giovedì 13 febbraio 2025

LATINA, FEUDO DELLA MELONI, IN GALERA LA PALADINA ANTIMAFIA DELLA DESTRA DI SALVINI

 


Nel silenzio totale dei tigì nazionali una paladina della legalità organica alla Lega di Salvini e al partito della Meloni, è stata condannata alla bellezza di 8 anni di carcere per auto riciclaggio, circonvenzione d’incapace, falso e abuso edilizio. Si tratta di Maricetta Tirrito, paladina dell’antimafia che per anni ha fatto da ombra a Matteo Salvini, ma anche al parito di Giorgia Meloni, nonché amica della presidente della commissione antimafia  Chiara Colosimo con cui faceva i video da portavoce di una scatola vuota chiamata Comitato dei collaboratori di giustizia.

Ebbene, Maricetta Tirrito gestiva un ospizio abusivo ad Ardea, nella patria dell’ex rapinatore Franco marcucci, già capogruppo proprio della Lega di Salvini in Comune, e lì per anni ha depredato almeno 4 anziani affetti da demenza senile, approfittando del loro stato di debolezza e di non autosufficienza. In 2 anni, tra gioielli, biglietti aerei, auto a noleggio, feste di compleanni, pranzi e cene di rappresentanza in tutta Italia in veste di paladina, sedicenti corsi antiviolenza, hotel di lusso, vestiti costosi, tatuaggi a sua figlia e pure 30 mila euro per farle rifare il seno, la Tirrito ha sciallato 385.000 euro non suoi. I poliziotti di Anzio l’hanno ammanettata e rinchiusa in cella prima che partisse in crociera da Genova su mandato di arresto della procura di Velletri.

"Il laboratorio una donna lotta contro rivolgiti a noi ti accompagneremo"

Forte della sua nomea di donna integerrima che spacciava la sua casa degli orrori per struttura protetta, Maricetta Tirrito era riuscita per un po’ a far sembrare tutto normale ai parenti delle vittime. C’erano i 2 bodyguard pagati in nero coi soldi degli anziani che nelle intercettazioni chiamava “gioiellini che c’hanno casa” e poi capitava pure che li rimbambisse con siringhe di tranquillanti per calmarli e guidarli nella firma delle carte per intestarsi proprio la loro casa. E poi voleva far chiudere l’ospedale di Pomezia perché aveva avvertito i parenti di un 72enne che era morto, ma che alla Tirrito interessava tenere in qualche modo vivo per continuare a spennarlo. E’ da quello che i magistrati chiamano “delirio di onnipotenza” che iniziano i primi sospetti e le prime segnalazioni. Insomma, tutto il contrario di quel che la Tirrito diceva mentre guidava le visite di Salvini a Palermo per la campagna elettorale del candidato sindaco Ismaele Lavardera...

Nel governo Meloni tacciono tutti di questa storiaccia. Meglio non ricordare quando la Tirrito era candidata sindaco a Pomezia in una lista di estrema destra che sui manifesti aveva la faccia di Mussolini. A portarla in palmo di mano ci andò pure l’allora berlusconiana governatrice del Lazio Renata Polverini…

E che dire di quando la Tirrito si spese personalmente per convincere la madre di una bimba coinvolta nella vicenda di Bibbiano di esibirla sul palco leghista di Pontida! Salvini inventò la balla che fu la bimba a chiederglielo..

E poi ancora con Salvini a commemorare Falcone e Borsellino…

Maricetta Tirrito non ha fatto tutto da sola eh. Con lei nei guai anche il medico Marina Endrievschi che firmava i certificati di falsa autosufficienza, la sua collega Silvana Loconte, il suo ex compagno Fabio Corbo poi scagionato dall’accusa di omicidio e Silvana Di lorenzo, nipote complice di una delle vittime anziane.

8 anni! Salvini e Meloni! Niente da dire?A proposito, la tizia era quella di Parlateci di Bibbiano sul palco con Salvini e poi si è scoperto che la bimba non era di Bibbiano. .... Chapeu 😉Dal Gruppo (Rete Italiana Antifascista)

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