giovedì 30 maggio 2013

La pallavolista uccisa col compagno
In carcere anche il direttore tecnico del club


IL DOPPIO OMICIDIO DI MURCIA


Dopo l'arresto dei due presunti esecutori materiali, i sospetti sul dirigente come mandante per un debito verso i due



 ANDREA NICASTRO

MADRID – Due giorni di torture. Poi l’assassinio e il tentativo di nascondere i corpi facendoli a pezzi con una sega elettrica. Brutalità a sangue freddo. Gli omicidi dell’ex campionessa di pallavolo Ingrid Visser e del fidanzato, olandese come lei, Lodewijk Severein sono di una violenza sconcertante che la ragione fatica a comprendere, ma che le indagini cominciano a spiegare. La coppia era arrivata in Spagna il 13 maggio, ufficialmente per una terapia di fecondazione in vitro. Ma, doveva essere una scusa, perché, ad orrore si aggiunge orrore, l’autopsia ha rivelato che l’ex atleta di 36 anni era incinta di 6 settimane. Lei e il fidanzato erano scomparsi da Murcia il giorno dopo, abbandonando la loro Panda a noleggio in centro città. L’allarme e le ricerche sono durati per una decina di giorni, poi, domenica sera, i loro resti sono stati disseppelliti da una limonaia.
Già tre persone sono in carcere accusati della barbarie. Sono due gitani di origine rumena di 47 e 60 anni e uno spagnolo di 36, ex direttore tecnico della squadra di Murcia nella quale Ingrid aveva giocato tra il 2009 e il 2011. Potrebbe essere coinvolta una quarta persona, ma la dinamica dei fatti è ormai chiara: lo spagnolo ordina, i rumeni eseguono. La domanda ancora in sospeso è: perché? Quale può essere il movente? Cosa può trasformare tre uomini in bestie sanguinarie? Non è stato un raptus o un litigio. Lo spagnolo, Juan Cuenca Lorente, dirigente del Atlético Voleibol 2005 di Murcia, avrebbe assoldato i rumeni come sicari e attirato fuori città i due olandesi in una villa con piscina affittata probabilmente per l’occasione. Una casa abbastanza isolata da garantire che urla e movimenti non insospettissero nessuno.
Ingrid Visser, 35 anni, pallavolista olandese ex nazionale, uccisa in Spagna con il compagno Lodewijk Severein. La donna era incinta. E' stata fatta a pezzi con una motosega (Afp)
Ingrid Visser e Lodewijk Severein (Epa)
(Afp)
(Afp)

(Afp)

La casa dove sarebbe avvenuto il delitto (Epa)

La casa dove sarebbe avvenuto il delitto (Epa)

La zona del delitto (Epa)

La zona del delitto (Epa)

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Il luogo dove erano sepolti i cadaveri (Afp)

Il luogo dove erano sepolti i cadaveri (Afp)

Polizia al lavoro nella zona dove erano sepolti i corpi (Epa)

Polizia al lavoro nella zona dove erano sepolti i corpi (Epa)


Il prezzo dei sicari? Secondo il quotidiano Abc, poco più di 1.000 euro. Ciascuno. Massacro premeditato. Il segreto istruttorio spagnolo tiene ancora ufficialmente spenta la luce sul caso, ma le indioscrezioni indicano tutte il denaro come movente. Migliaia di euro di debiti dell’ex direttore sportivo verso l’ex atleta e (forse) milioni di euro dell’uomo verso il fidanzato di lei. Sono le due le piste battute dagli investigatori. La prima porta a una società di Gibilterra, paradiso fiscale e schermo efficiente per affari poco limpidi. Lì, a 4 ore di auto da Murcia, Lorente e Severein avevano costituito assieme una società. Lo scopo? «Lavanderia» ammicca un poliziotto. Ripulire denaro sporco proveniente dallo stesso club sportivo, denaro forse rubato al patron Evefasto Lifante che un giorno d’estate di due anni fa era entrato nell’ufficio del suo direttore tecnico senza trovare lui, i conti del club e persino i computer su cui erano segnati. Forse la società di Gibilterra, però, serviva come testa di ponte per impossessarsi di una cava di marmo di proprietà dello stesso presidente Lifante. In questo caso il malloppo si conterebbe in milioni e non in migliaia di euro.

Ultima ipotesi: il commercio di droga tra Spagna e Olanda. Marijuana prodotta nel vicino Marocco, raffinato in Spagna e venduto in Olanda. Oppure cocaina. Acquistata dai cartelli sudamericani, che sulla costa spagnola hanno rappresentanti e basi efficienti, e trasferita nel Nord Europa. Le torture inflitte a Ingrid e Lodewijk prima di ucciderli fanno pensare che i sicari avessero l’ordine di strappare loro qualche informazione. Numeri di conti correnti, firme, nomi di complici. Ora è prevedibile che il mandante spagnolo cerchi di scaricare parte delle responsabilità accusando gli assassini materiali d’essere andati oltre i suoi ordini. Ma la pulizia della villa dalle tracce di sangue (tentativo inutile visti i moderni mezzi di indagine), lo scempio dei cadaveri, la fossa per nasconderli scelta a 25 chilometri dalla casa in affitto, il silenzio di questi giorni sino all’arresto, indicano comunque nell’ex direttore sportivo una grande determinazione a coprire l’omicidio. Il Cuerpo Nacional de Policia continua a cercare di capire. A Madrid sono in corso gli esami del Dna per riconoscere con certezza i resti dopo tanto scempio. Per migliaia o per milioni di euro. Per questo Ingrid e Lodewijk sono stati uccisi.


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