L’Istat afferma che ci sono circa 115.000 alloggi sfitti. Se depuriamo questo dato delle seconde case per vacanze (ad esempio del litorale) e gli alloggi di “rappresentanza” oggettivamente restano circa 50/60 mila alloggi tolti al mercato della locazione e alla compravendita.
Calcolando che l’80% dei lavoratori percepisce un reddito inferiore ai 1200 euro mensili, e che l’affitto medio per un bilocale può variare tra 600 e 1600 euro, sono escluse dal mercato dell’affitto tutte quelle famiglie con reddito tra i 7.500,00 e 15.000,00 euro l’anno ( pensionati, single, famiglie monoreddito, lavoratori dipendenti). Hanno accesso al mercato ma solo per alloggi minimi le famiglie con redditi medi annui di 22.500,00 e 30.000,00 euro. Calcolando che le tariffe per gas, luce e telefono ed i generi di prima necessità, libri scolastici etc sono aumentate in media del 25% è facile affermare che o si paga l’affitto e le bollette o si mangia.
Roma rispetto alle altre aree metropolitane vive inoltre una sua particolarità. E’ a Roma che le politiche di privatizzazione, di dismissioni, di alienazioni e cartolarizzazione hanno numeri da brivido.
Dal 2003 sono state avviate alienazioni che hanno coinvolto e coinvolgono non meno di 70.000 famiglie. Tanto per continuare a dare i numeri, relativamente alla sola SCIP 1, con prezzi di vendita più bassi e che si rivolgeva a complessi immobiliari dove più alta era la propensione all’acquisto, il 17% delle famiglie non hanno potuto accedere all’acquisto, ovvero circa 3600 famiglie. Famiglie composte essenzialmente da anziani o da lavoratori monoreddito.
Nella SCIP 2 sono state coinvolte circa 50.000 famiglie . Il 24,6% delle famiglie ha un reddito inferiore a 12.912 euro; il 36,5% ha in reddito tra i 12.912 euro e il 20.658 euro; il 26,3% tra i 20.658 e i 30.988 euro; solo il 12,6% ha un reddito superiore ai 30.988 euro.
Sono in atto dismissioni, spesso erroneamente assimilate alle cartolarizzazioni da parte di enti assicurativi (Generali, Assitalia) di enti privatizzati Enpam, Enpaf, Cassa del Notariato; istituti bancari (Banca di Roma); Fondi di previdenza dei lavoratori di istituti di credito (Banca di Roma, San Paolo etc).Queste dismissioni coinvolgono circa 30.000 famiglie.
A queste si aggiungono le vendite di Regione (Gepra, circa 900 appartamenti) e Comune (patrimonio, circa 1400 appartamenti) ,il numero di famiglie coinvolte da cartolarizzazioni di immobili pubblici, dismissioni di proprietà private; vendite di Regione e Comune, raggiunge le 70.000.
Non va sottovalutata la decisione gravissima dell’Ater, di procedere a dismissioni di massa delle case popolari, che nella città di Roma sono circa 60.000.
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