martedì 4 febbraio 2025

Lenin

 


Al funerale di Lenin, nel gennaio 1924, Stalin si mostrò addolorato. Davanti a una folla in lutto, pronunciò un discorso elogiando il defunto e giurando che avrebbe rispettato le sue ultime volontà.

 

In realtà, Stalin non aveva nessuna intenzione di rispettare i desideri di Lenin. Anzi, in privato si era persino rallegrato per la sua morte. Un collaboratore (Boris Bažanov) testimoniò nelle sue memorie di «non aver mai visto Stalin così felice come durante i giorni successivi alla morte di Lenin. Camminava su e giù per l’ufficio con un’espressione di soddisfazione stampata sul volto».

 

Negli ultimi anni, infatti, il rapporto tra Lenin e Stalin si era fortemente incrinato, in parte per colpa di idee diverse sul futuro del partito. Approfittando della malattia debilitante di Lenin, Stalin aveva cercato di ottenere sempre più potere, spesso con metodi rudi. Un giorno arrivò addirittura a insultare al telefono la moglie di Lenin. Seppur gravemente malato, Lenin chiese a Stalin di scusarsi con sua moglie, oppure rompere ogni rapporto.

 

Poco tempo prima, nel gennaio 1923, Lenin aveva dettato un testamento segreto, nel quale sosteneva che Stalin fosse «troppo rude, un difetto questo che benché del tutto tollerabile nelle relazioni tra comunisti, diviene inaccettabile nell’incarico di segretario generale. Propongo perciò ai compagni di pensare al modo di rimuovere Stalin da quell’incarico, e nominarvi un altro uomo che sia più paziente, più leale, più gentile e premuroso verso i compagni, e meno capriccioso». 

 

Il testamento fu letto ad alcuni membri del partito l’anno seguente, ma venne ignorato e Stalin continuò la sua scalata verso la dittatura. A livello propagandistico, si presentò come un fedele amico e successore di Lenin, nascondendo i dissidi passati.

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