Non si hanno per ora notizie di morti. Continuano proteste all'indomani della giornata più sanguinosa. Letta: 'Si fermino i generali, basta sangue'
Protest against military coup in Yangon
Nuove manifestazioni di protesta in diverse città della Birmania all'indomani della giornata di repressione più sanguinosa dal colpo di stato del 1 febbraio, con almeno 90 morti, tra cui diversi bambini. Unanime la condanna della comunità internazionale che ha chiesto alla giunta militare di fermare il bagno di sangue. Sventolando le bandiere birmane, centinaia di persone sono scese per le strade di Bago, a nord-est di Rangoon, e nella piccola città di Moe Kaung nello stato di Kachin.
Oggi in tutto il Paese sono in programma molti funerali delle vittime di ieri. Le forze di sicurezza birmane hanno aperto il fuoco sulla folla in lutto al funerale di una delle vittime.
Non ci sono per ora segnalazioni di vittime al funerale nella città di Bago, vicino a Yangon. "Mentre cantavamo la canzone della rivoluzione, le forze di sicurezza sono arrivate e hanno sparato, noi siamo scappati", ha raccontato una donna di nome Aye. Due persone sono state invece uccise oggi durante le proteste in diversi incidenti in altre città.
"Vedo le palme oggi e non posso non unire il mio, il nostro grido di dolore per le vittime innocenti della sanguinosa repressione in Myanmar. Si fermino i generali. Basta sangue", ha scritto su Twitter il segretario del Partito democratico Enrico Letta.
(ANSA)
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