mercoledì 13 agosto 2014

DOSSIER IPAB

 

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Ombre sull'istituto assistenza ciechi

Ipab, ribassi a buste aperte per aggiudicarsi gli appalti

La storia del tetto del Casale di S. Pio V, cioè la sede e il ricovero per i pazienti dell'istituto Sant'Alessio, così come la fornitura di servizi informatici, non è una storia qualsiasi.
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L'istituto per ciechi in via Casale San Pio V (foto Gmt)Così come la vicenda, riportata ieri da Il Tempo, della vendita di un terreno da parte dell'Ipab a una società dove, guarda caso, uno dei soci risulta essere il revisore dei conti dello stesso istituto. Ma torniamo al tetto dell'Ipab che offre assistenza ai ciechi. Gravemente compromessa da tempo, la copertura del Casale rende di fatto instabile la struttura, tanto che da 60 posti disponibili ne risulterebbero occupati circa 20, perché la Asl RmE non autorizza l'ingresso di ulteriori pazienti, con una perdita per l'Ente di circa 60 mila euro al mese.

I lavori per il rifacimento e la messa in sicurezza della copertura del Casale costeranno circa un milione di euro, ma si è ancora fermi alla progettazione. Ecco allora che la gara d'appalto per la progettazione esecutiva dei lavori, l'adempimento di tutti gli atti amministrativi per la corretta esecuzione delle opere e per la direzione dei lavori, assume contorni importanti. Tra la fine di febbraio e gli inizi di marzo l'Ente invita quattro ditte a formulare un preventivo di spesa. Le ditte rispondono rispettivamente (esclusi oneri e Iva): Studio Gemma, 66.300 euro; Studio Sanetti 55 mila euro; architetto Spezzano (l'unico che prevede anche la progettazione sicurezza), 60 mila euro; l'ingegner Bacchiarri 55.200 euro. La richiesta di preventivo non viene spedita contemporaneamente ma nell'ordine suindicato. A questo punto, il direttore generale, Andrea Liberati, invia una richiesta di integrazione al preventivo, chiedendo alle ditte di inserire il coordinamento sicurezza, già inserito nel preventivo dell'architetto Spezzano (60 mila euro). Gli altri, siamo arrivati a maggio, riformulano l'offerta.
Lo studio Sanetti: 62 mila euro; l'ingegner Bacchiarri 64 mila euro e lo studio Gemma, la ditta cioè che aveva fornito la parcella più alta nel primo turno (66.300 euro), propone una spesa di 58 mila euro. Curioso che nonostante l'integrazione di preventivo, lo studio Gemma, che aveva praticato il prezzo più alto rispetto alle concorrenti, riduca di ben 8 mila euro il compenso. E come se non bastasse, il 18 giugno lo stesso studio Gemma propone un ulteriore «sconto» arrivando a proporre la progettazione a 53.500 euro. Un mistero, reso però ancor più fitto dalla mancata firma della convenzione richiesta al ministero delle Infrastrutture che avrebbe eseguito i lavori per 20 mila euro. È vero che, a onor di cronaca, il direttore generale dell'Ipab, Liberati, ha più volte manifestato al ministero la volontà dell'Ente di stipulare la speciale convenzione per l'esecuzione dei lavori e contestualmente sollecitato l'aggiudicazione l'appalto allo studio Gemma.

Peccato che tutto questo sia avvenuto nello stesso giorno. Il 30 settembre il ministero risponde allegando copia della convenzione da firmare, e che avrebbe fatto risparmiare all'Ente 55 mila euro (il prezzo del ministero per la progettazione era di 16 mila euro, con Gemma l'Ipab spende 58 mila euro - non è stato applicato lo "sconto" proposto - più Iva e oneri, pari a un importo finale di 71 mila euro). La delibera di assegnazione dell'incarico allo studio Gemma è stata pubblicata il 14 novembre.
I misteri però non finiscono qui. Dopo la vendita di un terreno a una società, la Edilizia Mps srl con sede in via San Saba 22, dove guarda caso ha sede anche lo studio dei commercialisti Pozzi-Micozzi-Liberati, vale a dire rispettivamente consulente, revisore dei conti e direttore generale del S. Alessio. Sarà una coincidenza, ma anche la Punto In srl (prodotti e soluzioni per l'informatica), che ha rifornito l'Ente, seppure per poche migliaia di euro, ha sede proprio in via San Saba 22

Alessandro Verga

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