Come volevasi dimostrare. Mentre Roberto Vannacci, nelle sue esibizioni televisive, nega penosamente il contenuto omofobo, sessista e razzista delle sue idee (è accaduto anche ieri a "Cartabianca"), montano in rete insulti, minacce e istigazioni alla violenza di singole persone o gruppi intitolati al suo libro ("Il mondo al contrario"). Gli screenshot qui acclusi sono tratti da un post di un esponente di uno di questi gruppi (urly.it/3x7ck i, lo stesso che ha postato sul suo profilo personale il video relativo, in cui alcuni pacifisti vengono presi a calci e pugni da un automobilista esagitato (urly.it/3x7cm), con questo commento: "Belle immagini per iniziare bene la giornata (al biondino più forte il calcio la prossima volta!)".
Negli scorsi giorni qualcuno ha provato ad hackerare uno dei miei profili, inviando messaggi che non ho mai scritto e costringendomi a denunciare il fatto alle forze dell'ordine. Non era mai accaduto, perché il mio passato da progettista software mi consente di prevenire gli attacchi dei pirati informatici. Se è successo, vuol dire che stiamo parlando di gente molto esperta che pensa di potermi mettere sull'avviso. Il clima che si respira in questo paese è sempre più pesante, ma io non mi faccio intimidire da niente e da nessuno.
Vannacci ha disonorato la divisa che indossa. Può scrivere tutto quello che vuole, ci mancherebbe, salvo dover rispondere delle sue affermazioni, se penalmente rilevanti, in sede giudiziaria, ma non può rivendicare il diritto di odiare, di disprezzare, di discriminare presunte minoranze "anormali", in nome di un'altrettanto presunta maggioranza "normale", da rappresentante delle Forze Armate. Così prese progressivamente piede, se si conosce la storia, il nazifascismo. La libertà di pensiero e di espressione è una libertà relativa, non assoluta, e un uomo delle istituzioni che rivendica quel diritto non può continuare a occupare il ruolo che ha. Firmate la petizione (la trovate qui: urly.it/3x5jj), e fatela girare, perché l'esercito prenda al più presto i necessari provvedimenti per rimuovere il generale.
Massimo Arcangeli
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