Si chiama "appello alla paura", in inglese "appeal to fear", ed è una tecnica di retorica politica che Salvini conosce molto bene, usandola da anni, e che sta impiegando anche in queste ore.
Lo sta facendo gridando in ogni post, comunicato, articolo o intervista che "non manderemo ragazzi e ragazze al fronte!", come se fossimo già con le sirene antiaeree che rompono il silenzio della notte e le caserme già in allarme. Non c'è nessun rischio che questo avvenga, ovviamente. Che domani l'Italia mobiliti i riservisti e invada la Russia a passo di marcia. Salvini lo sa perfettamente. Ma prende un elemento di verità, ora una frase, ora una dichiarazione, ora un fatto, e lo distorce, lo amplifica e lo esaspera al massimo al fine di esercitare una paura sugli elettori e presentarsi lui stesso come salvatore. Per questo da giorni non gli sentiamo dire altro.
È un Gran Maestro, il nostro Salvini. Non aver mai lavorato fuori dai circuiti della politica gli ha garantito un'esperienza notevole nel campo: le conosce tutte le tecniche e le strategie di retorica. E le applica alla perfezione. Alle volte si creano problemi inesistenti e ci si presenta come quelli che possono risolverli; altre si amplificano le paure e ci si erge a salvatori. In tutti i casi, però, la qualità tecnica sotto la retorica scarseggia.
E a giudicare dagli orari dei treni, direi che è questo il nostro caso.
Leonardo Cecchi

Nessun commento:
Posta un commento