Il ricordo di Giorgio Di Sacco: "Era esempio di spezzino poliedrico e geniale, ironico e schivo".
La Spezia - Riceviamo da Giorgio Di Sacco
Rolla e pubblichiamo: "Questa notte è deceduto Giorgio Sciaccaluga,
professore in pensione; aveva 95 anni, ma sarebbe andato avanti ancora a
lungo se non fosse stato colpito dal covid: stava bene, era
lucidissimo. Perdo un caro amico che sarebbe stato coetaneo di mio
padre.
Giorgio Sciaccaluga, che da almeno vent'anni si era trasferito
ad Albenga per stare vicino alla figlia e al nipote, era un esempio di
spezzino poliedrico e geniale, ironico e schivo che aveva trascorso
tutta la sua carriere lavorativa nella sua città: geometra progettista
prima, poi professore di educazione tecnica alle scuole medie,
appassionato di teatro, autore di testi per ragazzi, scenografo,
disegnatore. Era tutte queste cose e molto di più. Era uno di quegli
“uomini universali” che sono sempre più rari e di cui si sente, sempre
più la necessità.
Era un un uomo di fede critico, mai bigotto,
rivoluzionario nel lavoro e conservatore nelle parole, fratello maggiore
di quel Don Sciaccaluga che per decenni fu parroco di Portovenere. Nel
ruolo di professore mise a frutto le sue capacità di regista teatrale
autodidatta sviluppando laboratori di teatro per i ragazzi. Fu proprio
nelle scuole medie di Vernazza e Monterosso dove insegnavo lettere che
lo conobbi. Riuscì a coinvolgere tutto il gruppo docente nella ideazione
e nella realizzazione di spettacoli teatrali, dai testi alle
scenografie (era capace di creare dei piccoli capolavori con materiale
di riciclo facendo lavorare gli studenti). Nel frattempo andava anche in
giro per l'Italia a tenere seminari sul teatro nelle scuole. A lui
interessava la funzione formatrice ed educatrice della rappresentazione
teatrale ed era in grado di coinvolgere gli studenti, trasformandoli.
Non metteva in scena recite scolastiche, ma veri e propri spettacoli
teatrali, sebbene il suo scopo fosse eminentemente didattico. Imparai
moltissimo collaborando con lui perché l'esperienza teatrale affinò il
mio modo di rapportarmi con gli studenti a partire dal modo di occupare
quello spazio scenico che è un'aula scolastica. Giorgio mi insegnò a
prendere consapevolezza dello spazio e del gesto; per uno di formazione
teorica e filosofica come me, i suoi consigli, le sue osservazioni,
furono “riuvoluzionarie”. Sciaccaluga era anche un disegnatore ed un
grafico bravissimo: collaborò sia con il Corriere della Sera, sia con la
casa Editrice La Scuola di Brescia. Se non fece carriera e non divenne
famoso fu per il suo attaccamento alla città natale. Qualche anno fa
venne organizzata al Centro Allende una mostra dei sui disegni. Credo
sia stata una delle ultime volte in cui rimise piede alla Spezia, di cui
aveva sempre nostalgia; di cui mi raccontò aneddoti, vicende; del cui
dialetto, che io conoscevo poco pur essendo un “nativo” perché in casa
mia era vietato usarlo, mi insegnò espressioni e pronuncia. Aveva
appartenuto al gruppo di giovani di piazza Brin che gravitarono prima,
durante e dopo la seconda guerra mondiale attorno a Don Mori, assieme a i
fratelli Fregoso, a de Rosa di cui era amico.
Le decine di suoi
studenti, tutti adulti, lo ricorderanno con ammirazione, affetto, come
lo ricordo io e tutti i colleghi che in quegli anni eroici,
collaborarono con lui allestendo spettacoli che incantarono la platea,
come accadde una notte di giugno del 1989 nel cortile gremito di persone
del comune di Vernazza , sulla sommità del colle, a picco sul mare. Un
piccolo miracolo rimasto incastonato nella memoria di tutti coloro che
parteciparono".
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