformiste e progressiste deve essere quello di difendere strenuamente il modello di sanità pubblica basato sul diritto universale alla cura.
Tommaso Buti
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