martedì 11 febbraio 2025

Kamala

 


Chi non ha amato negli anni 80 "Kamala, panzone dell'Uganda"?


Goffo, con quel volto dipinto che incuteva più tenerezza che paura, sempre vituperato dell'assistente Kimchee ed in seguito, nel 1992, anche da Doctor Harvey Wippleman, suo manager.


Ma all'inizio, il personaggio interpretato da James Harris, doveva essere un feroce cacciatore di teste, certamente non il genere di persona con cui vorreste passare il sabato sera a cena!


La gimmick nacque proprio grazie a Harris, che la creò agli inizi della sua carriera nel Regno Unito, per poi essere perfezionata negli Stati Uniti nientemeno che dal poliedrico Jerry "The King" Lawler, che coniò il nome "Kimala" (poi, semplicemente, Kamala) e ne curò persino il trucco nelle fasi iniziali. Tra l'altro, il trucco fu fondamentale per il quieto vivere del lottatore, che non fu mai riconosciuto in borghese, consentendogli di vivere questo aspetto della sua vita in maniera abbastanza tranquilla, lontano da orde di fan inferociti.


Ma è stato forse l'unico lato positivo della sua triste storia.


In WWF, avversario anche di una leggenda come Hulk Hogan, fu trattato sempre con indifferenza, forse a causa un pò di una forma di razzismo, ma molto più probabilmente per via del suo animo fin troppo mite ed accondiscendente, che non sempre è un fattore positivo, specie se inserito in un mondo di squali arrivisti come quello del backstage di una federazione di wrestling.


Nonostante ottimi rapporti sia con Vince McMahon che con l'Hulkster, la paga di Kamala fu sempre molto magra, tanto da non consentire spesso al gigante di dormire in una comoda camera d'albergo, ma nella propria auto, in modo tale da mettere da parte quanti più soldi possibili per la famiglia a casa.


Le cose non andarono meglio nel 1992, anno del famoso "Coffin Match" e della rivalità con un altro pezzo da novanta come Undertaker. Sembra infatti che al becchino fu corrisposto un assegno di ben 500.000 dollari per il loro match, a fronte dei 10.000 che Harris aveva incassato.


E le cose non furono certo migliori finanziariamente nemmeno in WCW.


Per aggiungere il danno alla beffa, il povero Harris fu vittima di alcune complicazioni legate al diabete, di cui soffriva e che lo farà precipitare in un baratro: nel 2011 la situazione diventerà talmente grave da farsi amputare una gamba, seguita l'anno dopo dall'altra.


Nel 2017, a seguito di ulteriori aggravamenti che richiesero interventi importanti sia al cuore che ai polmoni, Kamala, ormai ridotto a cure sempre più esigenti, vide i propri averi sudati in anni di carriera lentamente svanire.


Grazie all'assegno di invalidità, alla vendita di sedie in legno fatte a mano ed alla pubblicazione del libro sulle sue memorie "Kamala speaks: autobiography of wrestler James "Kamala" Harris", in qualche modo è riuscito a campare lui e la sua famiglia. Ma le continue dialisi e la situazione sempre più precaria richiesero l'auto del wrestling B. Brian Blair (lo ricorderete forse come membro dei "Killer Bees" insieme a Jumpin' Jim Brunzell), che fece un appello a chiunque potesse dare lui una mano, in modo da non perdere la casa.


Il 5 agosto 2020, Kamala è risultato positivo al Covid-19. Nonostante non abbia perso le speranza e mantenuto un atteggiamento positivo per tutto il periodo del ricovero, 4 giorni dopo un arresto cardiaco metterà fine alla difficile vita di questo grande wrestler.


I soldi, raccolti per aiutarlo, furono impegnati per le spese del funerale e per aiutare la povera vedova.


Una storia, la sua, che ci insegna che nella vita bisogna sempre lottatore, per sé stessi e per le persone che si ama. Kamala, nonostante le mille avversità, lo ha fatto. 


Ed anche se adesso non lotta più contro Hulk Hogan o The Undertaker, il suo nome è rimasto scolpito per sempre nei cuori di ogni appassionato di wrestling.


Il Vostro Sempre (poco) Umile Maestro Zamo 


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