- IRAQ: UNA "TORTA" DA $21 MILIARDI
“UN ANNO PER RIVEDERE L'ORO NERO SUL MERCATO”
- "SUL PETROLIO DECIDERÀ L'ONU"
MILANO - La guerra in Iraq volge al termine e si apre la corsa ai ricchi pozzi petroliferi. Prima dell'inizio del conflitto parecchie società straniere avevano stipulato contratti per lo sfruttamento dell'olio nero o stavano intrattenendo negoziati per l'estrazione del greggio. Tra le principali società figurano quelle francesi, russe, giapponesi, coreane, turche, cinesi, siriane e vietnamite. Ci sono anche gli italiani, con l'Eni; solo una società americana e nessuna britannica. Inoltre, molti degli accordi risalgono a diversi anni fa e non sono mai diventati operativi.
La fine del conflitto - con la vittoria delle truppe angloamericane - potrebbe cambiare gli equilibri esistenti sullo sfruttamento delle risorse petrolifere. In pratica, alcuni dei contratti esistenti potrebbero diventare carta straccia e comunque l'incertezza legata all'amministrazione politica dell'Iraq potrebbe portare in pole position le società Usa e quelle del Regno Unito.
La seguente tabella, realizzata dalla Caboto, offre una sintesi dei principali campi petroliferi iracheni indicandone capacità produttiva, costo e società che ne hanno ottenuto la concessione o che era in avanzata trattativa per ottenere una concessione di sfruttamento.
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