martedì 25 ottobre 2022

Don Carlo Gnocchi

 


Si è parlato molto di “merito” a scuola in questi giorni. Facendo a volte un po’ finta di non vedere che il merito non dipende solo dalle proprie capacità, ma anche dai mezzi che si dispongono. 


Ecco allora vale la pena ricordare oggi un uomo che questa cosa la vedeva bene. Si chiamava don Carlo Gnocchi. Ex cappellano militare, dopo aver collaborato con la Resistenza e aiutato diversi ebrei a fuggire in Svizzera, nel dopoguerra si dedicò ad orfani, bambini malati e quelli chiamati “mutilatini”, bambini rimasti mutilati in guerra.


Si dedicò a loro aiutandoli a studiare in un mondo che, se avesse seguito principi di un mero “merito”, li avrebbe scartati. Fece costruire collegi, utilizzò metodi di studio e di apprendimento consoni. Non li fece mai sentire fuori posto, mai in competizione. E furono migliaia. Migliaia a cui grazie a Carlo Gnocchi venne data l’opportunità di costruirsi un futuro là dove, se fosse regnato solo quel tipo di “merito”, non ci sarebbe stato un domani. 


Don Gnocchi, che nasceva oggi, fui una persona straordinaria. E come ultimo gesto, dopo vent’anni di lavoro per i bambini, donò i suoi occhi a due ciechi per ridare loro la vista. “Grazie di tutto” furono le sue ultime parole. 

Nel ricordarlo oggi, siamo noi a ringraziare lui.

Leonardo Cecchi

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