"Vinta tutta la Gallia, non avendo Cesare dall'estate precedente mai interrotto di combattere e volendo ristorare da tanto grandi fatiche i soldati nella quiete dei quartieri invernali, giungeva notizia che parecchie nazioni contemporaneamente facevano di nuovo piani di guerra e congiuravano. Di questi movimenti si riportava una causa verosimile, che i Galli tutti avevano compreso che non era possibile resistere ai Romani nemmeno con una moltitudine di soldati concentrata in un sol luogo e che se da diversi punti contemporaneamente parecchie nazioni avessero portato guerra, l'esercito del popolo romano non avrebbe avuto a sufficienza nè tempo nè truppe per far fronte ad ogni cosa; d'altra parte nessuna nazione doveva ricusare la sua parte di danni, se intanto le altre potevano conquistare la libertà".
Cesare, De bello gallico
Al fine di scongiurare una possibile ribellione, Cesare passò subito all’attacco. Mobilitando Marco Antonio e ben due legioni, egli attaccò immediatamente le campagne dei Biturigi. Evitò pertanto di incendiare le scorte di frumento degli stessi al fine di non allarmare con il fumo che ne sarebbe scaturito, i popoli vicini. Con immensa velocità, Cesare piombò su diverse tribù, impedendo alle stesse di aiutare i vicini al fine di riuscire a proteggere se stessi.
Umberto Li Vigni
Historia magistra vitae
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