domenica 16 febbraio 2025

The Warlord

 


Negli anni 80 essere un wrestler significava, prima di tutto, essere una persona "larger than life": tutto doveva necessariamente essere "extra": fisico fuori dal normale, bicipiti che sembravano vivere di vita propria, un look che faceva distinguere la superstar dalla gente comune.


Tutto questo era perfettamente incamerato nell'incredibile muscolatura del bodybuilder Terry Szopinski, che faceva del sollevamento pesi e del portare il proprio corpo al limite quasi una religione. La sua idea di allenamento era quella di spingere il proprio fisico quasi al collasso, ingigantendo così, giorno dopo giorno, ogni muscolo della sua persona.


A 24 anni, mentre da settimane si allenava nella sua palestra, fu fermato dal padrone di questa. Il suo nome era Joe Laurinaitis, meglio conosciuto come Road Warrior Animal.


Animal introdusse il giovane Terry all'idea che, in poco tempo, con quel fisico lì e un pò di preparazione di base, sarebbe diventato uno dei wrestler più famosi. Il ragazzo, fin ad allora intenzionato ad entrare nel circuito professionistico del football americano, fu ammaliato dalle parole di Laurinaitis e decise di indirizzare le sue forze per entrare nel mondo del catch.


Dopo un periodo di training con Eddie Sharkey, le voci di questo ragazzo umile dal fisico granitico arrivarono alle orecchie di un certo Dusty Rhodes, booker della NWA, che lo volle subito tra le sue fila, ribattezzandolo con il nome che lo renderà famoso: The Warlord.


Dopo un periodo nel territorio della Central States Wrestling, Warlord tornerà in pompa magna, accanto ad un altro fisico imponente, quello di The Barbarian, formando l'ennesima coppia antogonista dei Road Warriors, i Powers of Pain.


Per molto tempo i Powers of Pain sono stati l'unico, vero ostacolo degno di nota sul cammino devastante dei Legion of Doom. Purtroppo però una delle idee più insane partorite dai booker di wrestling causò la fine improvvisa di questa interessante sfida tra giganti: gli "scaffold" match.


Lottare su delle travi sospese nel vuoto, con il serio rischio di procurarsi infortuni gravissimi, non è mai stato il massimo per i performer sul ring, spesso chiamati in causa quando si tratta di personaggi agili e più dediti ad un wrestling, per così dire, acrobatico. L'idea di mettere quattro tori umani su delle piccoli travi non fu quindi accolta con eccezionale entusiasmo dai due membri dei Powers of Pain, che si rifiutarono di prendere parte a questa serie di incontri in giro per gli States.


Voce vuole che Vince McMahon, impressionato dal loro fisico e sempre alla ricerca di nuovi talenti da "scippare", sia venuto a conoscenza di questo disagio, offendo loro una comoda scappatoia presso la sua Federazione.


In WWF, i due giganti ripresero praticamente da dove avevano lasciato, ma questa volta con la "copia" dei Road Warriors (seppure poi diventati un fenomeno a sé stante grazie alla loro bravura): i Demolition, Ax e Smash.


Dopo un lungo ed intenso feud, i due si separarono e la carriera di Warlord continuò in singolo, con una bellissima sfida a base di powerslam tra lui e Davieboy Smith e persino un match titolato contro il campione di quel tempo, Hulk Hogan.


Nel 1995 tornò in coppia con l'amico Barbarian in WCW (dove, inspiegabilmente, furono coperti da maschere e chiamati "Super Assassins", senza investire quindi sul loro glorioso passato), ma un terribile incidente d'auto fermerà le sue ambizioni alla giovane età di 33 anni, lasciandogli orribili cicatrici nella parte sinistra del corpo.


Ci riproverà, nel 2001, nel circuito indipendente, ma un nuovo tremendo incidente automobilistico chiuderà definitivamente le porte del pro wrestling per lo statuario lottatore.


O almeno così si pensava: nel 2003, dopo essere timidamente tornato per un ruolo da arbitro, Szopinski ha riallacciato gli stivaletti e si è rimesso in gioco contro vecchi nemici e nuovi nomi del mondo del wrestling indipendente.


Warlord avrebbe meritato di più? Sicuramente.


Il doppio incidente ha bloccato per ben due volte la possibilità per Terry di diventare qualcosa di più, almeno di vincere qualche titolo minore, un obiettivo che, con il suo fisico, sicuramente avrebbe raggiunto prima o poi.


Probabilmente anche il suo carattere mite e poco combattivo dietro le quinte ha giocato a suo sfavore, in un arena di arrivisti com'era il wrestling negli anni 80 e 90 (e forse lo è anche oggi).


Ma al contempo dobbiamo sorridere se, nel mare di wrestler e leggende che ci hanno lasciato troppo presto, almeno Warlord è sempre con noi, con quel suo sorriso un pò tenero e un pò inquietante.


E perché no, un posticino nella Hall of Fame della WWE potrebbe anche, prima o poi, aprirsi.


Il Vostro Sempre (poco) Umile Maestro Zamo 


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