giovedì 28 agosto 2025

La Cina sta realizzando il più grande parco solare del mondo

 

- Agosto 26, 2025 
 
 
 

La Cina ha presentato il più grande parco solare del mondo. Sorge sull’altopiano tibetano e copre un’area immensa di 610 chilometri quadrati, l’equivalente dell’intera città di Chicago. Il Governo cinese da anni installa pannelli fotovoltaici a un ritmo più veloce di qualsiasi altro Paese,  e comincia ora a raccogliere i frutti di questa corsa. Secondo uno studio diffuso giovedì, nei primi sei mesi del 2025 le emissioni di anidride carbonica del Paese sono calate dell’1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, consolidando una tendenza avviata nel marzo 2024. Questo calo anticipato lascia intravedere che la Cina potrebbe aver già raggiunto il picco delle emissioni molto prima dell’obiettivo fissato dal governo per il 2030. Resta però il fatto che il Paese, dovrà ridurle in misura assai più netta per contribuire davvero al rallentamento del riscaldamento globale. Per centrare la neutralità carbonica nel 2060, ha spiegato l’analista finlandese Lauri Myllyvirta, autore dello studio per il Centre for Research on Energy and Clean Air, sarà necessario abbattere le emissioni di circa il % all’anno nei prossimi 35 anni. “La Cina deve arrivare a quel ritmo il prima possibile”, ha sottolineato. In passato le emissioni erano calate solo nei momenti di crisi economica. La novità di oggi è che la domanda di elettricità continua a crescere (+3,7% nella prima metà del 2025), eppure l’espansione di solare, eolico e nucleare ha più che compensato questo aumento, portando a una riduzione strutturale delle emissioni. “Per la prima volta assistiamo a un declino stabile e di lungo periodo” ha dichiarato Myllyvirta.

Nei primi sei mesi del 2025 la Cina ha installato 212 gigawatt di nuova capacità solare, superando di gran lunga l’intera capacità degli Stati Uniti, che a fine 2024 si fermava a 178 gigawatt. Il fotovoltaico ha già sorpassato l’idroelettrico e quest’anno è destinato a superare anche l’eolico, diventando la principale fonte di energia pulita del Paese. Da gennaio a giugno si sono aggiunti inoltre 51 gigawatt di eolico. Per Li Shuo, direttore del China Climate Hub presso l’Asia Society Policy Institute di Washington, questa inversione di tendenza è “un momento di importanza globale, un raro spiraglio di speranza in un panorama climatico cupo”, perché dimostra che è possibile ridurre le emissioni senza rinunciare alla crescita economica. Allo stesso tempo, Li avverte che la persistente dipendenza dal carbone resta una minaccia concreta e che l’economia dovrà orientarsi verso settori meno energivori. “La strada da percorrere è ancora lunga”, conclude.

Il mega-parco tibetano fornirà elettricità a circa cinque milioni di famiglie. Migliaia di pannelli solari si estendono a perdita d’occhio, intervallati da edifici bianchi a due piani. In questa zona desertica il progetto ha trasformato radicalmente il paesaggio: i pannelli riducono vento e sabbia, rallentano l’erosione del suolo e favoriscono la crescita della vegetazione. Nei terreni sottostanti pascolano migliaia di pecore, ribattezzate “pecore fotovoltaiche”. “Le imprese producono energia sopra, l’erba cresce sotto, e gli abitanti possono pascolare gli animali in mezzo”, spiega Wang Anwei, capo dell’amministrazione energetica della prefettura di Hainan, definendo la situazione “vantaggiosa per tutti”.

Il funzionamento a pieno regime dipenderà però dalla rete elettrica. Già ora una nuova linea collega la provincia del Qinghai all’Henan, e ne sono in costruzione altre due, tra cui una verso il Guangdong, a sud-est del Paese. La sfida principale, ricorda Myllyvirta, è che la rete cinese è stata progettata per la produzione continua delle centrali a carbone, mentre solare ed eolico sono per loro natura più variabili. “I decisori politici ne sono consapevoli, ma servono trasformazioni profonde sia nelle centrali a carbone che nel sistema di trasmissione nazionale. Non è un compito semplice”.

 

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