domenica 21 marzo 2021

Morto padre GianPaolo Salvini, ex direttore Civiltà Cattolica

 di Germana Consalvi

“Tra i gas più velenosi e pericolosi, c’è l’incenso. Tanto usato nei palazzi del potere. Mi raccomando!”. Mancherà la sapiente ironia che padre GianPaolo Salvini usava come un estintore per spegnere sul nascere la vanità per le tante lodi che riceveva. Perché Salvini, giornalista e scrittore gesuita milanese che per 26 anni (dal 1986 al 2011) ha diretto “Civiltà Cattolica”, la prestigiosa rivista della Compagnia di Gesù, e morto a Roma a 85 anni (compiuti il 3 marzo), piaceva a tutti: impossibile non apprezzare l’intellettuale di grande autorevolezza, l’economista che per tutta la vita ha indagato sul rapporto tra etica ed economia ma anche sul malessere nella società del benessere, l’uomo di fede illuminata, il giornalista che ha saputo sul serio fare gioco di squadra, il globetrotter che ha dispensato in conferenze senza frontiere il suo sapere e la sua missione di fede rivelando anche una profonda umanità. Ha vissuto l’epoca del Concilio, e dello sforzo di una delle istituzioni storicamente più antiche di rinnovarsi per far conoscere in modo più adeguato al nostro tempo il Vangelo, ha vissuto il pontificato di sette papi. Amabile e ironico, carisma ed energia da vendere, pensatore lucido e intellettualmente onesto e rigoroso, una naturale dolcezza, una passione per la montagna, per lo scialpinismo e per le scalate praticati fino a poco prima della pandemia, un gigante di pensiero che non si perdeva in chiacchiere: usava solo le parole indispensabili, scelte tutte con estrema cura. Perché a parlare dovevano essere i fatti. Laureato in Filosofia e in Economia, un dottorato in Teologia conseguito a Innsbruck, arrivò al timone di Civiltà Cattolica dopo padre Sorge. Riconosceva a se stesso solo una virtù, la modestia, “ma è una virtù che hanno anche altri, non me ne vanto”.

 

 

E a chi gli faceva notare il suo primato di direzione giornalistica, Salvini replicava che “non sono i record che contano, ma la qualità, lo slancio nella missione”: “In 26 anni alla direzione – spiegò al quotidiano “Avvenire” che in occasione dei suoi 80 anni gli dedicò una pagina intitolata “Il gesuita con il record di Civiltà” – è facile sedersi, abituarsi alla routine e accontentarsi di quanto si è riusciti a dare. Sarebbe necessario il coraggio di andare avanti e di spostare il proprio orizzonte più in là”. Un rimpianto, “quello di aver fatto forse qualcosa per i poveri, scrivendo di problemi sociali, ma quasi nulla con i poveri, come dovrebbe essere”. Cinque anni fa per i suoi 80 anni, spiegò ai tantissimi amici che “oltre la preghiera, la Scrittura, i confratelli, due cose mi hanno aiutato, gli amici e la montagna. Specialmente quando queste due cose sono unite”. Suo compagno di scalate fu spesso il cardinale Carlo Maria Martini, al quale padre Salvini dedicò l’omonimo libro. Nel suo ottantesimo compleanno, il gesuita ringraziò della numerosissima partecipazione, che definì un “ capitale di affetti”. Proprio questo il dono, e l’essenza, di padre GianPaolo Salvini: un patrimonio di umanità e di valori. 

https://www.leggo.it/italia/roma/morto_padre_gianpaolo_salvini_ex_direttore_civilta_cattolica-5846223.html

 

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