Gerusalemme Celeste: I documenti, che i primi Cavalieri Templari avrebbero riportato alla luce dai sotterranei del Tempio di Erode, erano scritti con incomprensibili caratteri greci ed aramaici. Non essendo i Cavalieri in grado di decifrarli, vennero portati ad uno studioso del tempo noto a Geoffrey de Saint-Omer, braccio destro di Hughes de Payns, fondatore dell’Ordine. Si trattava di un certo Lambert (c1121), del Capitolo di St. Omer, insegnante a riposo che, pressato dall’emissario dell’Ordine, effettuava una frettolosa traduzione dei testi sottopostigli. Il risultato venne condensato in uno schizzo raffigurante la cosiddetta G., uno schizzo che è giunto fino a noi. Vi compaiono una torre celeste principale, due torrioni che si staccano su due colonne
centrali, tre torri minori con pilastri propri, e sei edifici di sfondo, uguali tra loro, per un totale quindi di dodici strutture architettoniche complessive. Le torri poste sulle colonne centrali, sovrastate da un archivolto denominato "Sion" (Israele), sostengono la volta celeste. Esse sono identificate con il nome di Giacomo (o Giacobbe), una conferma dell’ipotesi templare che non era stato Pietro il designato alla successione del Cristo. Inspiegabili invece le decorazioni, ripetute in più punti dello schizzo, raffiguranti squadre e compassi. Lo schizzo evidenzia il nome di Giovanni Battista quale fondatore della città, ignorando invece quello di Gesù Cristo. Al di sotto delle due colonne centrali, ad indicare quindi una posizione a queste subordinata, vi sono tre grosse squadre, infilate nelle balconate delle torri, ciascuna sormontata da un compasso posto alla sommità dell’edificio. La squadra di destra è denominata Andrea, quella centrale Pietro, mentre il nome apposto su quella di sinistra è indecifrabile. Una possibile interpretazione di questo messaggio sarebbe che la diretta discendenza dell’autorità di Gesù attraverso Pietro è decisamente smentita, poiché è inequivocabilmente indicato che soltanto Giacomo (detto il Giusto) era a capo della chiesa di Gerusalemme, mentre a Pietro era assegnato un ruolo di rilievo ma comunque subordinato. La disposizione delle tre torri, ciascuna con squadre e compassi, ricorda invece molto da vicino lo schema classico di una moderna Loggia massonica, in cui le tre figure chiave sono simboleggiate dal Sole (Rah), dalla Luna (Thoth) e dal Maestro Venerabile.



Gesuiti: Chierici regolari appartenenti all’ordine religioso della Compagnia di Gesù, fondata a Parigi nel 1534 da s. Ignazio di Loyola, con altri sei compagni. Approvata da Paolo III nel 1540, la loro regola, detta costituzione dell’istituto, aveva carattere e disciplina militare, ed in base ad essa i membri della Compagnia si ponevano a completa disposizione del pontefice per qualsiasi compito questi volesse affidargli per la maggior gloria di Dio (di qui il loro motto: Ad Maiorem Dei Gloriam). Dediti ad un’intensa vita interiore, alimentata dagli esercizi spirituali scritti da s. Ignazio, i G. dovevano far fronte a tutte le necessità imposte dalla Controriforma (v.) e dall’evangelizzazione di nuovi paesi. Inoltre, nel 1547, s. Ignazio affidò alla Compagnia il compito dell’insegnamento, che divenne una delle principali attività dei G. ed il punto di forza della loro diffusione. I membri dell’ordine si dividono in: novizi, scolastici e professi. A questi ultimi, che emettono i tre voti di povertà, castità ed obbedienza, più un quarto voto di obbedienza speciale al papa, si affiancano i coadiutori spirituali, che emettono soltanto i tre voti semplici. L’ordine comprende anche i coadiutori temporali, che attendono ai servizi materiali, e tutti poi dipendono da un preposto generale eletto a vita dalla congregazione generale. Alla morte di s. Ignazio (1556) i membri della Compagnia erano già più di mille, ed all’inizio del XVI secolo essi salirono a 13.000, che si diffusero in Francia, Fiandra, Germania, Polonia, Irlanda ed Inghilterra. L’attività della Compagnia si estese anche in India e Giappone, dove operò s. Francesco Saverio, raggiungendo infine il Congo, il Marocco ed il Brasile. In breve i G. assunsero la direzione dell’istruzione in molti Stati, e dal confessionale giunsero ad esercitare la loro influenza su molte corti e sovrani, specialmente nel XVII e XVIII secolo. A causa della potenza acquisita, la Compagnia fu oggetto di parecchi odi e gravi accuse da parte degli enciclopedisti e dei giurisdizionalisti, ed essa venne bandita, sotto vari pretesti, dal Portogallo (1759), Francia (1764), Spagna e regno di Napoli (1767) e ducato di Parma e Piacenza (1768), finché Clemente XIV, con il breve Dominus ac Redemptor, la soppresse nel 1773. Ristabilita nel 1814 da Pio VII con la bollaSollecitudo omnium ecclesiarum, essa assunse durante il XIX secolo la funzione di difesa della Santa Sede contro le tendenze laicizzanti e liberali degli Stati europei e, specialmente in Italia, essa fu accusata di costituire un ostacolo alla realizzazione degli ideali nazionalistici. Nuovamente espulsa in tempi diversi dal Belgio, Portogallo, Spagna, Svizzera, Austria, Colombia, Germania e Francia, essa continuò tuttavia a svilupparsi, specialmente negli Stati Uniti, soprattutto grazie alle sue iniziative nel campo culturale e scientifico, e nel 1966 i suoi membri erano saliti ad oltre 36.000. La funzione educativa dei G. è esplicata in molti collegi, fra i quali alcuni di fama mondiale, come l’Università Gregoriana di Roma. Inoltre i G. pubblicano importanti riviste e periodici di studi filosofici, religiosi e storici, come "La Civiltà Cattolica" in Italia, "Etudes" in Francia, ecc. Y (Architettura) La necessità da parte dei G. di diffondere una fede religiosa che mirava alla riaffermazione del dogma attraverso la predicazione e la propaganda, provocò la formulazione di schemi abbastanza precisi nell’architettura chiesastica. Applicati inizialmente nelle chiese di Roma, tali schemi furono ripetuti in Italia ed all’estero. Il primo esempio di questo tipo di architettura fu la chiesa generalizia dell’ordine, detta appunto di Gesù, costruita a Roma fra il 1568 ed il 1575 dal Vignola (1507-73). La chiesa a croce latina è costituita da un’enorme navata centrale coperta da volta a botte, fiancheggiata da cappelle laterali, e terminante in un breve transetto sormontato da una cupola ed in un’abside semicircolare. La facciata fu realizzata nel 1575 dal Della Porta, e costituì, come il resto dell’edificio, un prototipo di questo tipo di architettura. Moltissime chiese sia in Italia che in Europa, si rifecero al modello vignolesco, che si diffuse per oltre due secoli. Fra queste vanno segnalate s. Fedele a Milano (Tibaldi, 1569), s. Michele a Monaco di Baviera (Miller e Sustris, 1582-97), s. Pietro a Gand (1629-49), Val-de-grace a Parigi (mansart, 1645) e s. Michele a Lovanio (1560-70).
Giacobini: Associazione politica francese dell’epoca rivoluzionaria, il cui nome derivava dal movimento sorto nell’ex convento domenicano di San Giacomo, i cui aderenti erano dapprima monarchici costituzionali ed in seguito repubblicani, per l’influenza esercitata da Robespierre, Marat e Saint Juste. Acquisirono grande potere durante il periodo del terrore, per poi decadere e scomparire del tutto con il colpo di stato del 9 termidoro. In tempi recenti il movimento G. (Giacobinismo) non si riferisce ad alcun corpo di dottrine o posizioni politiche, indicando genericamente ogni tendenza intransigente, laica e democratica.
Giacobiti: Termine riferito ai sostenitori dei diritti al trono di Gran Bretagna e d’Irlanda di Giacomo II Stuart. Organizzati in un movimento dopo la fuga in Francia di Giacomo II (1668), il partito G. fu particolarmente forte in Scozia, nell’Inghilterra del nord ed in Irlanda, dove accolse tra le sue file sia cattolici che protestanti. Dopo l’avvento al trono di Giorgio I di Hannover, i G. insorsero, ma furono sconfitti a Sheriffmuir ed a Preston (1715), per cui Giacomo Francesco, detto il “Vecchio pretendente”, fu costretto all’esilio definitivo in Francia. Con l’insuccesso della seconda insurrezione, scoppiata nel 1745, e la sconfitta subita a Culloden (1746) dal “Giovane pretendente”, Carlo Edoardo, la causa G. fu praticamente perduta, anche se le speranze dei legittimisti perdurarono fino all’estinzione della dinastia Stuart nel 1807.
Giacobiti: Seguaci della chiesa monofisitica (v. Monofisismo) siriaca, dal nome del suo fondatore ed organizzatore Giacobbe Baradeo. Staccatisi nel VI secolo dalla chiesa bizantina, raggiunsero il massimo sviluppo nel corso del XII secolo. Per l’intero periodo medievale la chiesa G. rappresentò l’elemento nazionale cristiano, in opposizione all’islamismo dilaniante. I G. ammontano oggi a circa 80.000.
Giainismo: Termine derivato dal sanscrito jainah (di Buddha) detto anche Jainismo (v.). Definisce una religione dell'India sorta nel VI secolo a.C., nell'ambito dei movimenti ascetici sorti in opposizione al brahmanesimo. Predica la reincarnazione dello spirito, la redenzione del mondo in epoche successive e la non violenza nei confronti di tutte le creature della terra. Il termine è oggetto di approfondita trattazione alla voce Massoneria e Jainismo (v.).
Giardiniere: Termine usato per identificare le donne aderenti alla Carboneria (v.) che, anziché radunarsi nelle "vendite", si riunivano nei loro giardini. "Tre era il numero sacro che, elevato al quadrato, dava il numero delle G. componenti un giardino formale, raggruppamento od aiuola. L’iniziazione avveniva soltanto al termine di una meticolosa indagine, cominciando con il grado di Apprendista, il cui motto era Costanza e Perseveranza, in cui venivano illustrati i programmi operativi in atto; dopo un periodo di tirocinio, si passava al grado di Maestra G:, avente come parola d’ordine Onore e Virtù, un livello già impegnativo che autorizzava a portare un pugnaletto tra calza e giarrettiera. Per riconoscersi usavano il gesto di disegnare con la mano un semicerchio, toccandosi la spalla sinistra, poi la destra e battendo infine tre colpi sul cuore" (Donne ed Amori del Risorgimento, di A. Drago, Milano, 1960). Secondo il Gabrieli "Indubbiamente parecchie donne divennero G. seguendo una moda da poco tempo diffusa fra le signore milanesi di un certo rango, ma bisogna ricordare che molte altre affrontarono sacrifici di ogni specie il favore della causa. Prima fra tutte la contessa Confalonieri, Maestra G. dell’omonimo giardino, la Belgioioso, Bianca Milesi, la Sodoli, che fu anche Sublime Maestra, e tante altre, comprese donne di basso rango" (Massoneria e Carboneria nel regno di Napoli, Ediz. Atanor, 1982).
Giaurro: Termine derivato dall’inglese Jaour, dal turco gavour, dal persiano gaur, tutte alterazioni dell’arabo kafir (infedele). In passato esso era impiegato in senso spregiativo dai Turchi nei confronti di quanti non professavano la fede islamica, specie dei cristiani. Alcuni studiosi lo fanno derivare dal persiano guebro, nome che indicava gli antichi adoratori del fuoco, seguaci della dottrina di Zoroastro (v.).
Giblim: Nome riportato nella Bibbia (1 Re 5, 18): "Salomone ordinò tutti gli artefici così: 300 Haarodim (principi); 3300 Menatschim (sorveglianti esperti); 80.000 Giblim (squadratori di pietre)". Alcuni studiosi fanno derivare il termine da Ghiblei, abitanti di Ghiblim (monte). È la Parola di passo (v.) adottata dalla Libera Muratoria per il terzo Grado di Maestro Massone. Secondo la leggenda di Hiram è la parola pronunciata da tre Maestri quando, scoperto la sepoltura e poi il cadavere di Hiram assassinato, tentando di sollevarlo per le braccia, notarono che la carne si staccava dalle ossa. Nel regno animale significa figlio della putrefazione, ad indicare che dalla morte si genera la vita, "putrescat et resurgat", e compito del maestro è generare e riprodurre (da Il Libro del Massone Italiano, di Ulisse Bacci, Ediz. Forni, Vol. I, 1972).
Giglio: Dal latino lilium, il termine definisce un genere di piante erbacee perenni della famiglia Liliacee, annoverante circa 45 specie diverse, distribuite nelle zone temperate dell’emisfero boreale. I suoi fiori sono largamente utilizzati dalla floricoltura ornamentale, anche in forme ibride. Simbolo di candore, di innocenza, di purezza e di generazione, il G. viene impiegato in taluni riti massonici, sopra il capitello delle Colonne, come nel Tempio di Salomone. In quest’ultimo vi venivano anche scolpiti sulle pareti: "Sarò come abbondante rugiada di Israele; egli fiorirà quale G. e getterà radici al pari di un pioppo"(Osea 14, 6). Per l’Alchimia (v.) esso rappresenta l’elemento femminile nell’uomo, l’anima femminile che eleva l’uomo verso l’alto. Nel Nuovo Testamento si legge: "Osservate come crescono i G. nel campo; non lavorano e non filano", ad indicare l’abbandono delle creature alla provvidenza, nelle mani di Dio (Matteo). Fu spesso usato nell’araldica, particolarmente nello stemma mediceo fiorentino e negli emblemi monarchici francesi.
Gihad: Termine derivato dall’arabo, avente il significato di sforzo. Presso i musulmani designa la guerra santa, intesa come dovere dello Stato di assoggettare i paesi infedeli per diffondere la parola di Allah. Ne consegue che è G. qualsiasi guerra proclamata dal capo dello Stato, purché siano rispettate le forme legittime. Da notare che veniva ritenuta perfettamente legale la stessa pirateria barbaresca, poiché era autorizzata dal sovrano islamico fino alla metà del XIX secolo.
Gilda: Associazione corporativa tra mercanti ed artigiani, diffusa in epoca medievale specialmente nell’Europa settentrionale. Si prefiggeva di intensificare le attività commerciali nell’interesse dei membri che vi aderivano. Per facilitare una miglior comprensione del significato del termine, si citano alcuni passi delle Regole della G. mercantile di St. Omer (XII secolo): "Se qualche mercante che dimora nella nostra città o nei sobborghi, candidato alla nostra G., fosse assalito durante il viaggio ed avesse perso le proprie mercanzie, e fosse stato provocato in duello, dovrà fare interamente a meno del nostro aiuto. Se un membro della G. alza il prezzo di un lotto di prodotti non commestibili al di sopra del valore di cinque soldi grossi, e sopraggiungesse un altro membro della G., quest’ultimo potrà avere una parte della mercanzia".
Gimnosofisti: Nome con il quale erano noti in Grecia i rappresentanti della casta braminica in India, con i quali vennero in contatto durante la spedizione in Asia di Alessandro Magno. Parecchi storici greci ne parlano, fra cui il più noto è Onosicrito (IV secolo a.C.) il quale, avendo avuto stretti rapporti con i G. per un incarico conferitogli da Alessandro nel 326 a.C., ne descrive diffusamente i costumi, confrontando la loro morale con quella dei cinici, ed arrivando alla conclusione che le due non c’era alcuna differenza sostanziale. Essi vivevano come eremiti, in vita contemplativa. Talvolta, grazie alla loro profonda dottrina, talvolta erano chiamati presso le corti con funzioni di consiglieri. Quando erano colpiti da malattie, come allorché si appressavano alla vecchiaia, erano soliti suicidarsi gettandosi tra le fiamme. Secondo il Bacci (Il Libro del Massone Italiano, Ediz. A. Forni, 1972) «I G. possono essere considerti i Magi del Braminismo. Collegio di Anacoreti (v.), essi si diffusero rapidamente in Africa, ed in Etiopia furono maestri di quel sacerdozio per cui tanta parte della teosofia asiatica rivisse poi sulle sponde del Nilo. Andavano appena vestiti, ed avevano grande semplicità di vita e di costumi; si cibavano di erbe, credevano in un solo Dio, nell’immortalità dello spirito e nella metempsicosi (v.), elevazione progressiva verso l’Ente supremo. Ebbero fiorenti istituti, tra i quali fu celeberrimo quello di Meroe, e rapporti continui con i collegi sacerdotali egiziani. Si riunivano annualmente ai confini tra i due paesi, offrendo sacrifici comuni al dio Amon, e celebrando quel sacro rito festoso che i Greci chiamarono Eliotrapezio, ovvero Tavola del Sole.
Gioachimiti: Seguaci di Gioacchino da Fiore, abate calabrese (1135-1202), del quale il francescano Gerardo di Borgo San Donnino contribuì a diffondere l’opera "Il vangelo eterno", che avrebbe dovuto portare alla soppressione dell’autorità della gerarchia ecclesiastica. I G. identificavano l’Anticristo con Federico II (v.), e credevano che, dopo la sua sconfitta, sarebbe sopravvenuto il regno dello Spirito Santo. Essi affermavano che la storia del mondo su divide in tre grandi epoche: · età di Dio (dalla Creazione a Gesù); · età di Gesù (fino al XIII secolo); · età dello Spirito Santo (fino alla consumazione dei secoli). Quest’ultima epoca sarebbe caratterizzata da un’intensa e diffusa spiritualità, derivante da una riforma della Chiesa e della vita monastica. Con un’applicazione minutissima ed ingegnosa della ermeneutica allegoristica, rileva R. Morghen (Medioevo cristiano, Ediz. Laterza), Gioacchino da Fiore aveva cercato specialmente nell’Apocalisse giovannea la rivelazione precisa del tempo in cui avrebbe avuto inizio il regno dello Spirito. Poiché la durata di ogni regno gli risultava di quarantadue generazioni, il 1260 avrebbe dovuto essere l’anno fatale della fine del regno del Figlio e dell’inizio della nuova economia dello Spirito. Egli ne dava l’annunzio ai suoi contemporanei con apocalittico fervore, come un novello profeta Elia chiamato a rivelare al mondo la pienezza dei tempi. Nonostante il mancato verificarsi della loro profezia, i G. sopravvissero a lungo entro l’ordine francescano, suscitando aspre lotte fra spirituali e conventuali. Anche i Flagellanti (v.) si ricongiunsero con il movimento dei G. Tipica opera impregnata dello spirito gioachimita è la Postilla super Apocalypsim del francescano Pietro di Giovanni Olivi (v. Triteismo).
Gioielli: Secondo il Troisi, si presenta decisamente vasta la gamma di significati simbolici attribuiti ai G. dalle varie tradizioni, anche se generalmente simboleggiano verità di natura spirituale. Secondo Eliphas Levi (v.), "il razionale composto da dodici pietre preziose (mesi dell’anno, segni dello Zodiaco, v.), era disposto su quattro linee di tre pietre ciascuna, delle quali la natura ed il colore, da sinistra a destra e dall’alto al basso erano: sardonico (rosso), smeraldo (verde), topazio (giallo), rubino (rosso arancione), diaspro (verde cupo), zircone (lilla), ametista (viola), agata (lattiginosa), crisolito (azzurro dorato), berillo (azzurro scuro) ed onice (rosato). Ciascuna di queste pietre aveva la propria proprietà magica. L’ordinazione si basava sul colore e sulla luminosità, che andava diminuendo dall’alto al basso, come la fiamma, e dai lati esterni al filo centrale". Y (Massoneria) Sono definiti G. le insegne distintive di Loggia, di norma appese con un nastro, sia al collo che come medaglia. In genere vi sono evidenziati il nome, il numero distintivo e l’Oriente di appartenenza della Loggia. Pure G. sono chiamati gli ornamenti, generalmente in metallo, distintivi delle cariche dei Dignitari e degli Ufficiali di Loggia. I principali di questi sono: la Squadra (v.) del Maestro Venerabile; la Livella (v.) del Primo Sorvegliante; la Perpendicolare o Filo a Piombo (v.) del Secondo Sorvegliante; il Libro della Legge (v.) dell’Oratore; le due Penne incrociate del Segretario; la Chiave (v.) del Tesoriere; una Spada dell’Esperto; due segmenti incrociati del Maestro delle Cerimonie; una Colomba dei due diaconi; due Spade incrociate del Copritore Interno e del Tegolatore; il Borsello dell’Elemosiniere, ed una Squadra con appesa una cornice comprendente il triangolo ed i tre quadrati di Pitagora per l’Ex Maestro Venerabile. L’espressione G. immobili indica invece la Pietra Grezza, la Pietra Cubica ed il Quadro di Loggia o la Tavola da Disegno. L’espressione G. mobili indica la Squadra, la Livella ed il filo a Piombo, in quanto possono passare da un Fratello all’altro, a seconda della funzione svolta durante i Lavori.
Giordano Bruno: v. Bruno Giordano.
Giovanni XXIII: Al secolo Giovanni Roncalli (Sotto il Monte, Bergamo, 25.11.1881-Roma, 3.6.1963), papa. Di umile famiglia, sacerdote nel 1904, minutante alla congregazione De propaganda fide nel 1921, vescovo nel 1925, cominciò una fortunata carriera nella diplomazia vaticana. Legato alla Visitatura Apostolica in Bulgaria (1925-34), amministratore apostolico a Costantinopoli (1935-44), nunzio a Parigi (1944-52). | |
Nel 1953 ebbe da Pio XII la nomina a cardinale, e la sede patriarcale di Venezia, che resse fino al 28.10.1958, allorché il Conclave raccolto dopo il decesso di Pio XII stesso, lo elesse sommo pontefice. Il cardinale Roncalli aveva 77 anni, e l’impressione generale fu quella che la sua elezione fosse stata la nomina di un papa di transizione, che amministrasse la pesante eredità del suo predecessore fino a che la situazione della Chiesa e del mondo cristiano, che attraversavano un’incerta epoca di trasformazione, si fosse chiarita e stabilizzata.Ma già nel gennaio 1959 egli dimostrava che queste non erano certo le sue intenzioni, annunciando la convocazione di un Concilio Ecumenico (il Vaticano II), con il compito di rinnovare le strutture teologiche, pastorali ed organizzative della Chiesa cattolica, giungendo a quella conciliazione con la civiltà moderna che da oltre un secolo invano si auspicava. | ![]()
Giovanni XXIII in visita ai carcerati del Regina Coeli
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Il Concilio si aprì due anni dopo, e si concluse solo dopo la sua morte, ma nel frattempo il papa, grazie anche alla sua personalità umana, al suo zelo apostolico (che lo portò ad iniziative inconsuete, come le visite ai carcerati, agli ospedali, alle borgate), al suo aperto interesse verso gli umili ed i diseredati,si conquistò una popolarità che andava ben oltre il mondo cattolico, diventando la figura emblematica del nuovo corso della Chiesa cattolica. Tra le sue encicliche, sono importanti la Mater et Magistra (1961, v.) e la Populorum progressio (1962, v.), che riprendono ed aggiornano la dottrina sociale della Chiesa, nonché la Pacem in terris (1963, v.), dedicata a tutti «gli uomini di buona volontà» che, nell’affrontare i temi della pace e della collaborazione tra i popoli, sembra impostare i temi del nuovo umanesimo cristiano. |
Giovannita: Nome alternativo di un Rito massonico nordico, normalmente denominato Rito Johannita (v.).
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