🥀 L'ECCIDIO DELLA FAMIGLIA CIGARINI
Il 16 febbraio di 80 anni fa la guerra civile scatenata dal movimento partigiano esigeva l'ennesimo tributo di sangue in quello che sarebbe diventato tristemente famoso come “triangolo della morte”, con l'eliminazione quasi completa di una famiglia di Codemondo (frazione di Reggio E.).
In quella serata del febbraio 1945 un numeroso gruppo di partigiani fece irruzione nella casa dei Cigarini, proprietari di un negozio di sali e tabacchi, saccheggiando tutto quello su cui poterono mettere le mani. Pur essendo travisati (un classico), la voce di uno dei banditi venne riconosciuta dalla nonna di 86 anni e probabilmente tanto bastò per iniziare la mattanza.
Le raffiche si abbatterono sul capofamiglia Achille Cigarini di anni 49, sua moglie Bertani Ernestina di anni 49 e i figli Fausto (di anni 25) e Ubaldo (di anni 16); il terzo figlio, Francesco, scampò alla strage in quanto militare in servizio a Lodi. Venne ferita gravemente anche la nonna, Rosa Devoti, che però sopravvisse alle ferite e allo choc per circa un anno, raccontando come i partigiani si accanirono sul cumulo di cadaveri, spogliandoli di portafogli e orologi.
Secondo la testimonianza diretta del figlio sopravvissuto, riportata sul Martirologio AFCDRSI, non ci furono rappresaglie da parte delle formazioni repubblicane, anche grazie alla strenua opposizione del superstite, che non volle piegarsi alla logica del “sangue chiama sangue”.
I responsabili dell'eccidio non vennero perseguiti nel dopoguerra, l'identità del capo che guidò la spedizione divenne di pubblico dominio solo nel 2018, grazie alle pubblicazioni di Gianfranco Stella.
(Foto: Martirologio 1943-1946 Reggio Emilia)
Post di Alessandro Casolari
Nessun commento:
Posta un commento