martedì 1 agosto 2023

Chi è Kevin Mitnick, il più celebre degli hacker

 


Appassionato di prestigiazione, è uno dei maghi dell’informatica che negli Ottanta ha fatto impazzire l’Fbi: intrufolandosi in sistemi aziendali di ogni tipo e pagando un prezzo carissimo per le sue gesta
 
Kevin Mitnick
Kevin MitnickCraig F. Walker/The Denver Post via Getty Images
 

Nella prima metà degli anni Novanta, Kevin Mitnick ha vissuto per parecchio tempo da fuggitivo a Denver usando il falso nome di Eric Weisz. Forse questo nome non vi dice nulla, ma sicuramente conoscete la persona così registrata all’anagrafe e meglio nota come Harry Houdini. Il solo fatto di nascondersi usando il vero nome del più grande prestigiatore di tutti i tempi ci dice qualcosa di importante di Mitnick, la cui più grande passione è stata infatti, fin dall’infanzia, la magia.

Il potere delle magia

Nato nel 1963 a Van Nuys, cittadina appena fuori Los Angeles, Kevin Mitnick è figlio di genitori separati. La madre deve fare gli straordinari per mantenere la famiglia. E così, Kevin si trova a passare parecchio tempo da solo, spesso vagando per i dintorni di Los Angeles usando il bus.

Il costo del biglietto è però un ostacolo a queste sue escursioni cittadini. Ed è qui che la passione per la magia si rivela nella sua vera essenza. Ad affascinare Mitnick non sono tanto le tecniche di prestidigitazione o simili, ma l’arte dell’inganno, che coltiverà per tutta la sua vita. Sfruttando qualche stratagemma, Mitnick riesce così a farsi dire da un conducente di bus dove avrebbe potuto comprare una macchinetta perforatrice usata per obliterare i vecchi biglietti del bus.

Non solo: Mitnick, che al tempo ha 12 anni, si intrufola in un deposito dei bus e riesce a recuperare anche una sfilza di biglietti ancora inutilizzati. Da quel momento in poi, per lui i trasferimenti in bus saranno tutti gratuiti. Volendo, è questa la prima impresa da “hacker” di Mitnick, che in verità ha sempre preferito parlare di “ingegneria sociale”, per sottolineare come dietro tutte le sue imprese – oltre all’abilità tecnica – ci sia anche e soprattutto la capacità di ingannare le persone, facendosi rivelare ciò che, a partire dalle credenziali degli account, non avrebbero mai dovuto divulgare.

Arrivano i computer!

Durante gli anni dell’adolescenza di Mitnick, però, si entra nei tecnologicamente cruciali anni Ottanta. I primi personal computer iniziano a diffondersi e con essi la possibilità di sfruttarli per intrufolarsi nei sistemi informatici di varie aziende. Per Mitnick la tentazione di scoprire questo mondo è irresistibile: è anche questa una forma di magia, sfruttare i computer per eseguire azioni che agli occhi della maggior parte delle persone sembrano impossibili.

Nel 1979 esegue il suo primo vero e proprio hacking, sfruttando un numero telefonico ottenuto da un amico, riesce a intrufolarsi nel sistema dell’azienda informatica Dec e a clonare il loro software. Oltre a utilizzare le sue abilità per fare telefonate gratis, Mitnick continua per qualche anno a entrare nei sistemi di parecchie aziende. Le sue imprese non passano però inosservate e nel 1988 riceve una prima condanna a un anno di carcere e tre di domiciliari. 

La lezione, evidentemente, non gli serve: già durante la fase di domiciliari Mitnick riprende la sua attività, bucando i sistemi informatici della compagnia telefonica Pacific Bell, di Motorola, Nokia, Nec, Apple e altri ancora. A quel punto, entra in gioco l’Fbi e la vita di Kevin Mitnick cambia drasticamente, trasformandolo in un fuggitivo.

Uno dei posti in cui, in questa fase passerà parecchio tempo è Denver, dove appunto assumerà il nome di Eric Weisz, si iscriverà in palestra per cambiare fisico, modificherà la sua camminata e cercherà di restarsene per conto suo per evitare di essere riconosciuto in un periodo durante il quale le televisioni mostrano spesso il suo volto per raccontare la caccia dell’Fbi.

Un errore fatale

Mitnick inizia anche a lavorare come esperto di sicurezza informatica per lo studio legale Holmes, Roberts and Owen. Anche in questa fase, però, le sue abitudini non cambiano. Come spiega l’articolo del New York Times che racconta il suo arresto, negli anni da fuggitivo Mitnick ha continuato nel “furto di migliaia di documenti, e almeno 20mila numeri di carte di credito, dai sistemi informatici di tutta la nazione”, oltre che “a sfruttare le sue sofisticate abilità per farsi largo in molte delle reti telefoniche nazionali e vandalizzare i sistemi informatici governativi, aziendali e universitari”.

Nel 1994, quando ha ancora 31 anni ed è in fuga da due, Mitnick commette però un errore che gli costerà la libertà. Nel giorno di Natale, entra nel computer del ricercatore Tsutomu Shimomura, esperto di sicurezza informatica impiegato nel San Diego Supercomputer Centre. Shimomura non la prende bene e si mette all’opera per capire chi è il responsabile dell’incursione, scoprendo che il modem da cui tutto è partito è collegato a una rete telefonica vicina a Raleigh, North Carolina, dove nel frattempo Mitnick si è trasferito.

 

 

 
 

Nessun commento:

Posta un commento