Zaynab Dosso è questa giovane donna italiana, velocista straordinaria nonché fresca medaglia di bronzo nella 4x100 agli ultimi Europei.
Sui social ha appena raccontato di aver subìto uno degli episodi di razzismo tra i più ignobili - e purtroppo sempre più diffusi - degli ultimi anni.
Sta passando una serata in compagnia degli amici a Roma quando una signora chiede loro qualche moneta. Al cortese diniego, Zaynab si sente chiamare sottovoce “Putt*** straniera”.
“Lo ripeta a voce alta” replica lei.
“Putt*** straniera, tornatene al tuo Paese”.
Ma la cosa peggiore non è neanche l’insulto. No, la cosa più sconvolgente è che nessuno dei presenti (a parte gli amici) sia intervenuto, tutti rimasti indifferenti, in silenzio, e addirittura - racconta lei - “alcuni ridevano pure”.
La stessa Dosso a cui, poco tempo fa, avevano tirato addosso un sasso per le stesse “ragioni”.
Il tutto nelle stesse ore in cui Paola Egonu lascia la Nazionale per razzismo ed hater e adinolfi vari le danno della bugiarda e della “divetta egocentrica”?
Benvenuti nel mondo reale.
E ha perfettamente ragione Dosso: il problema non è neanche il singolo razzista. Il problema è la massa di chi lo copre, chi lo nega, chi lo giustifica, chi gli dà legittimità e agibilità politica, i pavidi, i complici, gli indifferenti che si voltano dall’altra parte o magari se la ridono pure.
Solidarietà umana ed emotiva totale a Zaynab Dosso.
Solo una cosa devi sapere: c’è chi è profondamente orgoglioso di essere tuo connazionale. La maggioranza (purtroppo silenziosa) di questo Paese.
Lorenzo Tosa
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