domenica 31 agosto 2014

Roma, poliziotta muore mentre insegue alcuni ladri
Episodio completamente dimenticato dai media
Non dall’Asaps


Laura era anche una bellissima ragazza: eccola, in una foto fatta arrivare all’Asaps dal papà, commendator Giuseppe Battisti tramite il nostro Vincenzo Coraggio, che era un suo amico.
(ASAPS) ROMA – Laura Battisti era un’assistente della Polizia di Stato libera dal servizio, che stava rientrando a casa, nei pressi di Pomezia. Lungo la strada si imbatte in un furto, appena denunciato al 112 dei Carabinieri: vede gente in strada, ubbidisce al suo istinto di Poliziotta e si ferma. Mostra il tesserino, qualcuno le spiega che in quel capannone ci sono dei ladri. Interviene, sale una scala e si trova sul tetto dello stabile. Appena un paio di passi e il solaio cede, trascinandola giù con forza. Fa un volo di 7 metri, forse più e rimane ferita gravemente. Laura viene subito soccorsa dai Carabinieri, dai passanti e poi dal 118, che la trasporta in ospedale, ma ogni tentativo di salvarle la vita è stato purtroppo vano. Dopo aver lottato a lungo, si è spenta nella notte. Il presidente della provincia di Roma, Enrico Gasbarra, è tra i primi a scrivere alla famiglia della ragazza, 38 anni, una vita professionale davanti. A giudicare dalla grinta che ha dimostrato prima di essere tradita fatalmente dal destino, era davvero una donna senza paura. “Desidero esprimervi – scrive Gasbarra alla famiglia Battisti – convinto di rappresentare il sentimento di tutti i cittadini della provincia di Roma la profonda partecipazione al dolore per la tragica scomparsa di vostra figlia che ha perso la vita scegliendo di porre al primo posto il suo senso del dovere”. Un secondo telegramma è immediatamente stato recapitato anche al questore di Roma, Marcello Fulvi. L’Asaps, davanti a questo incredibile esempio di coraggio e dedizione venuto da una donna in divisa, non può far altro che stringersi attorno a chi amava Laura e che oggi la piange. (ASAPS)
Il commento dell’Asaps
Il sacrificio di Laura Battisti ignorato dai media
A noi “importa”, ed ora si renda onore all’assistente della Polizia di Stato caduta fuori servizio.
Solo chi “ama” gli altri si espone fino al sacrificio estremo
Poche, frammentarie notizie in qualche sito di cronaca. Sull’Ansa le righe sono 4, come i baffi sulla divisa di Laura. 4 baffi in tutto, due per ogni spallina: sono i gradi da Assistente della Polizia di Stato. Questo fa di Laura Battisti una poliziotta esperta, con una certa anzianità di servizio. Cosa vogliamo dire con questo? Semplice: non era una sprovveduta e se ha deciso di entrare in azione, a quell’ora di notte, da sola, libera dal servizio, vuol dire che ci credeva ancora. Eppure non c’è stato un telegiornale, un giornale radio, una pagina web di qualche network comunicativo, che abbia fatto il suo nome. Solo qualche riga d’agenzia, nella quale il nome di Laura non c’è. C’è sul sito dei “caduti della Polizia di Stato”, iniziativa spontanea di un gruppo di poliziotti che amano il loro lavoro e che onorano la memoria di chi l’ha amato fino all’estremo. Scusate, ma non ci sembra giusto. Non ci sembra affatto giusto dimenticare così una ragazza che nessuno aveva obbligato a fermarsi, a mostrare il distintivo, farsi raccontare quello che accadeva ed entrare in azione. Non ci sembra giusto non poter vedere la sua foto sui giornali, tutti o quasi impensieriti dal ritardo che il ricorso al Tar di una squadra imprimerà al campionato di calcio. Non ci sembra giusto parlare solo di Libano e di Galilea, di Hezbollah e di Iran, o di quanto i tedeschi amino ancora l’Italia. Non ci sembra affatto giusto che tutti abbiano saputo dal telegiornale, che il CNR è riuscito a clonare i cipressi di Bolgheri tanto cari al Carducci, condannati all’estinzione da un fungo killer esportato dagli americani con le casse dei mitra Thompson durante la seconda guerra mondiale e che invece quasi nessuno saprà mai che Laura è morta mentre difendeva tutti dall’illegalità. Badate bene, che solo un grande amore può aver spinto la poliziotta a scendere dalla sua auto per inseguire gli autori del furto. Solo un grande attaccamento alla sua professione, una dedizione assoluta ai valori che la animano e che ne sono propulsore in chi davvero ci crede, possono averla indotta ad entrare in azione e ignorare quel tarlo che qualcuno prova a insinuarti in testa fin dal giorno dopo il giuramento. “Per mille euro al mese, ma chi te lo fa fare?” Laura Battisti, 38 anni, si era arruolata in silenzio, aveva lavorato in silenzio e in silenzio se n’è andata. Chi gliel’ha fatto fare, non lo sappiamo, ma sappiamo che l’ha fatto per tutti voi, per tutti noi. Questo, a noi, importa moltissimo, “invece”.

http://www.asaps.it/10085-Roma,_poliziotta_muore_mentre_insegue_alcuni_ladri.html#n

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