Questa donna è pazza e va rinchiusa! Non obbedisce al marito? Prova piacere durante l’atto sessuale? Vuole vivere da sola? «È pericolosa! Va internata!»
Fu ciò che accadde alla scultrice Camille Claudel, la musa e l’amante di Rodin, rinchiusa in manicomio per volere della sua stessa madre che aveva vergogna del comportamento della figlia. Inutili i tentativi di far capire che non è pazza, resterà segregate per trent’anni in una misera stanzetta. «Mi si rimprovera di aver vissuto da sola, di avere dei gatti in casa, di soffrire di manie di persecuzione! È sulla base di queste accuse che sono incarcerata come una criminale, privata della libertà, del cibo, del fuoco.»
Fanno orrore queste parole, vero? Ma è ciò che accadde anche a Maria Vittoria, una vedova rinchiusa in manicomio dai suoi figli perché voleva gestire in autonomia la propria vita e la propria libertà. Camilla R invece, per il suo essere antifascista, viene internata con l’accusa di essere paranoica. E poi c’è la storia di Anna B. una ragazza di appena quindici anni internata perché «aspettava un bambino al di fuori dal matrimonio». Dopo il parto le viene sottratto il bambino e morirà tre anni dopo a causa dei continui elettroshock che era stata costretta a subire contro la sua volontà.
Per essere giudicate pazze bastava davvero poco. Mal di testa ricorrenti, una certa aggressività verbale che alle volte non era altro che l’incapacità della donna di essere compiacente nei confronti del marito, erano motivi sufficienti per ottenere una diagnosi di isteria. Vedete, mentre scrivevo Intervista con un matto, scoprii storie di donne legate al letto da vent’anni, che «avevano avvertito il proprio invecchiamento, solo guardandosi le mani.» E più scavavo in queste storie, più provavo rabbia. Perché, continuavo a domandarmi. Da cosa nasce tanta ferocia nei confronti di chi è diverso?
Ho raccolto queste testimonianze per sottrarle dall’oblio del tempo. E queste storie hanno ispirato la scrittura del mio romanzo «Intervista con un matto» per sollevare il velo di silenzio e raccontare le verità che spesso la storia e i libri hanno taciuto.
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Guendalina Middei, anche se voi mi conoscete come Professor X #letteratura #cultura
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