A distanza di cinque mesi dalle dimissioni, il 70 per cento dei pazienti che sono stati ricoverati in ospedale, soffre ancora di Long Covid, con sintomi quali mancanza di respiro, affaticamento e dolore muscolare.
È il risultato di uno studio, pubblicato su medRxiv e non ancora sottoposto a revisione, condotto dagli scienziati dell’Università di Leicester, che hanno coinvolto 1.077 partecipanti ospedalizzati e dimessi tra marzo e novembre dello scorso anno.
Ai partecipanti è stato chiesto di completare questionari sulle loro condizioni di salute e sull’impatto che la malattia aveva avuto nella loro vita quotidiana: il 71 per cento degli intervistati ha affermato di provare ancora sintomi, il 17,8 per cento riportava di aver smesso di lavorare e il 19,3 per cento ha dichiarato di aver subito delle alterazioni negli orari lavorativi a causa della malattia.
I sintomi più comuni: affaticamento, difficoltà a dormire, dolore o gonfiore delle articolazioni, debolezza degli arti, perdita di memoria a breve termine e inconvenienti cognitivi.
Gli scienziati, sottolineano che il 25 per cento dei partecipanti manifestava ansia o depressione e nel 12 per cento sono stati riscontrati segnali di sindrome da stress post-traumatico (PTSD).
Tra i pazienti più colpiti da questi effetti, le donne di mezza età con comorbilità come asma o diabete. Il gruppo di ricerca ipotizza che il Long Covid possa dipendere da livelli insolitamente alti della proteina C reattiva, un ormone infiammatorio nel sangue, ma saranno necessari ulteriori approfondimenti.
Dopo 5 mesi dalla dimissione il 70 per cento dei pazienti Covid ha ancora i sintomi
A distanza di cinque mesi dalle dimissioni, il 70 per cento dei pazienti che sono stati ricoverati in ospedale, soffre ancora di Long Covid, con sintomi quali mancanza di respiro, affaticamento e dolore muscolare.
È il risultato di uno studio, pubblicato su medRxiv e non ancora sottoposto a revisione, condotto dagli scienziati dell’Università di Leicester, che hanno coinvolto 1.077 partecipanti ospedalizzati e dimessi tra marzo e novembre dello scorso anno.
Ai partecipanti è stato chiesto di completare questionari sulle loro condizioni di salute e sull’impatto che la malattia aveva avuto nella loro vita quotidiana: il 71 per cento degli intervistati ha affermato di provare ancora sintomi, il 17,8 per cento riportava di aver smesso di lavorare e il 19,3 per cento ha dichiarato di aver subito delle alterazioni negli orari lavorativi a causa della malattia.
I sintomi più comuni: affaticamento, difficoltà a dormire, dolore o gonfiore delle articolazioni, debolezza degli arti, perdita di memoria a breve termine e inconvenienti cognitivi.
Gli scienziati, sottolineano che il 25 per cento dei partecipanti manifestava ansia o depressione e nel 12 per cento sono stati riscontrati segnali di sindrome da stress post-traumatico (PTSD).
Tra i pazienti più colpiti da questi effetti, le donne di mezza età con comorbilità come asma o diabete. Il gruppo di ricerca ipotizza che il Long Covid possa dipendere da livelli insolitamente alti della proteina C reattiva, un ormone infiammatorio nel sangue, ma saranno necessari ulteriori approfondimenti.
“Questa ricerca fornisce informazioni utili sugli effetti
debilitanti di Covid con cui alcune persone convivono mesi dopo essere
state ricoverate in ospedale – ha osservato Whitty – è importante capire
quali siano i pericoli e
le complicazioni del Long Covid in modo da gestire i casi”.
Uno studio separato condotto dagli scienziati dell’Università di Glasgow e disponibile sulla stessa piattaforma, conferma questi dati, evidenziando che le donne al di sotto dei 50 anni sono più soggette a queste complicazioni persistenti.
È stato preso in esame un campione di 36 donne al di sotto dei 50 anni dimesse dall’ospedale, ed è emerso che avevano cinque volte meno probabilità di sentirsi completamente guarite dopo tre mesi rispetto agli uomini.
Gli esperti precisano che le dimensioni del campione sono troppo esigue per giungere a conclusioni definitive, ma che il legame tra sesso femminile e probabilità più elevata di sperimentare sintomi a lungo termine di Covid-19 deve essere valutato più approfonditamente.
“I sintomi a lungo termine di Covid-19 – dichiara Chris Whitty, Chief Medical Adviser nel Regno Unito – sono ancora in gran parte sconosciuti. Questi lavori si aggiungono alle poche nozioni disponibili a questo riguardo”.
Il servizio sanitario nazionale inglese ha pertanto predisposto più di 20 milioni di sterline dedicate all’assistenza dei pazienti con tali complicazioni e alla ricerca.
https://www.fortesano.it/2021/03/26/dopo-5-mesi-dalla-dimissione-il-70-per-cento-dei-pazienti-covid-ha-ancora-i-sintomi/?fbclid=IwAR20metVjpNgFCVlPvV5LZVUgGgquHxnD8bEa9Un_M2UyYnb9ga5WpP1WVk
Berlusconi71
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