domenica 7 novembre 2021

Stephan Lawrence

 


VOLEVANO “SCUOIARE VIVO UN NERO”. COSÌ UN GRUPPO DI RAZZISTI UCCISE STEPHEN LAWRENCE, UN RAGAZZO LONDINESE DI 18 ANNI CHE PER DUE DECENNI NON EBBE GIUSTIZIA 

Voleva fare l’architetto, Stephen Lawrence, un ragazzo di poco più di 18 anni di origini giamaicane. Stava studiando per avere il massimo dei voti in inglese, fisica e design, per riuscire ad iscriversi all’università. Era insomma un ragazzo come tanti. La sera del 22 aprile del 1993 stava aspettando un bus nella zona di Eltham, nella periferia sudorientale di Londra, insieme ad un amico, Dwayne Brooks.

“Che vuoi, n*gro?”

Furono quelle le parole che Stephen sentì prima di vedere un gruppo di giovani, tutti bianchi, fiondarsi su di lui. Nella confusione riuscirono a fuggire, mentre gli assalitori se la ridevano. Fecero poche decine di metri, poi Stephen crollò a terra. Aveva ricevuto 10 coltellate, diverse al collo. Dopo breve tempo arrivò la polizia e, incredibilmente, ammanettò Dwayne poiché aveva un “comportamento isterico”. Quando spiegò cosa fosse successo, gli venne chiesto se “fosse sicuro che “li avessero chiamati ne*ri”. 

Stephen nel frattempo giaceva lì, morto. Nessuno chiese niente agli abitanti delle zone circostanti. E la testimonianza di Dwayne venne giudicata “non attendibile” per lo stato di agitazione nel quale si trovava il giovane dopo aver visto morire il suo amico.

Il modo in cui furono portate avanti le indagini, poi, fu ancora più assurdo: alla famiglia e agli amici di Stephen vennero fatte domande sulla sua vita, sulla sua “serietà”, sul suo coinvolgimento nella piccola criminalità. Ma, allo stesso tempo, la gente del quartiere che aveva visto i giovani allontanarsi dopo l’agguato consegnò i nomi di 5 ragazzi alla polizia, che li arrestò poco dopo. A causa di un cavillo burocratico i cinque vennero scarcerati poco dopo. Questo nonostante la presenza dii video che ritraevano i responsabili mentre affermavano come avessero voglia di “scuoiare vivo un negro”, e altre espressioni discutibili. E rimasero tranquilli per molto tempo, tanto da portare alla ribalta il caso della morte di Stephen, costringendo le autorità a redigere un rapporto che denunciava l’atteggiamento “razzista e pregiudizievole tenuto dalle forze di polizia durante le indagini”. Vennero utilizzate due parole mai usate in precedenza: razzismo istituzionale. Era il 1999. 

Le prime condanne, tuttavia, arriveranno solo nel 2012: nel frattempo di due responsabili dell’omicidio, Gary Dobson e David Norris, faranno frequenti comparse in carcere per vari insulti e attacchi razzisti. Un atteggiamento inequivocabile e che li aveva identificati come colpevoli già a poche ore dall’omicidio di Stephen. Un dato evidente per tutti, tranne per le istituzioni incaricate di fare giustizia.


Cannibali e Re


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