#losapevi? I Romani sapevano essere aperti. Ma distruggevano senza pietà chi osava ribellarsi. Come accadde a Gerusalemme nel 70 d.C.
Due popoli in particolare hanno sostenuto una lotta plurisecolare per non farsi dominare dall’Urbe: le tribù ispaniche, spina nel fianco della Roma repubblicana, e la Giudea, focolaio di rivolte nella prima età imperiale.
La Palestina era entrata sotto il controllo dell’Urbe grazie a Pompeo Magno, nel corso del I secolo a.C. Non si può dire che sia mai scattato un feeling tra i dominatori, diffidenti verso il grande zelo religioso dei sottoposti, e gli Ebrei, irritati dall’invadenza capitolina nelle loro tradizioni. Un dialogo tra sordi, insomma, destinato a sfociare in aperto conflitto. A Roma si considerava la Giudea uno scacchiere marginale, poco produttivo e di scarso interesse politico; a governarla non andavano gli uomini più abili e ambiziosi, ma figure di basso profilo.
Tratto da "Le grandi battaglie della Storia". Vol 1
Nella foto: la città sotto assedio nel 70 d.C. da parte delle legioni romane, in un dipinto di Ercole de’ Roberti (1456-1496). Gerusalemme riuscì a resistere per 5 mesi.
Focus Storia
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