In Svizzera scaricare musica o film pirata dal Web non è un problema, e fondamentalmente le major e i detentori di copyright devono farsene una ragione. Il Consiglio federale, l’organo esecutivo del governo della Confederazione Svizzera, ha risposto così alla domanda di inasprimento delle norme anti-pirateria posta dai produttori di settore. Si tratta senza dubbio di una posizione controcorrente, perché di fatto viene giustificata con le stesse argomentazioni sostenute dalla comunità che pratica il file-sharing.
Comunicato Dal Consiglio Federale
Violazioni del diritto d’autore in Internet: il quadro giuridico attuale è sufficiente
Comunicati, Il Consiglio federale, 30.11.2011
Berna. Internet ha radicalmente cambiato il modo in cui consumiamo musica, film e giochi per computer. Non sembra, tuttavia, che ciò influisca negativamente sull’attività culturale. Inoltre, il quadro giuridico attuale consente di contrastare le utilizzazioni illecite di opere in maniera adeguata, rendendo infondato un intervento legislativo. Il Consiglio federale è giunto a queste conclusioni in un rapporto approvato mercoledì.
Il rapporto adempie un postulato del Consiglio degli Stati del 19 marzo 2010, che chiedeva al Consiglio federale di esaminare l’opportunità di adottare misure contro le violazioni del diritto d’autore. I produttori del settore si erano in precedenza lamentati di una contrazione delle entrate. Il Consiglio degli Stati ha voluto assicurarsi che questa evoluzione non fosse sintomo di una crisi imminente della scena culturale svizzera.
Il rapporto illustra la situazione attuale e, basandosi su alcuni studi esistenti, conclude che in Svizzera fino a un terzo delle persone sopra i 15 anni scarica gratuitamente musica, film e giochi. Pare inoltre che, nonostante il grande interesse dei media e le numerose campagne di sensibilizzazione, la maggioranza degli utenti di Internet continui a non distinguere le operazioni lecite e illecite.
La quota percentuale di reddito disponibile destinato ai consumi in questo ambito resta costante. Tuttavia, si osserva uno spostamento nel modo in cui questa cifra viene impiegata. Il denaro risparmiato utilizzando le borse di scambio viene rispeso comunque nel settore dell’intrattenimento, ma invece di acquistare supporti audio e video, i consumatori investono la parte risparmiata in concerti, visite al cinema e prodotti di merchandising.
Questa evoluzione interessa soprattutto le grandi case di produzione estere, che devono adeguarsi ai nuovi comportamenti dei consumatori. Visto lo spostamento delineato, i timori che questi sviluppi possano influire negativamente sull’attività culturale nazionale sono infondati. Il Consiglio federale non ritiene pertanto necessario un intervento legislativo.
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