Qui comunque si scivola nella pazzia più nera. Ma da legarci proprio.
Personaggi come Rutte, attuale segretario della NATO ed ex premier olandese (che per altro ci detesta e gridava “non un soldo agli italiani” in piena pandemia), in questo preciso momento stanno riuscendo a convincere mezza Europa ad aumentare le spese militari oltre il 3% del PIL. Dietro questo numeretto ci sono decine di miliardi che ogni Paese dovrebbe spendere in più.
Pensate, in Italia siamo all’1,5% e per arrivare al 2 ci mancano 11 miliardi. E ora si va al 3%.
Tutto debito, che per noi è già mostruosamente alto. E altre risorse da trovare con tagli a tutto ciò che non è difesa.
Abbiamo 5,7 milioni di poveri assoluti, una sanità sempre più a pezzi, un turnover della PA che finito il PNRR vedrà il tramonto, enti locali a cui si sono già tagliati centinaia di milioni solo nell’ultimo anno. Per non parlare dell’economia che è devastata. Questa guerra ha messo in ginocchio tutti noi e mentre gli USA corrono spediti, l’Eurozona è sul bilico della recessione. E gente come Rutte ci viene a dire che stiamo sbagliando perché dobbiamo spendere di più e avere (cito) “un’economia di guerra”.
Ma stiamo bene con la testa? Ma dove vive questa gente? Qui le persone si ammazzano perché dal giorno alla notte si ritrovano in strada non potendo più pagare l’affitto o perché arrivano bollette stellari. E questo ci parla di economia di guerra. Io a volte rimango allibito dal fatto che taluni possano partorire idee del genere. Allibito. E ancora di più dal fatto che gli diano retta, in primis Meloni e Crosetto che non vedono l’ora di aumentare le spese militari.
Sembra un romanzo kafkiano.
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