giovedì 24 giugno 2021

“DOVEVO BUTTARE FUORI LA RABBIA CHE AVEVO DENTRO”

 

“DOVEVO BUTTARE FUORI LA RABBIA CHE AVEVO DENTRO” – COS’HA SPINTO FABRIZIO BISCARO A UCCIDERE ELISA CAMPEOL, LA BARISTA CHE STAVA PRENDENDO IL SOLE SUL GRETO DEL PIAVE? I DUE NON SI CONOSCEVANO: MEZZ’ORA DOPO AVERLA UCCISA IL 35ENNE SI È PRESENTATO SPONTANEAMENTE DAI CARABINIERI CON IN MANO IL COLTELLO SPORCO - LA CONFESSIONE: “HO UCCISO UNA DONNA, NON SO PERCHÉ..."

 

1 - ACCOLTELLATA SULLA SPIAGGIA: «NON SO PERCHÉ L’HO FATTO»

Giuliano Pavan per “il Gazzettino”

ELISA CAMPEOL ELISA CAMPEOL

 

È stata uccisa a coltellate mentre stava prendendo il sole all'Isola dei Morti, a Moriago della Battaglia sul greto del Piave. Elisa Campeol aveva 35 anni; a Pieve di Soligo era titolare dell'Eli's Bar. L'ha assassinata con una lunga serie di fendenti è stato Fabrizio Biscaro, suo coetaneo di Col San Martino, frazione di Farra di Soligo, da anni in cura in un centro di salute mentale del coneglianese.

 

Dopo il delitto si è presentato nella caserma dei carabinieri di Valdobbiadene e ha consegnato ai militari l'arma con cui aveva colpito a morte Elisa. Ora è in stato di fermo nel carcere di Treviso accusato di omicidio volontario aggravato. Il sostituto procuratore Gabriella Cama ieri pomeriggio lo ha interrogato per due ore e mezza, ma né lei né i carabinieri sono riusciti a capire il perché di tanta, inutile ferocia.

 

L'ATTACCO

I CARABINIERI SUL LUOGO DOVE E' MORTA ELISA CAMPEOL I CARABINIERI SUL LUOGO DOVE E' MORTA ELISA CAMPEOL

L'agguato è scattato attorno a mezzogiorno. Elisa Campeol era partita da Pieve di Soligo in tarda mattinata per concedersi un po' di relax sotto il sole all'Isola dei Morti, uno dei luoghi più simbolici del Medio Piave, tra il versante settentrionale del Montello e Moriago della Battaglia; qui sul finire della Prima Guerra mondiale, negli ulti-mi giorni di ottobre 1918, si sviluppò l'offensiva della Battaglia della Vittoria guidata dagli Arditi, che portò alla fine della Gran-de Guerra.

 

Sacrificarono la vita migliaia di giovanissimi soldati, i diciannovenni Ragazzi del '99. Elisa ha parcheggiato la sua Fiat 500 all'ingresso del percorso storico-naturalistico e si è incamminata verso il greto del Piave. Una passeggiata di circa 500 metri immersa nel verde. Poi ha piazzato il suo lettino tra i sassi e si è distesa. Non è chiaro se Fabrizio Biscaro fosse già lì, anche lui arrivato in auto, una Volkswagen Polo nera.

 

OMICIDIO ELISA CAMPEOL OMICIDIO ELISA CAMPEOL

Di certo mancava da casa da martedì, i genitori ne avevano segnalato la scomparsa ai carabinieri di Col San Martino ieri mattina. Ha colto la donna di sorpresa. Secondo gli inquirenti ha attirato l'attenzione di Elisa chiamandola, ma non per nome. La donna, stesa sul lettino, ha fatto leva sulle braccia per girarsi e in quel momento, senza alcun preavviso, Biscaro ha iniziato a colpire. Una, due, tre volte.

 

Che poi sono diventate molte di più, al-meno una decina, ma sarà necessaria l'autopsia per confermare quanti siano stati in realtà i fendenti. Elisa ha cercato di difendersi come poteva: la prova sono dei tagli al braccio sinistro e alle mani. Ma la furia di Biscaro era inarrestabile. Da una prima ricognizione esterna sul corpo della giovane, effettuata dal medico legale Alberto Furlanetto, sarebbero almeno due i colpi più violenti: uno al torace e uno al costato.

 

I SOCCORSI

L'azione omicida di Biscaro ha avuto dei testimoni: due passanti hanno sentito le grida disperate della donna e hanno visto l'uomo fuggire. Si sono precipitati sull'argine del Piave chiamando il 118. I sanitari sono arrivati in breve tempo e hanno cercato disperatamente di salvarle la vita. Ma ogni tentativo è risultato vano. Troppo profonde le ferite sul corpo della 35en-ne che aveva perso troppo sangue. Le tracce rosse sui sassi bianchi del Piave erano ben visibili, oltre a un'enorme macchia sotto il lettino.

coltello sangue coltello sangue

 

LA CONFESSIONE

Mentre i medici del Suem stavano tentando di strappare Elisa alla morte, Fabrizio Biscaro, con il coltello sporco di sangue in mano, stava tornando a piedi verso la sua auto. Una volta alla guida, è tornato sulla statale e si è diretto verso Valdobbiadene. Una tragitto di circa 13 chilometri durante il quale il 34enne ha deciso di consegnarsi alle autorità. Dopo aver raggiunto la caserma dei carabinieri, ha parcheggiato l'auto davanti all'ingresso, è sceso e ha consegnato l'arma ai militari.

 

«Sono stato io a ucciderla, non so il perchè» ha detto. Poi si è chiuso nel silenzio, fino all'arrivo del suo avvocato e del magistrato di turno. Terminate le formalità di identificazione, è iniziato l'interrogatorio. Erano circa le 17.30 quando il 34enne ha iniziato a rispondere alle domande del pm. Biscaro ha ammesso il delitto, si è assunto ogni responsabilità. Ha riferito di essere rimasto vittima di una rabbia incontenibile che doveva sfogare. Elisa, la vera vittima, è stata scelta a caso. Chiunque altro si fosse trova-to sulla strada di Biscaro avrebbe fatto la stessa fine. Un movente, di fatto, non c'è.

 

SCONOSCIUTI

OMICIDIO ELISA CAMPEOL OMICIDIO ELISA CAMPEOL

Vittima e assassino non si conoscevano, non si erano nemmeno mai visti prima. L'unica spiegazione sta nei disturbi mentali del 34enne, in quella rabbia da dover sfogare in qualche modo. Il suo avvocato per il momento ha deciso di non rilasciare dichiarazioni ufficiali, ma ha confermato che durante l'interrogatorio Biscaro ha parlato di questo. Come se fosse una giustificazione. In caserma erano presenti anche i suoi genitori. Non si sa se siano riusciti a scambiare qualche parola col figlio. Di sicuro le famiglie distrutte da questa tragedia sono due.

 

2 - FABRIZIO, ISOLATO E TACITURNO, PASSAVA IL TEMPO SU INTERNET TRA LE CURE E LE CORSE IN BICI

Serena De Salvador per “il Gazzettino”

 

ISOLA DEI MORTI PIAVE ISOLA DEI MORTI PIAVE

Taciturno, tranquillo, un ragazzo che amava i suoi gatti e le lunghe pedalate in bicicletta fra le colline dell'Alta Marca. Pochi amici, almeno nella quotidianità del paese, ma tante frequentazioni in rete. E poi un passato complesso, costellato da periodi trascorsi in cura per uno stato psicologico che ancora oggi è costretto a fare i conti con tante difficoltà.

 

Questo è Fabrizio Biscaro, classe 1986, 35 anni da compiere il prossimo ottobre, nato e cresciuto nel Solighese. Fino a ieri viveva con i genitori, ora invece si trova recluso nel carcere di Santa Bona con la pesantissima accusa di omicidio aggravato che lui stesso si è fatto ricadere addosso.

 

IL PERSONAGGIO

ISOLA DEI MORTI PIAVE 3 ISOLA DEI MORTI PIAVE 3

La famiglia Biscaro vive in una porzione di casa al civico 38 di via Posmon in località Fontana di Farra. Ci abitano il padre Mario, la madre Tatiana e Fabrizio. La sorella maggiore Margot invece ha da tempo lasciato quell'abitazione affacciata sul cortile inter-no con il grande orto. Lì Fabrizio ha sempre passato molto del suo tempo, circondato dai diversi e curatissimi gatti di famiglia.

 

Nel piccolo paese tutti lo conoscono, eppure incontrarlo al bar o in piazza è sempre stata cosa piuttosto rara. Dopo le scuole, passata l'adolescenza, il suo carattere mite ma molto introverso ha cominciato a chiudersi progressiva-mente. Nel corso degli anni aveva avuto diversi lavori, per lo più come operaio, tra i quali anche un posto alla Dhe a Follina, che produce componenti industriali.

 

minacce con coltello 3 minacce con coltello 3

I momenti in cui aveva un impiego si sono sempre alternati ad altri in cui rimaneva a casa, come

accaduto anche durante il periodo della pandemia. In paese lo si vedeva poco, perché alle frequentazioni di persona sembra avesse da qualche tempo cominciato a preferire quelle via internet. Era infatti molto il tempo che il 34enne trascorreva sui social network e in diverse chat, anche per cerca-re amicizie e relazioni.

 

Una passione però non lo aveva mai abbandonato: quella per il mondo del ciclismo. Non solo amava seguire le competizioni in televisione, ma praticava da tempo questo sport a livello amatoriale. Le occasioni in cui a Fontane è sempre stato più facile vederlo sono quelle in cui partiva dalla casa vestito di tutto punto, con la tutina, il casco e gli scarpini, salendo in sella alla mountain bike o alla bicicletta da corsa per percorrere le strade delle colline.

 

«Gli piaceva prepararsi con l'abbigliamento giusto e passare il tempo in sella, si vedeva che era felice quando si ritagliava del tempo per pedalare» racconta un vicino.

ISOLA DEI MORTI PIAVE ISOLA DEI MORTI PIAVE

 

l'INSTABILITÀ

Nonostante una famiglia unita e che a Farra gode di un'ottima reputazione, nonostante non abbia mai avuto problemi con la giustizia o particolari screzi con nessuno, Fabrizio Biscaro ha tuttavia dovuto fare i conti con difficoltà di natura psicologica per larga parte della sua esistenza. In passato ha affrontato alcune volte dei percorsi di cura specializzati, che sul momento sembravano dargli sollievo.

 

Non abbastanza però, dal momento che anche ieri, dopo aver compiuto l'omicidio, ha sì avuto la lucidità di guidare da Moriago a Valdobbiadene per costituirsi in caserma, ma vi è anche arrivato in uno stato confusionale.

 

Resta peraltro il mistero su dove avesse trascorso le ore dalla sera di martedì a ieri mattina, dal momento che i parenti ne avevano segnalato l'allontanamento ai carabinieri non riuscendo a trovarlo. Fabrizio ha ammesso di avere ucciso Elisa, ma in quasi otto ore di pressante interrogatorio non è riuscito a dare una valida spiegazione del movente del suo gesto. Frasi confuse, che per il momento hanno lasciato emergere solo un'azione brutale nei confronti di una vitti-ma scelta a caso.

coltello insanguinato coltello insanguinato

 

Una mano armata dalla rabbia e una mente che però è stata sufficientemente precisa da decidere di partire da casa con un lungo coltellaccio da cucina. Eppure di quell'istinto assassino nessuno in paese ha mai avuto contezza: tra i vicini di casa più di qualcuno è scoppiato a piangere e si è sentito mancare le gambe nell'apprendere la notizia. «Un po' isolato magari sì, ma violento, addirittura capace di uccidere no. Ultima-mente era tanto dimagrito, ma non abbiamo mai notato nulla di strano».

 

https://www.dagospia.com/rubrica-29/cronache/ldquo-dovevo-buttare-fuori-rabbia-che-avevo-dentro-rdquo-ndash-274494.htm

Guazzerotti71

 

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