Nel mondo al contrario, accade che il segretario della Cgil Maurizio Landini sia finito nella gogna della destra solo per aver espresso una sacrosanta e legittima critica al governo in carica e al clima regressivo e repressivo che stiamo vivendo.
“È arrivato il momento di una vera rivolta sociale. Le condizioni di vita e di lavoro delle persone devono tornare ad essere al centro della politica".
Eccole, le parole eversive e pericolose pronunciate da Landini, proclamando lo sciopero generale del 29 novembre.
Apriti cielo.
Gli hanno dato dell’eversore, dell’agitatore, del seminatore d’odio.
Tajani evoca il rischio di “violenza”.
Addirittura il capogruppo Fdi alla Camera Foti ci spiega che ci sono persino gli estremi di un reato e lo avvisa: “Stia molto attento”.
Ma quale violenza? Quale reato?
Quello che ha fatto Landini è semplicemente esprimere la rabbia sua e di tanti, di pronunciare parole di buon senso. Parole di sinistra. Ed era ora che qualcuno le pronunciasse.
Solidarietà massima a Landini. Vada avanti. Le reazioni stizzite, le intimidazioni che sta ricevendo dimostrano solo una cosa: che è sulla strada giusta.
Lorenzo Tosa
Nessun commento:
Posta un commento