CAMPAGNA COMMISSIONATA DA UNA DITTA DI CASORIA, NEL NAPOLETANO
L'azienda si difende dalle accuse delle parlamentari Pd e Sel
che scrivono alla Boldrini: «Tempesta in un bicchier d'acqua»
NAPOLI - Lui mostra uno strofinaccio fucsia, lei giace morta sul letto. Il claim a caratteri cubitali: «Elimina tutte le tracce». È lo spot commissionato dall'azienda Clendy di Casoria che ha fatto gridare all'«inneggiamento al femminicidio» alcune parlamentari di centrosinistra. Che hanno investito della questione addirittura il presidente della Camera Laura Boldrini. Ma Stefano Antonelli, consulente marketing dell'azienda, respinge con decisione le accuse al mittente: «Siamo dinanzi alla classica tempesta in un bicchiere d'acqua. C'è stata una lettura distorta del messaggio. Certo è che non c'è alcuna ispirazione al femminicidio: chi lo afferma lo fa in maniera davvero impropria».
Lo spot con l'uomo «assassino»
«IRONIA» - «La ditta - spiega - voleva far leva sull'ironia del messaggio: sul manifesto si vantano le doti del nuovo prodotto che, assicura, "ammazza" lo sporco. Ci dispiace che ci sia stato questo clamore mediatico - aggiunge Antonelli - è semplicemente un messaggio pubblicitario, come tanti altri, che serve a richiamare l'attenzione. Nessun intento offensivo verso le donne, come dimostra anche la doppia versione del manifesto (con il cadavere di un uomo e l'«assassina» con lo strofinaccio, ndr). Anzi da ieri sera siamo noi ad essere oggetto di messaggi offensivi».
La seconda versione dello spot con la donna «assassina»
DEPUTATE E SENATRICI DI PD E SEL - Una replica diretta e piccata degli ideatori dello spot al nutrito stuolo di deputate e senatrici di Pd e Sel (Sesa Amici, Susanna Cenni, Stefania Covello, Titti Di Salvo, Nerina Dirindin, Donatella Ferranti, Maria Grazia Gatti, Rita Ghedini, Donata Lenzi e Raffaella Mariani) che hanno inviato una lettera alla Boldrini lamentando presunti riferimenti al femminicidio.
I PRECEDENTI - Le polemiche su pubblicità sessiste, volgari o provocatorie a Napoli sono all'ordine del giorno. Nel 2008 comparve a Fuorigrotta il maxi-cartellone di una compagnia di navigazione che puntava su un gigantesco decollétè. Dieci metri invasi da due enormi seni che distraevano centauri e automobilisti. Nel 2011 una rivendita di pneumatici partenopea pensa bene di utilizzare la classica pin up col sedere bene in vista e, dopo le polemiche, ci mette una toppa piazzando una ruota di scorta sul lato B della modella. Anche Bari si difende: nel 2008 apparvero in città i manifesti di un brand di gioielleria. Tre modelle (tra cui Barbara Montereale, al centro della bufera sul bunga bunga) con l'inequivoco slogan: «E tu dove glielo metteresti?». Due anni fa un'azienda d'abbigliamento napoletana giocò pesante con lo slogan «Sono Maddalena e faccio la escort», scatenando l'ennesima bufera.
COMUNE DI NAPOLI: INACCETABILE- «Questo spot - tuona l'assessore comunale Pina Tommasielli - è per noi è inaccettabile, soprattutto per un'amministrazione che ha deciso di costituirsi parte civile in tutti i processi che vedono le donne vittime di violenza. Per questo come assessore alle Pari Opportunità ho convocato, già questa mattina, i responsabili dell'Elpis (società comunale incaricata delle affissioni, ndr) per valutare criticamente il contenuto del manifesto per disporne l'eventuale rimozione, così come previsto dalla delibera comunale».
CARFAGNA: INTERVENGA FORNERO - Anche Mara Carfagna, portavoce dei deputati Pdl, punta il dito contro la campagna pubblicitaria e chiede al governo (agli sgoccioli) di interventire: «Uno spot chiaramente in contrasto con il codice di autodisciplina delle industrie pubblicitarie, oltre che col buonsenso e il buongusto. Invito dunque il ministro delegato alle Pari Opportunità in carica, Elsa Fornero, a chiedere immediatamente intervento all'Istituto per l'autodisciplina pubblicitaria». «Anche lei, come i suoi colleghi dimissionari - aggiunge - è tenuta a portare a termine il suo lavoro fino alla fine. L'Istituto, se sollecitato, può verificare il rispetto del codice e chiederne celermente il ritiro».
VALENTE (PD) - «Mi aspetto che la giunta guidata da de Magistris intervenga subito», dice Valeria Valente, deputata Pd e coordinatrice delle donne del Pd Campania. «Nel dicembre 2009, quando ero assessore, approvammo una delibera di giunta dal titolo "Città libera dalla pubblicità lesiva della dignità femminile" che interveniva con durezza sul tema e istituiva a tal fine un gruppo di monitoraggio. Che fine ha fatto quella delibera?».
PALMIERI: «VANNO RIMOSSI» - Contro la pubblicità dello strofinaccio si scaglia anche Domenico Palmieri, capogruppo di Liberi per il Sud del Consiglio comunale di Napoli: «Nel migliore dei casi possiamo parlare di cattivo gusto, ma le evocazioni dei 3 x 6 dello strofinaccio che, come recitano i cartelloni pubblicitari, ‘elimina tutte le tracce’ sono indecenti. Ora vanno rimossi, de Magistris elimini lo sporco».
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