Da Palazzo Chigi al Quirinale, toto nomine con 'piano B'
Bersani, Berlusconi, Monti, Grillo
di Federico GarimbertiMentre impazza il toto-soluzione per uscire dallo stallo politico-istituzionale nato dalle elezioni, il presidente della Repubblica si spende per rassicurare cancellerie e mercati sul fatto che comunque vadano le cose una guida il Paese ce l'ha. L'Italia, ha scandito da Berlino il presidente della Repubblica, "non è senza governo" e l'attuale Esecutivo "rimarrà in carica fino al giorno in cui giurerà il prossimo governo".
Per rafforzare il concetto Napolitano ricorda che al prossimo Consiglio europeo di metà marzo a rappresentare il Paese ci sarà l'attuale premier, Mario Monti, il quale si prenderà "tutte le responsabilità necessarie, anche consultando le forze politiche uscite dal voto".
Parole che hanno l'obiettivo da un lato di rassicurare i partner internazionali, dall'altro di rimarcare che anche facendo in fretta la Costituzione detta dei tempi che vanno necessariamente rispettati.
Fra le righe si può leggere un terzo messaggio: non è detto che si riesca ad evitare il ritorno alle urne con la formazione di un nuovo governo.
Nel senso che Napolitano potrebbe dare l'incarico esplorativo (a Bersani, Amato, o un altro 'tecnico') per verificare la presenza di una maggioranza, ma senza rischiare un voto di fiducia in Aula. Una cautela dettata dall'esigenza di evitare che il governo rischi una bocciatura in diretta televisiva. Che darebbe, anche plasticamente, l'idea di un Paese ingovernabile a mercati e cancellerie. Ma così facendo, il Quirinale stopperebbe sul nascere il tentativo di Bersani, che vuole 'stanare' Grillo proprio in Aula.
C'é chi invece scommette direttamente sull'ipotesi di un governo istituzionale (magari a guida Amato) o tecnico (in questo caso il nome che va per la maggiore è quello di Fabrizio Saccomanni, attuale direttore generale di Bankitalia, mentre scendono le quotazioni di Pier Carlo Padoan, vice segretario generale dell'Ocse, che raccontano sia poco gradito al Pdl). Ma anche un tecnico potrebbe affondare ancora prima di arrivare in aula .
E in questo caso a restare in carica sarebbe Monti. Un'ipotesi in qualche modo ventilata oggi dagli stessi grillini. A rilanciarla è stato Claudio Messora, blogger molto seguito dal movimento e spesso ospite del sito del leader di M5S. Proprio Messora, accanto all'ipotesi che l'incarico sia dato allo stesso Grillo, propone una opzione alternativa: una legislatura 'parlamentare' per fare le riforme più urgenti, lasciando in carica proprio Monti, fino a nuove elezioni. Opzione in qualche modo avallata dallo stesso Grillo che ha rimandato, con un tweet, all'intervista del blogger.
Al momento però si tratta, appunto, di ipotesi alternative, 'piani B' per uscire da un groviglio inestricabile. Per restare nel campo delle ipotesi, teoricamente è possibile che oltre a Monti, anche Napolitano resti al suo posto. Perché l'attuale presidente della Repubblica, nonostante lui per primo si sia più volte detto indisponibile a proseguire per un altro settennato, se dovessero naufragare altre ipotesi (circolano i nomi di Giuliano Amato, Gianni Letta, Anna Maria Cancellieri, Emma Bonino, Paola Severino, Romano Prodi) potrebbe rappresentare l'unica scelta possibile per un Parlamento molto diviso. Soprattutto di fronte a scenari complessi, magari aggravati da tensioni sui mercati.
Per questo, nella girandola di ipotesi che impazzano fuori e dentro il palazzo, si trova anche quella che alla fine, sia a palazzo Chigi che al Colle, resti tutto come prima.
Nel frattempo, Massimo D'Alema concede a Pdl e grillini le presidenze delle Camere e c'é già chi ipotizza la permanenza di Renato Schifani a palazzo Madama e l'arrivo della più giovane deputata italiana, Marta Grande, sullo scranno più alto di Montecitorio.
(ANSA)
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