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IL GIURAMENTO |
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Autori di questo memoriale, siamo Angelo Garro e Annamaria Cremona, genitori dell’alpino Roberto Garro del 14° Reggimento Alpini, Battaglione “Tolmezzo” della Brigata Julia, 6° Compagnia, 10° Scaglione ’97 di stanza a Venzone UD. Caserma “Manlio Feruglio”; deceduto a Ospedaletto di Gemona il 9 giugno 1998, insieme ad altri tre commilitoni, tutti in servizio di leva ed a un mese dal congedo; tranne che per nostro figlio, il quale aveva presentato ed ottenuto ulteriore ferma di altri 12 mesi quale Volontario a Ferma Breve, solo due giorni prima della Sua prematura scomparsa.
Questo luttuoso e tragico avvenimento, sarebbe sicuramente passato sotto silenzio e del tutto inavvertito, se una serie di cose dette e fatte; e ci riferiamo a menzogne e soprusi, compresa una prima vera e propria intimidazione da parte di alti ufficiali niente affatto gentiluomini (dopo ne vennero altre), non ci avessero messo sull’avviso di una situazione di grave anomalia.
Il tutto inizia con una serie di testimonianze ricevute ma non richieste (sapete il detto: EXCUSATIO NON PETITIA, ACCUSATIO MANIFESTA), tra l’altro in contraddizione fra di loro.
Questo è, e vuole essere un atto di accusa verso i vertici militari responsabili di suddetta caserma, iniziando dal Gen. Gianfranco Marinelli, comandante la Brigata Julia, che avvallò questo metodo di comportamento, in seguito trasferito presso il Ministero Difesa a Roma; del comandante di Reggimento Col. Paolo Plazzotta (oggi prematuramente pensionato), attore e regista, e forse qualcosa di più in questa vicenda, compreso il comandante di Battaglione Franco Primicjeri che invitò il Reggimento a dimenticare questo episodio luttuoso; e sicuramente ci fu la collaborazione di tutto lo Stato Maggiore della Feruglio, che si rese complice nella congiura del silenzio e nell’occultare la verità imprimendo così una precisa direzione alle stesse indagini che furono chiuse nel giro di pochissime ore, con la scomparsa dell’unico teste chiave: tal Mirsad Cekic, autista dell’autoarticolato coinvolto in questo strano incidente, un giovanissimo bosniaco di 24 anni che si esprime solo in tedesco, interrogato grazie alla collaborazione per la traduzione, di un infermiere dell’Ospedale di Gemona del Friuli, improvvisato interprete, ma al Cekic non vengono eseguiti nemmeno i più elementari esami per appurare se vi fosse presenza di alcol nel sangue, avendo egli stesso dichiarato di aver cenato poco prima, dopo di che nonostante fosse un teste chiave, scomparve dalla scena e non se ne seppe più nulla; ed infine il dissequestro dell’autoarticolato in soli nove giorni dalla strage con cinque morti (quattro militari più una donna civile mai citata), senza perizie o quant’altro. La stessa Procura militare di Padova tacque nonostante………..!
E l’omertà dei vertici militari con la copertura delle Istituzioni continua. (abbiamo testimoni). Anche la nostra odissea della ricerca di giustizia e dignità per nostro figlio continua…………..
IL FATTO |
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IL BATTESIMO |
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La notte fra martedì 9 e mercoledì 10 giugno 1998, alle ore 01,45 della notte veniamo svegliati telefonicamente e ci viene comunicato dalCol. Paolo Plazzotta comandante della Caserma Feruglio dove il nostro unico figlio Roberto di 19 anni e mezzo presta servizio, e senza alcun preambolo ci comunica: è successa una disgrazia,_vostro figlio è morto insieme ad altri tre commilitoni. Veniamo altresì invitati a presentarci in caserma, in Friuli per il dovuto RICONOSCIMENTO; invitandoci specificatamente a presentarci in caserma per poi essere accompagnati da lui stesso presso l'Obitorio dell'Ospedale di Gemona.
Mercoledì 10 giugno alle ore 12 circa, dopo aver noleggiato due auto, con nostri amici e parenti, arriviamo in caserma in contemporanea con Antonio Lombardo, padre dell'alpino Giovanni di anni 22, uno dei quattro deceduti, proveniente da Taranto. Gli altri genitori: Angelo Cordori padre dell'alpino Andrea di Parma era già arrivato alle ore 08,30 e già congedato, e Ermes Bergonzini, padre dell'alpino Mirco arrivato alle ore 09,30 anch'egli già congedato (per congedati, intendiamo già rimandati frettolosamente a casa).
Quindi a tutti E' stato riservato il medesimo trattamento: fra abbracci, strette di mano e condoglianze, ci viene comunicato che il RICONOSCIMENTO è già stato fatto da ufficiali della caserma che nulla hanno da spartire con noi genitori comunque presenti, si è quindi trattato solo di un atto arbitrario senza alcuna delega che denota solo arroganza e tracotanza; ma a loro dire, solo per evitarci lo strazio di vedere i nostri figli a pezzi ( E' stata solo una vile menzogna), rincarando che comunque erano già chiusi nelle bare (anche ciò² si rivela² una menzogna) e come se tutto ciò² non bastasse sostennero anche che essendo i corpi sotto Autorità Giudiziaria non era possibile neanche vedere le bare (ennesima menzogna fra le tante menzogne, Vergogna!).
E' in questa occasione che il ten. Claudio Licitra, comandante la Compagnia di nostro figlio, ci comunica che egli stesso ha curato la ricomposizione e di averlo personalmente rivestito con la Sua amata uniforme; anche ciò² si rivelerà una menzogna, ma lo scopriremo solo in seguito. Ci viene consegnato il Suo borsone con le insegne dell'Esercito Italiano, contenente solo i Suoi effetti personali portati da casa, ma mancanti vari capi di vestiario personale civile, nonché qualsiasi capo di tipo militare del proprio corredo che gli era appartenuto (quasi un esproprio proletario, o meglio un furto in piena regola).
Questo è quanto in questa prima parte E' stato riservato a tutti noi, genitori dei quattro militari deceduti sebbene arrivati da tutta Italia, ci fu negata la possibilità di vedere per un ultimo estremo saluto i nostri figli e per il rituale riconoscimento.
A nessuno fu permesso di vedere i propri figli; fummo scippati di questo diritto a causa dell'arroganza e della prepotenza di chi abusa del proprio potere, specie se armato.
In seconda istanza, rimandati a casa con la menzogna, facendoci credere di non sapere quando l'Autorità Giudiziaria avrebbe concesso il nulla osta per i funerali militari, ci fu impedito, forse per la prima volta nella storia della nostra Repubblica di partecipare a questa cerimonia, o addio della caserma, come il Gen. Marinelli volle chiamarla cercando di minimizzare l'enorme sopruso commesso nei nostri riguardi; cerimonia svoltasi all'interno della stessa caserma Feruglio ed esattamente nell'ampio cortile dove il 22 novembre 1997, con noi presenti, nostro figlio giurava fedeltà alla Patria. Solo che questa volta nessuno di noi fu ammesso, anzi fummo letteralmente cacciati. Scoprimmo dopo 17 mesi da una testimonianza di Angelo Cordori, che egli fu scortato da un mezzo militare fino all'autostrada affinché non si recasse all'Obitorio di Gemona. Giovedì¬ 11 giugno 98, alle ore 16,30 attendiamo presso l'ingresso del Cimitero milanese di Chiaravalle la bara di colui che forse è nostro figlio; ed assistiamo cosa¬ ad un'ulteriore scena di oltraggio e di vergogna, ma anche ciò² lo realizziamo solo in seguito; al momento, dolore e lacrime non ci fanno connettere.
Giovedì¬ 11 giugno 98, alle ore 16,30 attendiamo presso l'ingresso del Cimitero milanese di Chiaravalle la bara di colui che forse è nostro figlio; ed assistiamo cosa¬ ad un'ulteriore scena di oltraggio e di vergogna, ma anche ciò² lo realizziamo solo in seguito; al momento, dolore e lacrime non ci fanno connettere.
Si presenta infatti un volgarissimo furgoncino Hyundai del tipo "vanette" targato AT576HZ di colore bianco completamente chiuso, usato di norma per il trasporto delle merci dai mercati, rigorosamente accompagnato da una Scorta militare nelle persona del Cappellano don Carmelo Giaccone (poco dopo per rimorso congedatosi) che viaggia su vettura dell'Esercito Italiano e con autista militare a seguito. Il furgone contiene due bare avvolte nel Tricolore e con sopra appoggiati due cappelli d'Alpino. Una di esse viene scaricata, con il dubbio che fosse quella di nostro figlio, l'altra prosegue il viaggio verso Modena: forse è quella dell'Alpino Mirco Bergonzini.
IL MISFATTO |
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Battesimo in uniforme nel Duomo di Tolmezzo |
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Al momento dolore e lacrime ci impedisconoogni chiarimento e considerazione, ma in seguito ci chiediamo perché questo oltraggio alla memoria di questi ragazzi e perché le autorità militari hanno permesso anche questo oltraggio al Tricolore? Inoltre ci chiediamo come E' stato possibile questo scambio truffaldino delle auto funebri con volgari furgoncini nonostante la presenza di quattro ufficiali di Scorta (uno per auto) e ciò nel bel mezzo della strada?
Spinti dal desiderio di verità chiediamo ed otteniamo copia del contratto di appalto; scoprendo così non solo una grave truffa ai danni dello Stato che ha pagato per buono un servizio cattivo e oltraggioso, ma scopriamo anche che a partecipare alla Gara di Appalto per il servizio funebre e il trasporto ai luoghi d'origine dei quattro Alpini, ad aggiudicarsela non è il sig, Giuseppe Calabrese, titolare della Impresa di Pompe Funebri "Amadeus" di Osoppo; personaggio con precedenti penali, inquisito e condannato per reati vari (si allega copie di giornali che ne riportano la notizia e relative condanne e a rigor di legge non poteva neanche partecipava alla Gara) e ciò presentando (pare) offerta superiore ad altro concorrente (tanto da far supporre una turbativa d'Asta e che il racket del caro estinto sia entrato in caserma) e per non smentire la propria fama di truffatore scambia i quattro carri funebri "Mercedes" con due furgoncini (allego copia del contratto e copia di fac-simile dei furgoni) sotto lo sguardo (compiacente?) degli ufficiali della Scorta che lasciano fare. E' forse in tale operazione che si scambiano i cappelli nonostante fossero fortemente contrassegnati con i rispettivi nomi dei quattro defunti, tanto che il cappello di Bergonzini di Modena finisce a Taranto e quello di Lombardo di Taranto finisce a Modena.
Sembra una sciocchezza; ma è in questo modo, superficiale, negligente e carico di indifferenza che è stata gestita tutta questa vicenda drammatica e crudele.
Solo un mese dopo, in occasione di una Messa in suffragio, celebrata nella caserma di Venzone è stato possibile ai genitori di riportare al posto giusto i due cappelli; non tanto per i cappelli in se, ma per tutto quello che essi rappresentano.
Sabato 13 giugno, celebriamo a Milano i funerali religiosi partendo dalla nostra abitazione. In questa occasione è presente un Picchetto d'Onore (otto uomini) mandato dalla Caserma Feruglio, comandato dal s.ten. Luigi Usai, della 6° Compagnia, la stessa di nostro figlio. Anch'egli, anche se non richiesto ci comunica di aver rivestito personalmente con l'uniforme nostro figlio (ancora una volta una menzogna e i dubbi crescono). Infatti qualche tempo dopo, recandoci come ogni mese a Ospedaletto di Gemona, per depositare dei fiori sul luogo dell'incidente, dove oggi sorge un Cippo consacrato, un ufficiale della stessa caserma di passaggio, ci confessa che i ragazzi sono sicuramente nudi e forse le uniformi le hanno ripiegate sui piedi (scopriamo in seguito che......)
Martedì 13 ottobre '98, dopo innumerevoli e insistenti richieste otteniamo dal Cappellano don Tiziano Sterli, n° 2 video-cassette, la 1° è della cerimonia del Battesimo, Cresima e Prima Comunione avvenuta giovedì 4 giugno 98 (solo cinque giorni prima della Sua tragica scomparsa in uniforme nel Duomo di Tolmezzo. Nella 2° video-cassetta vi E' registratia la cerimonia del funerale militare all'interno della caserma Feruglio, e dove raccogliamo una serie di importanti testimonianze, come ad esempio: il comandante del Reggimento che nonostante la tristissima cerimonia, in maniche di camicia parlotta distrattamente con un collega. Il Gen. Marinelli non si preoccupa dell'assenza evidente dei familiari dei caduti e pronuncia un banalissimo discorso, ma la chicca la offre don Carmelo Giaccone che nella omelia funebre, al Reggimento schierato, invita a dimenticare questi quattro sfortunati commilitoni. Tutto ciò e altro ancora è la conferma di quanto fu fatto anche dal Col. Franco Primicjeri comandante di Battaglione, per quanto ci fu riferito.
Ma qualcuno E' andato oltre; perché in seguito l'invito di dimenticare fu fatto a noi personalmente ed in maniera meno ortodossa; dato che la parola d'ordine in questa vicenda è sempre stata: dimenticate questa storia.
Martedì 8 dicembre 98, colti da dubbi e sospetti circa notizie raccolte in loco a Ospedaletto, secondo cui uno dei militi fosse rimasto privo di una mano, mano che pare non sia stata ritrovata in quanto non furono utilizzate nemmeno le unità cinofili di cui la Protezione Civile vanta il possesso. Ciò² ci spinge a presentarci alla Procura di Tolmezzo e chiedere di vedere le foto che sicuramente sono state fatte a seguito dell'incidente alle salme, ed ottenerne una copia. Scopriamo cos'è la grande menzogna di cui siamo stati vittime: NOSTRO FIGLIO E' PRESSOCCHE' INTEGRO, altro che a pezzi. Quindi, se lavato e ricomposto civilmente e cristianamente, come Gli era dovuto, anche un bimbo avrebbe potuto vederlo, riconoscerlo, nonché dargli un ultimo bacio d'addio. Tutto ciò a noi fu negato!
L'INTIMIDAZIONE |
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Esequie in caserma a Venzone |
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Domenica 10 gennaio 1999, sul luogo del Cippo che commemora i quattro Alpini, veniamo raggiunti dal nuovo Comandante la Brigata Julia Gen. Ivan Resce, che dopo i soliti convenevoli, ci invita a dimenticare questa storia e non cercare inutili vendette. Questa frase non merita commenti, pensiamo si commenti da sola. Però questa frase ci lascia perplessi poiché questo generale appena arrivato nulla aveva da spartire con questa storia. E allora perché si compromette?(?) E lo fa ancora in seguito!
Mercoledì 10 marzo 99, sempre in cerca di chiarimenti e di verità , ci rechiamo presso l'Obitorio di Gemona in cerca del personale presente fra il 9 e il 10 giugno 98. Un addetto dell'Obitorio a nome Maurizio Xx Xxxxx ci informa di quel terribile giorno e della fretta inspiegabile di un Ufficiale definito "Penna Bianca" (Uff.Sup.di cui scoprimmo in seguito il nome) nel voler a tutti i costi chiudere velocemente le bare appena terminato l'esame AUTOPTICO VISIVO. Fretta apparentemente non giustificabile, ma che comunque non permise che le quattro salme fossero lavate e rivestite con le Loro uniformi, ma messi in sacchi di plastica neri e chiusi per sempre nelle bare, come merce senza valore o volgarissime cavie da laboratorio o semplicemente uomini usa e getta. (Infatti tutto ciò fu solo il preludio di quanto successe in seguito, esattamente l'8 marzo 2000 quando uscendo dal Parlamento dopo un cordiale incontro con il Presidente della Camera on. Luciano Violante, fummo avvicinati da un alto ufficiale che con la banale scusa di un colloquio chiarificatore presso il Ministero della Difesa dove fummo condotti con un'auto del Ministero della Difesa, ci trovammo da soli chiusi a chiave in una stanza e sottoposti a interrogatorio per ore da alti ufficiali appartenuti alla caserma di nostro figlio al tempo dei fatti. Tipico esempio di un classico "sequestro di persona a scopo intimidatorio" da parte di quattro alti ufficiali, due dei quali coinvolti nella tragedia di nostro figlio in quanto presenti ai fatti).
LA TRUFFA AI DANNI DELLO STATO |
Come da contratto d'appalto presentiamo targhe e modelli dei Carri Funebri partiti da Venzone (come da filmato allegato) per varie destinazioni e scambiati durante il tragitto, forse appena fuori dalla Caserma Feruglio. 1) Brgonzini Mirco: Mercedes targa UD620597 uscita per 1° 2) Lombardo Giovanni: Mrcedes targa UD743600 uscita 2° 3) Cordori Andrea: Mercedes targa AD357HB uscita 3° 4) Garro Roberto: Mercedes targa AK921TP Arrivo a Milano presso il Cimitero di Chiaravalle un vanette bianco marca Hyundai targa AT576HZ, guidato dalla sig.ra M. Zanaboni e dal Giuseppe Calabrese, entrambi della Impresa Pompe funebri "Amadeus" di Osoppo UD, con scorta militare nella persona del cappellano don Carmelo Giaccone della Caserma Gotti di Vittorio Veneto. A seguito di tutte queste strane circostanze : - Mancato riconoscimento da parte dei genitori, benché presenti. - Mancata vestizione e ricomposizione, nonostante il millantato credito di due ufficiali. - Mancata partecipazione dei genitori ai funerali militari, nonostante la presenza in loco. - Per la immediata scomparsa del teste chiave. - Per le mancate testimonianze dei commilitoni presenti al fatto. - Per il dissequestro dell'auto articolato in soli nove giorni dal fatto nonostante 5 morti, e senza perizie. - Per l'eccessiva fretta di chiudere le bare e l'eccessiva fretta di archiviare. - Per l'assegnazione dell'appalto per la riconsegna delle salme ad un noto truffatore già inquisito. - Per l'indifferenza delle Scorte verso un'azione criminosa e colpevoli di violata consegna. - Per le innumerevoli Istanze di Riesumazione presentate e sempre respinte. - Per l'indifferenza dimostrata dalle Istituzioni ad ogni nostro appello di rendere Giustizia e Dignità , a nostro figlio, noi genitori dell'Alpino Roberto Garro, per lungo tempo ci siamo chiesti: - COSA E' SUCCESSO VERAMENTE A NOSTRO FIGLIO ? CHE FINE HA FATTO ? - DOVE E' SEPOLTO VERAMENTE ? PERCHE' TANTI MISTERI NON CHIARITI ?
Cercando una risposta a tutte queste domande ci siamo appellati il 12 maggio 1999, prima al Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, e subito dopo il 18 maggio 99 al neo Presidente della RepubblicaCarlo Azeglio Ciampi. Appelli continuati con ben 18 Istanze in tre anni, tutti senza risposte e proseguiti con altri 16 nei seguenti 7 anni per un totale di 34 in 10 anni, compresa la Presidenza di Giorgio Napolitano. Ai Presidenti del Consiglio Massimo D'Alema, Berlusconi e Prodi, ai Ministri della Difesa Scognamiglio e Mattarella. Ai Ministri di Grazia e Giustizia, on. Oliviero Diliberto e on. Piero Fassino. (1.5.2000 - 4.6.2001). Per due volte ci siamo appellati a S.S. Giovanni Paolo 2°. (16 aprile 2000 e 24 agosto 2000 ). Sono state presentate Interrogazioni Parlamentari dalla Lega Nord, Forza Italia, Rifondazione Comunista,Interrogazione a risposta immediata "Question Time" in diretta RAIUNO il 10.11.1999. N° 2 Mozioni Urgenti del Consiglio Comunale di Milano votate all'unanimità (4.1.2000 e 13.11.2000 ). N° 1 Mozione Urgente del Consiglio Provinciale di Como ed inviata al Presidente della Repubblica. Appelli alla Sig.ra Franca Ciampi da persone dello spettacolo come Franca Rame e il proprio marito Premio Nobel, Dario Fo. ( 23 febbraio 2000 ). Incontri con il Presidente della Camera Luciano Violante(08/03/2000) e Fausto Bertinotti (17/09/2007), e il Presidente del Senato Nicola Mancino (11/10/2000). Si è costituito a Milano il "COMITATO SPONTANEO ROBERTO GARRO" che ha raccolto in tutta la Lombardia ben 17 mila firme che sono state inviate al Presidente della Repubblica, alla Commissione Difesa e alla Commissione Giustizia della Camera, e alla Procura di Milano.
L'11 dicembre 2000, la bara è stata finalmente riesumata per ordine del Procuratore milanese dott. Fabio De Pasquale; trasportata all'Obitorio presso l'Istituto di Medicina Legale di Milano, in nostra presenza, e della Polizia Giudiziaria è stata aperta e il suo interno fotografato. Lo spettacolo che si è presentato è stato dei più ignobili. Il corpo di nostro figlio, finalmente RICONOSCIUTO da noi ed in quasi perfetto stato di conservazione si presentava completamente nudo e scomposto, con la Sua uniforme a mo di stracci vecchi, ammucchiata sul torace (foto ed articoli di quotidiani che ne riportano ampiamente la notizia benché in nostro possesso, solo per rispetto alla memoria di nostro figlio non verranno allegati). In definitiva, nostro figlio; nostro orgoglio e nostro vanto, fu gettato nella bara nudo, sporco e scomposto. Un gesto che è un insulto ad ogni norma di onore e di civiltà ; e nessuno ancora chiede scusa.
Il 4 luglio 2001, con la nuova maggioranza di centro destra ed il nuovo Governo Berlusconi, siamo ricevuti a Palazzo Chigi dal Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri dr. Gianni Letta, ed il 5 luglio 2001, ricevuti dal Presidente della Commissione Difesa della Camera on. Luigi Ramponi di A.N. (ex generale dei bersaglieri), coadiuvato dall'on. Filippo Ascierto e dall'on. Alessandra Mussolini,entrambi di A.N. L'Audizione però viene aggiornata ad ottobre. Infatti il 16 e 17 ottobre ci presentiamo nuovamente a Montecitorio più agguerriti che mai. A questa nuova Audizione con i componenti la Commissione Difesa già sopra citati, partecipa anche il M.llo Domenico Liggiero dell'OSSERVATORIO delle FF.AA. e per la prima volta torniamo a casa con in mano una proposta di modifica della legge sui risarcimenti ai militari di leva e volontari morti in servizio. Ma il tutto si rivelerà ancora una volta illusorio e deludente, e nessuna promessa viene mantenuta. Ed ancora una volta restiamo anche in attesa delle "scuse" da parte dello Stato per gli oltraggi a nostro figlio. Vale a dire ancora una volta senza giustizia. Ma noi non ci siamo mai arresi e non intendiamo farlo. Abbiamo proseguito durante tutta la 14° legislatura (Governo Berlusconi) con altri 17 appelli al Presidente del Consiglio, 11 e più appelli al Ministro della Difesa, al Ministro della Giustizia, a vari Parlamentari e Senatori della stessa legislatura pur proseguendo con appelli al Capo dello Stato C.A.Ciampi. Tutti ancora una volta ignorati e senza risposte.
DOPO TANTO LOTTARE NULLA E' CAMBIATO. IN ITALIA E' IMPOSSIBILE OTTENERE GIUSTIZIA Segue .....
L'ITALIA DEI MISTERI E DEI SOSPETTI |
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Dissequestro (vedere pag.2 ISTANZE) |
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ALPINI MORTI A GEMONA: UN ALTRO CASO USTICA? Da indagini svolte nel tentativo di fare chiarezza sulla improvvisa e tragica scomparsa del nostro unico figlio e sconcertati dall'indifferenza delle Istituzioni, e dall'ostruzionismo di una certa magistratura; sia ordinaria che militare, dalle menzogne e dai tanti misteri con cui ci siamo scontrati in questi mesi di indagini, da sospettare che per i quattro Alpini deceduti a Ospedaletto di Gemona del Friuli il 9 giugno 1998 non fosse veramente un nuovo Caso Ustica. La domanda immediata e spontanea è: Perché tante menzogne e sotterfugi? Cosa vi era da nascondere? Perché tanta fretta di chiudere e archiviare senza un minimo di indagini, come la semplice perizia sull'autoarticolato coinvolto e dissequestrato in soli nove giorni? Quale significato dobbiamo attribuire all'espressione a noi riportata: non deve filtrare assolutamente niente; ordine del Ministero!? E perché per quasi tre anni ci è stato impedito dalla magistratura di fare chiarezza sulla identità della salma che ci è stata recapitata? Inoltre perché dopo quasi cinque anni non riusciamo ancora ad ottenere una risposta ai nostri tanti appelli inviati a tutti i componenti della classe politica italiana o una seria sentenza che faccia giustizia? Quanto di tutto ciò è opera del SISMI? E soprattutto, chi si è voluto coprire o favorire?
QUATTRO VALIDE RAGIONI PER SOSPETTARE; ANZI CINQUE! FORSE ANCHE SEI! 1°) Come già accertato, i quattro Alpini non avevano alcuna fretta di rientrare in caserma, quindi perchè lo stavano facendo con due ore di anticipo sullo orario previsto da regolamento? Che non fosse stato Loro affidato qualche incarico fuori ordinanza? Ma ciò chiariremo pi+ avanti. Fu lungo il breve percorso verso la caserma a bordo della Peugeot 205 guidata dallo stesso proprietario l'Alpino Bergonzini che pur avendo sorpassato la Fiat Tipo su cui viaggiavano gli altri cinque Loro commilitoni in una ampia curva destrosa, erano regolarmente rientrati sul lungo ed ampio rettilineo. Duplice testimonianza (poco ortodossa e fotocopia) di due giovani che precedevano a bordo di una Renault Clio avrebbero visto i militari sbandare ed occupare la corsia opposta da dove arrivava un autoarticolato austriaco guidato da un giovane bosniaco. DOMANDA: Come fecero questi a vedere tutto trovandosi davanti, di notte in un tratto totalmente buio ed in curva? Forse dallo specchietto retrovisore rischiando cos'è di uscire di strada in curva? E perché fu spostata la Clio (anche ciò è a verbale) prima del'arrivo della Polizia alterando cos'è¬ la scena del disastro. 2°) Altra testimonianza: I quattro militari passarono la serata (solo due ore), mangiando bruschette e bevendo bibite analcoliche. Inoltre dalla versione ufficiale risulta che solo nove militari a bordo di due auto fossero coinvolti in questo strano incidente, ma viene celato, sempre da testimonianze raccolte in loco, che vi era una terza auto Opel GS di probabile colore bianca o comunque chiara con probabili tre persone a bordo, che partì insieme alle prime due. Chi erano codeste persone? Forse ufficiali? Sottufficiali? (abbiamo foto che documentano situazioni analoghe) Erano magari questi coinvolti in un tentativo, magari per gioco, di impedire il rientro dal sorpasso, o impedire lo stesso sorpasso e quindi la frenata, lo sbandamento e la strage? Oppure ancora peggio in un più plausibile gioco pericoloso, questigettarono proprio loro una bomba a mano all'interno della Peugeot 205? Dopodicché la fuga verso la caserma trovando coperture e complicità dei superiori? A chi si riferiva il col. Paolo Plazzotta quando alle ore due della notte, o meglio del mattino di mercoledì 10 giugno 98 sul luogo della strage, inveiva come uno scaricatore: e io adesso che c.... dico ai Carabinieri, che eravate ubriachi fradici? Non certo ai nove militi che da testimonianze raccolte non avevano assolutamente bevuto! Allora chi erano gli ubriachi? Forse proprio i misteriosi tre di grado superiore coinvolti ed in seguito coperti e protetti? Evento che era già successo in passato e di cui anche noi si conosce il nome. E se questi fatti fossero esatti, è evidente che vi sia stato un grave concorso di colpa in strage di probabili ignoti e in complicità di probabili noti. Ma ciò che balza agli occhi per stranezza e incongruenza è: se si sospettava uno stato di ubriachezza, perchè non fu eseguita autopsia a nessuno e tanto meno al guidatore della Peugeot 205? Forse perchè ubriaco era proprio il col. Paolo Plazzotta? (i tratti somatici del beone li aveva tutti). E il gen. Gianfranco Marinelli (in seguito promosso) quale e quanto ruolo ha avuto in tutto ciò? E dato che sapeva perché¨ ha taciuto? 3°) Altra inquietante ipotesi,che tutti, o solo uno, magari il Bergonzini proprietario dell'auto, abbia o abbiano visto o udito qualcosa che non dovevano vedere o sentire, e per questo eliminati? Infatti non era né difficile né impossibile per degli esperti quali erano in quella caserma, considerata il fiore all'occhiello per la massima efficienza ed operatività ; e chiunque sapeva esattamente del lavoro e orari obbligati (potevano uscire solo dopo le 20,30) quindi facilmente individuabili sia per orari che per compagnia. Inoltre essendo in possesso di un tipo di auto di comune utilizzo; in questo caso, se un congegno esplosivo fosse stato piazzato nell'auto che forza maggiore dovevano utilizzare, non avendo a disposizione altri mezzi di trasporto, tipo autobus del servizio pubblico o autobus navetta dell'esercito,bastava un telecomando o una frenata perché esplodesse, esattamente come infatti è avvenuto. Magari l'obiettivo era qualcun altro possessore di un'auto simile. Infatti erano numerose le auto Peugeot 205 nell'immenso parcheggio esterno della caserma, auto molto comune fra i giovani. Domanda: che i nostri figli siano stati eliminati per errore al posto di qualcun altro? |
L' ITALIA DEI MISTERI |
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20 Domande senza risposte |
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4°) Tornando alla prima ipotesi accennata all'inizio, ma che non si discosta dalle altre appena esposte, è che i quattro Alpini stessero eseguendo uno di quei Favori-Ordini fuori ordinanza a cui non ci si può sottrarre, trasportando per conto di qualcuno, forse un pacco, un involucro o una borsa contenente qualcosa di pericoloso (come materiale esplodente) ma di cui ignoravano il contenuto. D'altronde è oltremodo facile influenzare dei bravi ragazzi allevati nell'amore e nel calore di una famiglia felice e che per la prima volta sono lontani da casa e da affetti; e va da se che in tale ambito, la richiesta di un favore da parte di un superiore che in tale occasione funge anche da nonno abbia l'effetto di un ordine. Considerando anche il colloquio telefonico al cellulare solo appena cinque minuti prima della Sua morte, rispondendo alla domanda della mamma: Perché rientrate cos'è presto? (erano solo le 22,30 e potevano protrarre il rientro fino alle 00,30 cioè mezz'ora dopo la mezzanotte)Dopo ti spiego! fu la risposta. Cinque minuti dopo era già Andato avanti. E se è esatta questa ipotesi, allora si spiega: 1) Perché l'auto si è disintegrata dopo essere esplosa; come risulta da verbale. 2) Si spiega perché nei tre giorni seguenti, siano stati raccolti anche i più piccoli frammenti utilizzando camion a spazzole anche nel campo che fiancheggia la strada. 3) Si spiega perché l'autista bosniaco dell'autoarticolato sia scomparso nella nottata senza aver fatto alcun esame del sangue per accertare attraverso l'esame alcolemico un qualsiasi stato di ebrezza (forse per eliminare un testimone scomodo? E magari era anche un clandestino impiegato in nero in Austria, cos'è come fanno tante ditte di trasporto oltre confine? E per questo non si è voluto scomodare l'allora Ministro degli Esteri Lamberto Dini?) 4) Si spiega perché¨ lo stesso autoarticolato nonostante cinque morti, dopo soli nove giorni sia stato dissequestrato e rispedito in Austria senza nemmeno una perizia che accerti: a) Il grado di efficienza del pesante mezzo trattandosi di un vecchio modello Volvo. b)Appurare veramente l'avvenuto scontro frontale con la Peugeot 205. Ma sopratutto si spiega 5) Perchè tanta fretta di chiudere le bare con i militari sporchi e nudi anziché ripuliti e rivestiti con le Loro uniformi, cioè con la Dignità e l'Onore che era Loro dovuto. Funerali militari celebrati in sordina e quasi in segreto, impedendo anche con l'inganno e la menzogna ai familiari di parteciparvi, svolti all'interno della stessa caserma Feruglio sulle cui mura esterne campeggia quel LIMITE INVALICABILE sorvegliato armato, che separa per la vita nonché per la morte i figli dai genitori. Ed ancora una volta la domanda è inquietante: Possibile che il SISMI (Servizio Segreto Militare) abbia ignorato con tanta leggerezza queste morti? E perché? Da parte di chi è stata veramente premeditazione? Tanto da giungere fino a noi casualmente la direttiva impartita: ...non deve filtrare assolutamente nulla; ordine del Ministero!? 5) Ultima più verosimile ipotesi sospetta, avvallata dalle innumerevoli menzogne messe in atto, dalla repentina scomparsa di tutti i personaggi più o meno coinvolti, sia di truppa che dello Stato Maggiore; chi per congedo, chi per trasferimento e chi precocemente pensionato, è che i quattro militari, per una ragione mai chiarita, non siano rimasti vittime di un misterioso, ma probabile attentato dinamitardo (E torna l'ipotesi della bomba), considerando e non escludendo che potrebbe essere benissimo una contestazione a sfondo politico, considerando che proprio quel territorio, il Nord-Est da sempre è stato testimone delle gesta della Falange Armata (ricordiamo Peteano) nonché patria di forti contestazioni con attentati dinamitardi da parte di Altoatesini e Gladio; quindi da considerare vittime di terrorismo?. Infatti come già esposto, proprio perché accertato dai verbali, vi fu uno scoppio e conseguente disintegrazione dell'auto su cui Essi viaggiavano, e ciò fa supporre proprio in virtù dei tanti silenzi, procedure accellerate, affrettate archiviazioni con conseguenti occultazione di prove, nonché il rifiuto categorico del magistrato di Tolmezzo dr. E. Cavalieri (sempre e da sempre solo lui) di concederci un colloquio in quanto noi parte offesa; tanto da alimentare il sospetto che nostro figlio insieme ad altri tre commilitoni sia rimasto vittima innocente di un attentato dinamitardo ad opera di terroristi o magari di nostri vicini di confine Amici-Nemici? Azione questa che avrebbe costretto ad un intervento politico laFarnesina nella persona del ex Ministro degli Esteri Lamberto Dini provocando cos'è un incidente internazionale di enormi dimensioni; ma che molto cortesemente gli si è voluto evitare questa scomoda incombenza contro dei nostri vicini alleati, archiviando tutto frettolosamente? E ciò a discapito della giustizia nonché del rispetto della dignità dei caduti e dei diritti umani? Oppure tutto ciò è avvenuto per volontà e decisione del SISMI che come sempre copre tutto col Segreto di Stato o il Riservatodando esecuzione alla direttiva: ...non deve filtrare assolutamente nulla, ordine del ministero! E sopratutto quella bara non si deve assolutamente aprire (conosciamo i nomi). E infine, smembramento e trasferimenti di tutto lo Stato Maggiore, (magari attraverso i quattro militi si voleva colpire proprio loro o lo Stato italiano? Cos'è come sempre avviene nei casi di terrorismo?) ritorsioni e intimidazioni verso di noi, prima da parte di un altissimo ufficiale, che se pur estraneo ai fatti, presentatosi in uniforme e lustrini, ci invita a dimenticate e non cercare inutili vendette, che tanto non ci avrebbero portato a niente. E ciò si ripete ancora in seguito, quando il 8 marzo 2000 a Roma, uscendo dal Parlamento, dopo un incontro con il Presidente della Camera dei Deputati on. Luciano Violante, subimmo un'azione dai contorni di un sequestro di persona a scopo intimidatorio (ad opera del gen. G. Marinelli, del col. F. Primicjeri, col. Battaglini ed un Ignoto in borghese: alto e con folti baffi che nessuno ci presentò, forse dei Servizi Segreti?) evento che purtroppo al momento sconcertati non pensammo di denunciare ai Carabinieri immediatamente. |
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L'ITALIA DEI MISTERI |
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Contratto - dichiarazione |
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Per niente intimoriti, e per ridare quella Dignità negata a nostro figlio, abbiamo presentato un primo Esposto-Denuncia alla Procura di Tolmezzo UD chiedendo la riesumazione della salma del nostro presunto figlio che riposa a Milano nel Cimitero di Chiaravalle, dato che nessuno di noi, o altri da noi delegati, abbia identificato o riconosciuto Lui o gli altri commilitoni deceduti in quel maledetto martedì 9 giugno 1998 a Ospedaletto di Gemona del Friuli. Per noi, per lungo tempo è stato forte il sospetto che fosse avvenuto in nostra assenza e senza il dovuto riconoscimento, un terribile scambio di salme. Le indagini della Procura di Tolmezzo, per i fatti su esposti, furono affidate al P.M. dr. Enrico Cavalieri il quale le archiviò in soli cinque giorni senza espletare nessuna indagine (è a verbale). Anche l'indagine sulla truffa ai danni dello Stato, (in cui ci riteniamo Parte Civile, nonché offesa, perché ha danneggiato l'immagine di nostro figlio) perpetrata da Giuseppe Calabrese titolare dell'Impresa di Pompe Funebri Amadeus, noto pregiudicato già inquisito e condannato è ancora una volta affidata al dr. E. Cavalieri e giace, bontà sua, nel mistero e nel silenzio. Altre tre denunce contro lo Stato Maggiore della caserma Feruglio, vengono affidate ancora al dr. E. Cavalieri, e rimangono anch'esse senza risposta; solo dopo esserci rivolti alla Corte Europea dei Diritti Umani di Strasburgo e forse per impedirci di proseguire, il dr. E. Cavalieri ormai promosso Procuratore Capo chiede ed ottiene una proroga alle indagini di sei mesi; i quali ormai scaduti da molti mesi sono attualmente ancora senza risposta. Inoltre in questi quasi cinque anni, si è sempre rifiutato di incontrarci e di parlare con noi ed i reati ormai in procinto di cadere in prescrizione,(ingiustificabile e inqualificabile). Anche per il col. F. Primicjeri la carriera ha avuto una svolta con promozione, tanto che è tornato in quel di Venzone presso la caserma Feruglio in veste di comandante di Reggimento. anche il magg. gen. G. Marinelli viene promosso a Capo del Primo Reparto Personale dello Stato Maggiore della Difesa presso il Ministero della Difesa a Roma. Promozioni vengono elargite anche a tutti gli altri coinvolti. Nessuno è mai stato punito. CONGRATULAZIONI, SI FA CARRIERA SULLA PELLE E SULLA DIGNITA' DEI NOSTRI FIGLI. Tutti questi eventi confermano il nostro LEGITTIMO SOSPETTO che questo magistrato non ha un equo, imparziale e sereno giudizio nei nostri confronti; e quindi nostra intenzione adire nei suoi confronti e chiedere il trasferimento del processo ad altra città e ad altro magistrato. 6°) Ultima e forse non del tutto fantasiosa ipotesi, dati i precedenti che dal 1994 vedono le Regioni del Friuli Venezia Giulia e Veneto sotto il tiro criminale del cosiddetto "UNABOMBER" che in maniera del tutto imprevedibile e indiscriminatamente colpisce in supermercati, spiagge, cimiteri, chiese, tribunali e perchè no caserme? Considerato che manomettere un'auto parcheggiata e incustodita nel grande parcheggio esterno alla Caserma Feruglio, era ed è ancora oggi un obiettivo alla portata di chiunque voglia colpire la stessa. D'altronde nessuno ha mai indagato in questo senso, e perché sono morti quattro soldati in tempo di pace, nonostante i tanti lati oscuri, e perché furono oltraggiati e vilipesi dopo la morte! NOI RESTIAMO COMUNQUE IN ATTESA DI CHIAREZZA E DI GIUSTIZIA.
Anche la Proposta di Legge Unificata del Presidente della Commissione Difesa della Camera, on. L. Ramponi e dell'on. P.Ruzzante dei D.S. sui risarcimenti a militari caduti in servizio, condivisa da Maggioranza e Opposizione; che ci ha visto artefici e sostenitori, giace arenata nei meandri delle Commissioni nonostante l'imminente invio di truppe italiane in zone di guerra Medio-Orientali come l'Afganistan e l'Iraq. ANCORA UNA VOLTA I NOSTRI SOLDATI SONO CONSIDERATI SOLO "CARNE DA MACELLO" CHE DIO PROTEGGA I NOSTRI SOLDATI....; PERCHE' LO STATO ITALIANO CERTO NON LO FARA' !
http://www.alpinorobertogarro.it |
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Addolorata ed incredula di quanto è avvenuto mi auguro con tutto il cuore che la verità emerga e che Roberto e i suoi amici possano avere giustizia!
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