Alla fine è successo.
Con una decisione senza precedenti, il professor Christian Raimo è stato sospeso per tre mesi dall’insegnamento, con stipendio dimezzato.
La sua “colpa”?
Aver criticato il ministro Valditara con una metafora per non averlo difeso dalle minacce da parte di gruppi neofascisti e neonazisti.
Un fatto gravissimo e inedito. Questa non è una sanzione, questa è una punizione ad personam, un castigo, una forma di vendetta e intimidazione nei confronti di un professore non allineato alla propaganda dominante.
E fa indirettamente passare anche un messaggio pericolosissimo: state zitti, altrimenti questo è quello che potrebbe accadervi.
Manca solo l’obbligo di giuramento al fascismo dei professori e siamo al Ventennio.
Non basta la soldiarietà a Raimo, che è totale e convinta. Serve una sollevazione pacifica e civile di massa per resistere culturalmente a quello che assomiglia sempre più a un regime, a una democratura stile Orban.
E i primi a capirlo sapete chi sono? Proprio i suoi studenti, che questa mattina hanno appeso uno striscione a difesa del prof. Raimo e convocato un’assemblea di istituto straordinaria. Grandi!
Sappia, Christian Raimo, che l’Italia civile e antifascista c’è, è dalla sua parte e non si piega.
Lorenzo Tosa
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