lunedì 1 novembre 2021

Hana Silashi

 


Hana Silashi, 81 anni. Sfuggita ai nazisti grazie a un rifugio sotto terra dove visse con altri 45 ebrei per un anno e mezzo. Drohobycz, Ucraina, allora Polonia. Il ghetto stava per essere distrutto e alcune famiglie, come racconta il Fatto Quotidiano,,decisero di spendere le ultime risorse per farsi costruire un bunker. Progettato per 16 persone, se ne aggiunsero altre 30. Tra queste Hana e la cuginetta Muszka. Il loro arrivo fu visto come un pericolo. I bambini piangevano e facevano scoprire i rifugi.


Oggi dice:


“Il custode ucraino del bunker voleva uccidere con un'iniezione i rifugiati più deboli e più poveri. Voleva far posto ad altri ebrei per incassare altri soldi. Per questo ho sempre avuto paura delle siringhe. Ma qui in Israele ho fatto 3 dosi”.


“Green pass e lockdown paragonati a nazismo? Non riesco a capirli. Il vaccino ha salvato così tante vite e la loro opposizione a riceverlo mette a rischio la vita di innocenti: donne, bambini e anziani. L’obiettivo dei nazisti era la distruzione degli ebrei solo a causa dell’odio. Come è possibile paragonare una cosa all’altra, un dono della vita come il vaccino alla morte? In Israele il 90 per cento dei malati del virus Delta non è vaccinato. Hanno occupato i respiratori negli ospedali, quindi c’era una carenza di macchinari per le altre operazioni. Ho molta rabbia verso di loro”.


Parole perfette, ma purtroppo certa gente non capita mai. Che vergogna.

Andrea Scanzi 

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