mercoledì 5 febbraio 2025

....STUPENDA TESTIMONIANZA di PADRE TARDIF💙💙💙.

 


TESTIMONIANZA


Facevo la prostituta. Non rispettavo nessuno. Ero forte. Mi chiamavano "La rossa intrepida". Essere impavida e litigare con la gente erano le doti di cui più andavo fiera. Rimasi incinta, ma persi il bambino. Da lì cominciarono i miei problemi di salute: infezioni vaginali e poi un tumore maligno. A vent'anni venni operata per la prima volta. Il medico mi disse che avevo un cancro all'utero, e altri tumori maligni. Due anni dopo subii un nuovo intervento, e questa volta mi assicurarono che non sarei vissuta più di altri cinque anni.

Fu in quel periodo che Padre Emiliano Tardif venne nella nostra città per predicare un Ritiro. Dissi a mia madre che desideravo andarci, ma lei mi rispose che le donne come me non erano degne di stare in quei luoghi, e che, se proprio volevo fare qualcosa di buono, dovevo invece rimanere di guardia alla casa, mentre loro andavano a pregare.

La sera precedente mi ero ubriacata e mi stavo appena riprendendo dalla sbornia. Dovevo preparare il pranzo per l'ora in cui sarebbero tornati. Ero sola e sentii nel cuore che mi mancava qualcosa. Davanti al focolare, dissi: «Signore, poiché sono indegna di stare alla tua presenza, mi avvicinerò a te solo un poco, così la gente non mi vedrà, ma tu, sì, mi vedrai».

Corsi a casa della mia madrina, il cui giardino dava esattamente sull'atrio della chiesa, e mi nascosi dietro una palizzata che separava il giardino dalla chiesa. Dal mio nascondiglio, percepivo come la gente amava il Signore e lo lodava. Anch'io avrei voluto farlo, ma riuscii appena a mormorare: «Se è vero che mi ami, vieni da me. Lascia le novantanove pecore e vieni a cercare questa che si è smarrita e che è la più peccatrice di tutte. Io non ho la forza di cambiare la mia vita, ma se vieni a me, tu sì potrai cambiarla».

In quel preciso istante, il predicatore annunciò: «Il Signore sta toccando, in questo momento, una persona che era lontana da Dio, e la sta guarendo da un cancro all'utero». Io avvertii un forte calore e un grande desiderio di piangere. Mi sentivo svenire, e per non cadere, mi aggrappai al filo di ferro. Era come se un raggio di luce fosse entrato nel mio cuore, e riscaldasse ora tutto il mio corpo.

Tornai a casa e preparai il pranzo. Quando mia madre tornò, mi trovò in cucina, lodando Dio. Mi chiese: «Cosa ti prende?». Risposi: «Non lo so. Stavo dietro la palizzata, quando udii delle parole che ho creduto fossero per me, perché tu sai che dovrò subire un nuovo intervento». Mi guardarono con diffidenza, ma non dissero nulla. Io stessa non potevo spiegarmi ciò che mi era accaduto. Sentivo in me una gioia incontenibile che non capivo da dove provenisse. Quella sera non uscii a peccare. Avevo così tanta pace nel cuore che mi addormentai presto. Il giorno seguente pensai: «Signore, oggi non passerò da casa di mia madre, perché lei potrebbe impedirmi di andare in chiesa, mentre io voglio recarmici nel tuo Nome». Indossai il vestito migliore che avevo e mi diressi in chiesa. Proprio quando stavo entrando, la persona che era al microfono, annunciò: «In questo momento il Signore sta accogliendo le persone che Egli veramente ama». Mi guardai intorno per vedere chi altri stava entrando in chiesa, ma l'unica ero io. 


Pensai: «Non è possibile che il Signore ami me», e cominciai a piangere. 


Subito dopo dissero: «Una persona che ieri si trovava dietro la palizzata, è stata guarita dal Signore». Non vi era più alcun dubbio. Tutto era stato confermato. Mi alzai a dare la mia testimonianza:

«Quella persona nascosta dietro la palizzata ero io. Mi consideravo indegna di entrare in chiesa e di stare insieme alla gente buona, dunque non mi avvicinai. Avevo un cancro. 


Sono già stata operata due volte e mi preparavo per un terzo intervento. Ma ieri ho sentito un calore fortissimo; era l'amore del Signore che mi amava e mi guariva. Io gli chiesi perdono dei miei peccati e so che mi ha perdonato. Però, oggi, voglio chiedere perdono anche a voi».


E così sperimentai il perdono della comunità. 


Mi accolsero senza condannarmi e mi diedero tutto l'aiuto necessario per lasciare il mondo del peccato e fare ritorno all'ovile di Gesù.

Il Signore mi mandò subito dalle mie ex compagne di lavoro per raccontare loro quanto mi era successo. Erano sorprese per la mia trasformazione e mi chiedevano com'era potuto accadere. E' stato Gesù, è stato Gesù, ripetevo; e quello che Egli ha fatto in me lo può fare anche per ciascuna di voi. Alcune credettero e si convertirono, e cominciammo a riunirci in piccoli gruppi per lodare e benedire il Signore. Un catechista ci aiutava a comprendere il Vangelo, pieno di Buone Notizie per tutti, soprattutto per i peccatori. Li conoscemmo quel Dio che aveva tanto amato il mondo, da mandare il suo Figlio per salvarci, non per condannarci. Insieme ad un'altra compagna, anch'essa riscattata dal Signore, pensammo di organizzare un Ritiro per sole prostitute. Nel novembre del 1975 celebrammo questo Ritiro di tre giorni, esclusivamente per noi. Come quota di partecipazione, pagammo quello che facevamo pagare ad ogni cliente. 


Venne a predicare Padre Emiliano Tardif, insieme ad altri fratelli, tutte persone buone e rispettabili. Una di queste persone, una donna molto amata dal Signore, ci raccontò un particolare toccante: poiché si sentiva a disagio in mezzo a noi, e non sapeva in quale forma rivolgerci la parola, decise di pregare il Signore perché glielo rivelasse. E Gesù le disse nella preghiera: «Per me, ognuna di loro è un giglio bianco». Questo fu il massimo. Nessuna di noi ebbe la forza di resistere a tanto amore. Alcune piangevano, altre singhiozzavano e tutte eravamo sconvolte e profondamente commosse.


Quei tre giorni di Ritiro, furono giorni di lode, di preghiera e di conversione. Il Signore ci aveva inondate del suo amore. Sentivamo la gioia di stare con Lui. Molte lasciarono la vita di peccato. Alcune dissero: «Signore, io non so se ne sono degna, ma non voglio più tornare a casa mia. Prendimi con te».


(p. Emiliano Tardif, Cristo Gesù è vivo)

Facebook 

Nessun commento:

Posta un commento